Capitolo 10

826 54 272
                                    


𝓦illow

Esser riuscita ad avere un'intera notte di sonno é stato, per me, una tregua più che gratificante. Questa volta, nessun incubo mi ha tormentata.

La serenità percepita al mio risveglio mi ha fatto eseguire le solite mansioni senza il quotidiano peso a gravare sulle mie spalle. E la solitudine, questa mattina, è stata scacciata via dal sottofondo di voce del mio adorabile cugino Kenneth, che commentava ogni scena di una serie TV intricata di misteri e storie d'amore proibite.

Paquito, come ormai d'abitudine, mi ha accompagnata a ogni passo, mugolando ogni tanto per ricevere carezze; e chi sarei io per proibirgliele?

Parlando del bassotto, non posso fare a meno di pensare a Corazón e il suo padrone che, invece, non so dove possano essere. Al mio risveglio, l'unico rumore udito era il brontolio del mio stomaco affamato, e mentre sostavo sulla soglia di camera mia, con in mano un libro abbastanza pesante da causare un leggero trauma cranico a chi lo avrebbe ricevuto in testa, il silenzio tombale mi ha accolta.

Ancora adesso, dopo un paio di ore dall'inizio della mia mattinata, la quiete alleggia nell'aria.

Mi rannicchio di più in me stessa, attorcigliando attorno al mio corpo il plaid a quadri neri e rossi che mi procura calore. Scorro con il dito le varie foto dei miei conoscenti sui social, notando che l'unico argomento di conversazione al momento è il Natale.

Natale... Dovrei passarlo con la mia famiglia, ma dopo le parole di mio padre rivolte verso Jay, non posso presentarmi in quella casa sapendo già di imbattermi nell'espressione irrisoria di Michael. Mio padre ha sempre avuto l'irrazionale pensiero che io un giorno avrei chiesto il loro perdono e aiuto, anche in ginocchio, se mi sarei ritrovata in una situazione economicamente complicata; ma nemmeno le buste paghe dimezzate mi hanno dirottata da quella determinazione che possedevo nel vivere la mia vita.

Il rumore della porta cigolante all'apertura e gli abbai di acuta felicità di Paquito mi riscuotono dal mio momentaneo flusso di pensieri, facendomi sollevare di colpo dal divano. Corazón entra come uno tsunami nel salone, scuotendosi per lasciar ricadere sul pavimento i rimasugli di neve depositati sopra il suo lungo pelo. Sorrido alla vista dei due cani che si salutano, iniziando a inseguirsi un secondo dopo.

≪Ehi, Willow!≫ Alex entra in casa, sfoggiando uno dei suoi solari sorrisi. Ricambio il suo saluto mentre scuote una mano tra le ciocche bionde, rimuovendo gli ultimi fiocchi di neve sciolta. Nella sua mano destra, un bicchiere take away rosso spicca per le sue grandi dimensioni.

Alex mi porge il bicchiere. ≪Ti ho portato questo...≫

Il suo gesto mi scalda il cuore, e il sorriso che sboccia sul mio volto illumina lo sguardo del biondo.

≪È cioccolata calda. Anche se, ormai, si dovrebbe essere raffreddata un po'...≫ continua, e la smorfia imbarazzata che prende posto nei suoi lineamenti aumenta il mio sorriso. Gli rivolgo un'espressione riconoscente mentre lui si gratta la nuca, in uno stato di evidente imbarazzo.

≪Grazie, grazie e ancora grazie all'infinite!≫

Il contenuto del bicchiere è ancora parzialmente caldo, e i miei polpastrelli provano subito una sensazione di calore non dovuta solo alla bevanda.

≪Quindi è questa tua sorella? È uguale a te James, davvero!≫ Mi volto di scatto, udendo una nuova voce femminile unirsi alla conversazione tra me e Alex. Inarco le sopracciglia, restando restia nell'improvvisa presenza di una ragazza.

La fisso con evidente curiosità, esaminandola: è di sicuro più alta di me di qualche altro centimetro massimo. La sua carnagione olivastra è in contrasto con i voluminosi ricci scuri, quasi tendenti al nero, e gli occhi, del medesimo colore della chioma, riescono a trasmetterti a primo impatto una famigliarità mai provata.

Re-start, Ricomincio da teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora