Capitolo due

283 14 8
                                    

Hailee alla fine aveva preso la decisione di partire per Riverland, il paesino in cui vivevano i suoi genitori.
Si trovava all'aeroporto che fortunatamente non era ancora così caotico come lo sarebbe stato tra un mese con le vacanze di natale.
Prese il suo bagaglio a mano sospirando e si sedette al suo posto in aereo, di fianco a una madre con suo figlio che non doveva avere più di 4 anni. Prevedeva un viaggio fantastico.
Si mise le cuffie cercando subito di addormentarsi appena partiti, ma sfortunatamente i pianti del bambino non glielo permisero.
Arrivò a Riverland la sera, stremata dal viaggio e l'unica cosa a cui pensava era dormire per almeno una giornata intera.

Aveva parlato molto con sua madre di questa vacanza.
Era dubbiosa sul da farsi e aveva paura di lasciare New York e non lavorare per così tanto.
Sapeva che i risparmi accumulati in tutti questi anni le sarebbero bastati per molto tempo, ma il timore di perdere il controllo e del futuro erano sempre presenti, nonostante tutte le rassicurazioni ricevute dai genitori.

Scese dal taxi e si ritrovò davanti ad un cottage immerso in un grande giardino.
Sembrava di stare in Inghilterra piuttosto che negli Stati Uniti, guardando quella casa.
Attraversò il viale di mattoni con tutte le sue valige e poi suonò il campanello in attesa che la porta si aprisse.

"Tesoro, quanto è bello vederti!" Esclamò sua madre entusiasta.
L'aveva travolta in un abbraccio e per poco non cadde inciampando nelle sue valige.
Anche suo padre la raggiunse e rimasero immobili abbracciati per qualche minuto.

"Dai entriamo che fa freddo" disse suo padre staccandosi dal contatto.

Hailee prese le sue valige ed entrò in casa.
Era molto accogliente, decorata da numerose piante e foto, principalmente di lei quando era più piccola. Provava nostalgia guardando quanto fosse felice e spensierata in quelle immagini.
In aria aleggiava un profumo di crostata, la sua preferita, quella di suo padre. Aveva tentato più volte di riprodurla, ma non veniva mai come la sua.
Non guardò tutte le stanze della casa, ma salì subito al piano superiore ed entrò nella camera da letto, guidata da sua madre.

"Questa è la tua stanza, c'è anche un piccolo bagno privato e un balcone. Le lenzuola sono pulite e se hai bisogno di una coperta in più, sono nell'armadio" spiegò la madre.

Hailee la ringraziò e le diede la buonanotte.
La stanza era parecchio anonima, l'unica decorazione era una pianta, per il resto c'erano solamente il letto, l'armadio, un comodino e una tv.
Si buttò sul letto sospirando e decise che avrebbe sistemato tutto il giorno dopo, prima aveva bisogno di una bella dormita.
In poco tempo i suoi occhi si chiusero e sprofondò in un sonno profondo.

Si svegliò 12 ore dopo, quando ormai era ora di pranzo.
Aprì gli occhi, inizialmente confusa su dove si trovasse, ma poi ripercorse mentalmente le ultime ore prima di addormentarsi e si ricordò di essere a casa dei suoi genitori.
Si alzò controvoglia, avrebbe voluto rimanere un altro po' a dormire, ma decise di prepararsi e scendere in cucina a bere qualcosa.
Incontrò suo padre intento a preparare del cibo, probabilmente il pranzo.

"Buongiorno Hailee, hai dormito bene?" Chiese l'uomo abbracciandola.

"Si, forse anche troppo" sorrise guardando l'orologio a cucù sopra il frigorifero "La mamma dov'è?" Domandò guardandosi attorno.

"È nella serra, sta finendo di annaffiare i fiori"  rispose passando un bicchiere d'acqua a Hailee.

"Non sapevo della serra, avete un bel giardino" disse curiosa di poterlo esplorare meglio.

Le mancava la natura. A New York, oltre il Central Park, non era presente e lo si percepiva anche nell'aria.
Lo smog e i grandi edifici oscuravano il paesaggio e tutto ciò che si poteva vedere era il grigio e le luci abbaglianti.

Sweet Christmas [Steve Rogers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora