Capitolo tre

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Erano passati quattro giorni da quando Hailee era arrivata a Riverland.
Non era abituata a passare le giornate in quel modo, rilassandosi e passeggiando nel giardino incantevole della casa.
Amava passare le giornate nella serra, ad annusare i fiori e ad annaffiarli insieme a sua madre. Ogni tanto ne raccoglieva uno per farlo essiccare tra i libri, come faceva quando era più piccola.
Ripensava spesso a quel giorno in pasticceria, o meglio pensava spesso a Steve Rogers.
In qualche modo quell'uomo l'aveva incantata e non riusciva a levarselo dalla testa.
Voleva chiedere qualche informazione su di lui ai suoi genitori, sapeva che avrebbero potuto dirle qualcosa, ma non voleva che facessero qualche supposizione strana, era solo curiosa.

Finì di bere il suo caffè che prendeva solitamente dopo pranzo e vide sua madre entrare in cucina con una lettera in mano.

"Che cos'è quella?" Chiese Hailee mentre lavava la tazzina.

"È una lettera che devo spedire a una mia cara amica" rispose infilandosi la giacca per uscire.

"Esistono ancora le lettere? Chiamarsi è troppo difficile?" Disse divertita asciugandosi le mani.

"È una cosa che facciamo da sempre, una specie di tradizione, ci piace fare così" sorrise la madre.

Hailee la trovò una bella cosa, anche se un po' scomoda, era decisamente più facile e veloce inviare un messaggio dal telefono.
Mentre vide sua madre aprire la porta di casa, le venne un'idea.

"Se vuoi te la consegno io, così visito un altro po' la città" Propose con un po' troppo entusiasmo.

"Sei sicura?" Disse la madre consegnandole la lettera in mano.
Era confusa da quel gesto di sua figlia e si chiedeva se c'era qualcosa sotto.

"Sicurissima, tu puoi preparare i fiori da portare al mercato domani, così non ti stanchi troppo".

Hailee uscì di casa dopo che la madre le spiegò dove consegnare la lettera e per tutto il tragitto non smise di sorridere, sapendo dove sarebbe andata dopo la commissione.
Imbucò la lettera nella cassetta rossa e poi si diresse verso il viale in cui era stata l'ultima volta.
Incontrò anche un anziano signore che la salutò, nonostante non si conoscessero, era confusa inizialmente, ma poi ricambiò per educazione.
Si ritrovò davanti alla pasticceria più in fretta di quanto pensasse e si arrestò alla porta d'ingresso.
Non aveva ancora pensato a cosa dire una volta entrata, aveva agito d'istinto senza riflettere sul perché voleva andare così tanto in quel posto.
Osservò l'interno del negozio dalle vetrate chiedendosi se fosse aperto dato che non vedeva nessuno. Avrebbe dovuto mettere in conto prima l'idea che potesse essere chiuso.
Fece per andarsene, ma si fermò sentendo il rumore della porta che si apriva.

"Hey, mi sembrava fossi tu, stai scappando?".

Hailee cercò di trattenere il suo sorriso alla vista di Steve spettinato e con un grembiule addosso in cui erano ricamati dei piccoli fiorellini.

"No, pensavo fosse chiuso, per questo me ne stavo andando" spiegò Hailee.

"Entra pure è aperto, stavo sistemando i pasticcini nel bancone" disse Steve facendo entrare prima Hailee, poi si richiuse la porta alle sue spalle.

"Li puoi assaggiare, se vuoi ti offro anche un caffè" aggiunse ritornando dietro il bancone.

"Grazie, ma sono a posto" rispose Hailee sedendosi davanti a Steve.

Si guardò attorno, notando quanto fosse vuota la pasticceria.
È vero che non era una grande città, ma si aspettava che almeno ci fosse una persona oltre a lei.

"So a cosa stai pensando, puoi farmela quella domanda" disse Steve osservando Hailee.

Venne presa alla sprovvista, non sapeva se   fargliela o no, ma alla fine prese coraggio, era sempre stata una persona diretta.

Sweet Christmas [Steve Rogers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora