Capitolo 3

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𝓦illow

≪Kenneth, prima che tu arrivassi ho sentito la voce di zia Mabel al piano di sopra... Tu ne sai il motivo? Non era in viaggio in Europa con il suo nuovo marito?≫ Mio cugino ripone tutta la sua concentrazione sulle mie parole, lo noto dal suo solito gesto di inumidirsi con la punta della lingua il labbro superiore. Alla fine della mia frase, alza gli occhi al cielo sentendo nominare Zia Mabel e il suo terzo marito.

≪Tuo padre non te l'ha detto?≫

Dirmi cosa?

Kenneth è sorpreso della confusione che palesa sul mio volto.
Cavolo, dovevo intuirlo che c'era qualcosa che non andava... Mio padre che vuole parlarmi è un fatto quasi unico. Potrò contare sulle dita delle mani le volte in cui Michael ha voluto avere una conversazione con me e, per di più, in privato.

≪È di questo che volevo discutere con te, Willow. Ma hai deciso di girarmi le spalle e rispondermi con un tono che non approvo!≫

Parli del diavolo e spuntano le corna.

Ormai mi sono abituata alle sua apparizioni mistiche e delle volte anche inquietanti. Io e mio fratello, da piccoli, ritenevamo che nostro padre possedesse qualche strano potere che era in grado di farlo apparire ogniqualvolta che intuiva di essere nei discorsi di qualcuno.

≪Che colpo!≫ trasalisce Kenneth, portandosi una mano al cuore. Respira affannosamente, boccheggiando con la bocca. Lancio un'occhiata secca a mio padre, dando dell'energiche pacche alla schiena di mio cugino.

≪Kenneth, mi dispiace per lo spavento che ti ho fatto prendere, ma ora devo parlare con mia figlia in privato. Ti chiederei cortesemente di uscire dalla stanza.≫

Il sorriso freddo e astuto sul volto di mio padre mi fa restringere gli occhi su di lui. Sono pronta a iniziare nuovamente una discussione di cui scommetto non avrà fine, ma Kenneth mi blocca con un'occhiata ammonitrice.

≪Sissignore!≫

Mio cugino alza il tono di voce e mima anche un saluto militare. Però, prima di uscire ufficialmente dalla stanza, e mentre mio padre è girato con gli occhi fissi sulla mia figura, Kenneth si diverte a fargli linguacce, gesti manuali e poco carini, scandendo con le labbra parolacce a una lentezza disarmante. Trattengo a stento un sorrisetto divertito, spostando l'attenzione su Michael.

La porta si richiude dietro le spalle di mio padre, e il silenzio piomba dentro l'ampio soggiorno. L'aria è tesa senza Kenneth, e le occhiate guardinghe e ostile che ci lanciamo io e Michael bastano a far intendere quanto nessuno dei due vorrebbe essere qui.

Vorrei aprire bocca per mettere fine a questo patetico scambio di occhiate, ma la porta viene spalancata con una certa forza, e sulla soglia si palesa la moglie del diavolo. Il detto"Dio li fa e poi li accoppia" è azzeccato per loro; in una sola frase è racchiusa tutta la loro storia da innamorati persi.

Mia madre è rimasta la stessa da anni, sembra che i segni della vecchiaia la evitino sempre, è come se anche loro si rifiutassero di avere a che fare con lei... E, anche se imperterrita continua a voler fare mille trattamenti puramente estetici per cercare di rimanere sempre giovane, Louisa è sempre stata una di quelle poche persone al mondo ad avere il potere di riuscire a invecchiare senza mai perdere quella bellezza unica che la contraddistingue. Anzi, sembra solo che a ogni anno passato lei riesca a diventare sempre più raffinata: occhi azzurri come un cielo limpido di metà mattina, zigomi alti e ben definiti, naso piccolo e all'insù proporzionato al resto del volto dai lineamenti femminili ed eleganti. I capelli castani chiaro con qualche riflesso biondo scuro la rendono una divinità scesa in terra, e lei ne va fiera della sua bellezza. Vorrei possedere anch'io un briciolo di questa sicurezza, ma purtroppo ogniqualvolta che mi guardo allo specchio noto solo i dettagli deprimenti della mia sofferenza.

Re-start, Ricomincio da teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora