Capitolo sette.

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"Michael, ti prego." Sbottai. "Non rendere il tutto più difficile, non capisco nemmeno cosa tu voglia da me." Borbottai, cercando di togliermelo di dosso. Era impossibile. Avevo voglia di lui più di qualunque altra cosa, e se non fossi stata una persona così sensibile nei confronti di Damon che mi amava veramente o di Arleen che voleva solamente la mia felicità gli sarei saltata addosso. Perché a dire il vero non volevo nient'altro.

Noi due eravamo così perfetti nel nostro piccolo cerchio di amore. Formavamo un universo contemporaneo e surreale, e anche se facevo la finta dura, anche se fingevo di avercela con lui, non vedevo l'ora di poter tornare ad accarezzargli quella mascella tanto ben definita e a baciare quelle labbra carnose e irresistibili.

Amavo Michael in ogni suo lato, buono o cattivo che fosse. Amavo Michael quando era arrabbiato, amavo Michael in questo stato, pieno di debolezze e completamente quasi accasciato sul mio corpo. Esigevo più contatto, ma al contempo dovevo spingerlo via. Summer era in casa.

"Voglio solo sapere se Summer è mia figlia." Sussurrò contro la pelle del mio collo. "Non sono idiota, Jackie. Vedo la somiglianza tra me e lei." Soffiò corro la mia pelle che era incredibilmente umida sotto il suo respiro, lasciando una scia di baci e lasciando me impassibile sotto il suo tocco.

"Te l'ho già detto." Dissi, provando a scansarlo. "Summer non è tua figlia, e per quanto ti dispiaccia ti comunico ufficialmente che Summer è figlia di Damon." Sbuffai. Ero veramente esasperata.

"Ora stai esagerando!" Tirò un pugno al muro, facendomi sobbalzare. Dimenticavo questo suo lato, struggente e spaventoso. Odiavo vederlo così, mi riduceva a illudermi che tutto stesse andando a meraviglia. "Devi dirmi le cose come stanno, porca puttana." Si avvicinò pericolosamente a me.

"Ah, veramente, vuoi sapere le cose come stanno, Mikey?" Mi avvicinai anche io a lui, sentendo le mie labbra sfiorare le sue. C'ero quasi. Avrei fatto di tutto pur di tenere nascosta la verità.

"Sì, cazzo. Hai finalmente deciso di dirmi la verità, Jack?" Mi rimproverò, appoggiandosi con una mano al muro, mentre con l'altra mi teneva il fianco saldamente attaccato al suo, facendomi sentire la sua prominente erezione spingere sul ginocchio. 'Come ai vecchi tempi', pensai.

Mi avvicinai ancora di più a lui, per poi chiudere gli occhi e appoggia le mie labbra sulle sue. Finalmente dopo istanti interminabili sentivo quel qualcosa che mi aveva svuotato riempirmi di nuovo, avevo conferma che colui che amavo veramente era Michael, Michael Clifford. Padre di mia figlia. Colui che dovrebbe essere al posto di Damon ora. Ma non avevo dato uno sguardo al passato quando gli morsi il labbro, facendo entrare in collisione le nostre lingue.

'Ti amo, Mikey', pensai, ma evidentemente non riuscivo a dirlo.

Ci staccammo - senza fiato - dopo qualche minuto, rimanendo a fissarci intensamente negli occhi. Il suo sguardo bruciava il mio, facendogli acquisire un sapore diverso. Michael riusciva a rendermi così vulnerabile.

"Summer non è tua figlia." Sbottai, per poi aprire la porta come se niente fosse e uscire da quel posto, con un sorriso da ebete stampato in faccia.

- - -

"Jessica!" Urlai, correndole incontro.

"Oh mio dio, non ci posso credere. Jackie Miller!" Urlò, abbracciandomi forte. "Da quanto tempo non ti vedo? Oh mamma mia." Mi continuò ad abbracciare senza mollare la presa.

"Okay, okay. Jessica, finirai per strozzarmi." La tranquillizzai, staccandomi dalla sua presa. "Come stai?" Le domandai incuriosita.

"Sono ancora molto arrabbiata con te, Jackie." Mi batté un pugno sulla spalla. "Insomma, sei andata senza dire niente a nessuno e io avevo ancora molte avventure da vivere insieme a te." Abbassò la testa, demoralizzata.

"Evidentemente il destino ha scelto un'altra compagna di avventure per una come me." Pensai a voce alta, senza rendermi conto che accanto a me c'era Jessica. E Jessica non sapeva che Summer era figlia di Michael.

"Cosa?" Mi domandò. "Quindi mi hai sostituito con un'altra ragazza?" Cominciò a urlare, con tono rotto dal pianto.

"Jessica, no. Non ti avrei mai sostituita. Eri e sei un'amica eccezionale." Sorrisi inconsciamente. "Ero semplicemente incinta. Avevo bisogno di andarmene da qua."

"Eri incinta?" Domandò, portandosi una mano nei capelli. "Diamine, chi è il cazzone che ti ha messo incinta?" Urlò.

"Michael Clifford." Pensai a voce alta. Diamine, perché non sto mai zitta? Spero che Summer non diventi come me su questo punto di vista.

"Michael Clifford ti ha messo incinta?" Sbraitò, mentre io annuii.

"E ora?"

"Io ho vissuto da altre parti, e sono tornata poco tempo fa." Dissi. "Ma l'ho reincontrato."

"E?"

"Ed è stato come se tutti gli errori fossero finiti in un mucchio di rifiuti."

[continuiamo a 10 voti]

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