Capitolo 18

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‼️Attenzione: Capitolo con scene di vi0lenza! ❄️

𝓔inar

Scrollo il capo, un sorriso mi incurva leggermente le labbra. Quella ragazza riesce a essere una sorpresa unica, affascinandomi a ogni giorno trascorso assieme. Peccato per la nostra piccola incomprensione che le ha causato un nervosismo e malumore per tutta la durata del pasto, fino a pochi minuiti fa; l'ho intuito dagli impercettibili movimenti del suo corpo e l'arricciarsi continuo del naso. Oppure il petto che si sollevava e abbassava rapido, e l'inconfondibile velo lucido formatosi sopra i suoi occhi.

In quell'istante, desideravo solo che agganciasse le iridi alle mie per vedere con i suoi stessi occhi cosa celassero realmente le mie parole: voglio aiutarla, darle il mio supporto e spronarla a rialzarsi da questo dolore annientante, ma fin da subito ho piazzato dei paletti tra noi due e il nostro futuro rapporto. Se dovessi superare il limite, sarei fuori dai giochi e ogni piano andrà a farsi benedire; e dopo tutto il tempo e sofferenza impiegati, non voglio che nulla vada per il verso sbagliato.

Mi strofino gli occhi, esausto, ripercorrendo gli ultimi avvenimenti. Il lampo di genio che ha attraversato la mente del Piccolo Salice, pochi minuti fa, vorrei che non fosse mai esistito. In questo periodo James ha cercato di limitarle ogni uscita per validi motivi - sotto mia richiesta - e correre da sola, per aggiunta di sera, è un'idea pessima.

Serro la mascella, isolandomi per un istante dalla realtà mentre ogni ripercussione di queste settimane mi sconquassa da capo a piedi. Pensavo che sarebbe filato tutto liscio, ma sembra che il fato ci ha voltato le spalle ancora una volta.

Corazón, accortosi del mio momentaneo distaccamento dal mondo, mi risveglia dai miei stessi tormenti dandomi un colpo al polpaccio con il suo umido muso; i suoi occhi mi guardando con un luccichio speranzoso.

≪Andiamo a vedere dove sono finiti quei due...≫, sussurro al mio cane, riferendomi a Willow e Paquito.

Esamino le strade circostanti, ma ogni volto femminile che vedo non è il suo. Dei suoi occhi non c'è traccia, e nemmeno di quel suo solito broncio che mi riserva, alternato dal sorrisetto esasperato. Metto a tacere la paranoia crescente, percorrendo altri vari metri con un senso d'ansia e angoscia che mettono in subbuglio il mio stomaco.

Il rumore di un zampettare, rapido e affannato, insieme a un corpicino peloso e scuro con due orecchie sventolanti per via della corsa e del vento si fanno strada tra le persone, raggiungendomi a tutta velocità. Non ci metto molto a intuire che il cane in questione è Paquito, ma senza Willow.

≪Ehi, va tutto bene... Dov'è Willow?≫ come se potesse rispondermi, gli porgo mille domande allarmate. Il bassotto abbia e ringhia, muovendo il muso verso i vicoli più avanti. 

Dove diavolo sei finita, Piccolo Salice?

Afferro il guinzaglio di Paquito e con Corazón in seguito, inizio a correre con più rapidità del solito, sperando che quella strana sensazione al petto sia solo la mia sfiancante ossessione per la negatività. Secondo le regole che ho stilato io di persona mesi fa, decretandole a tutti i miei uomini subito dopo, dovrei ragionare lucidamente e chiamare i rinforzi. Ma, in questo momento le regole possono anche andare a farsi fottere: voglio solamente vedere con i miei dannati occhi dei famigliari capelli castani, insieme ai suoi occhioni grigi con mille sfumature che mi torturano a ogni ora quando si posano sulla mia figura.

Paquito continua a strattonarmi, introducendoci dentro un vicolo buio, lontano dalla vista e udito delle persone. Mi metto sull'attenti, oscurando per vari secondi il lume della ragione. A riscuotermi é il mio nome urlato in un tono acuto e sofferente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: a day ago ⏰

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