Capitolo tredici.

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Michael Clifford.

C'era qualcosa di strano in Jackie da quando avevo sbirciato quei fogli. Non ricordavo esattamente cosa ci fosse scritto, ma avevo vaghi ricordi nella mente, come ad esempio il nome di Summer.

Pensai tutta la notte, ascoltando i frequenti litigi fra la mia mente ed il mio cuore. La prima, totalmente presa dalla curiosità, voleva sapere ad ogni costo cosa ci fosse scritto su quelle carte, escogitando magari qualche piano malefico per poterli leggere senza che Jackie se ne accorgesse. Il mio cuore però, perdutamente innamorato di lei, non voleva farla arrabbiare di nuovo temendo già di perderla.

Ricordavo ancora le sue parole della sera prima, quando mi disse che dovevo solamente farmi gli affari miei, e ripensai a cosa sarebbe successo se mi avesse visto un'altra volta cercare di mettere il naso nelle sue questioni private.

Tornare con lei era stato fin troppo difficile e avevo dovuto rischiare tutto quello che avevo per poter riacquistare la sua fiducia, ma nonostante questo ne era valsa la pena. Vivevo di nuovo con lei proprio come ai vecchi tempi, ed insieme a noi c'era una bambina fantastica che anche se non era proprio mia figlia, la sentivo come tale.

Erano le otto e mezza, e il sole cominciò a filtrare dalle persiane della camera da letto. Aprii lentamente gli occhi per svegliarmi bene. Jackie era accanto a me, appoggiata al mio petto mentre dormiva. Solo un lenzuolo ci avvolgeva, e osservando la scena mi tornarono in mente tutte le sensazioni che provai la sera prima facendo di nuovo l'amore con lei.

Il giorno in cui lei se ne andò, temetti che non avrei più vissuto nuovamente una scena così bella, e non potevo far altro che considerarmi l'uomo più fortunato del mondo, perchè quel giorno, in quel momento, stava accadendo.

Nonostante i miei sbagli, lei è sempre stata accanto a me. È sempre stata la mia Jackie.

Dopo qualche minuto passato unicamente ad osservarla, anche lei aprì piano gli occhi, e quando il suo sguardo si incrociò con il mio sorrise teneramente. 

Guardarla negli occhi e vederla ridere di primo mattino era una sensazione bellissima, il risveglio migliore di tutti i tempi. Era tutto ciò che avevo sempre desiderato.

"Buongiorno, tesoro." Sussurrò, dandomi un soffice bacio sulle labbra. Adoravo svegliarmi così.

La baciai di nuovo, stringendola forte a me. "Buongiorno anche a te, piccola." Risposi. "Hai dormito bene?" La vidi annuire, per poi scendere dal letto.

Recuperò dal pavimento la mia camicia e le sue mutandine di pizzo, per poi indossarle entrambe e tornare nel letto accanto a me.

Mi accarezzò una guancia, contornando con le dita il piccolo accenno di barba che avevo sulla mascella. Il mio sguardo cadde sul braccialetto che indossava, e non ci volle molto prima che un mare di ricordi mi avvolgesse totalmente.

Si trattava del primo regalo che lei ricevette da me all'ultimo anno di liceo, e dopo tutti i miei errori ero felice che lei lo indossasse ancora.

"Lo hai tenuto." Affermai soddisfatto, osservando il gioiello che circondava perfettamente il suo piccolo polso.

"Che cosa?" Mi domandò perplessa, non capendo a cosa mi riferissi.

"Parlo del tuo braccialetto." Lo indicai con un cenno del capo, rigirandomi fra le dita il piccolo ciondolo. "Pensavo l'avessi buttato il giorno in cui sei partita."

"Non avrei mai potuto, Mike." Mi rassicurò lei. "Questo non è solo il primo regalo che mi hai fatto, ma questo ciondolo rappresenta noi due, e quindi ha un significato molto profondo per me." Intrecciò le sue dita con le mie. Ogni volta che succedeva rabbrividivo. La amavo tantissimo.

"La catena dell'infinito, come prevedono norme di logica, non si spezza o si divide, mai." Sorrisi. "Proprio come noi due." Lei mi abbracciò forte.

"Sei meraviglioso." Sussurrò contro la mia pelle. "Ti amo davvero tanto Michael Clifford, voglio che tu lo sappia."

Le diedi un piccolo bacio a stampo. "Ti amo anche io Jackie, ricordatelo sempre. I miei sbagli non riusciranno mai a rendermi pulito davanti a te, ma il mio amore supererà tutto questo. Per te, lo farà." Tornai a baciarla.

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Jackie Miller.

Strinsi la mano a Michael, mentre pian piano ci dirigemmo ad una delle panchine del parco insieme a Jessica e Calum.

Ormai perfino i muri avevano capito che quei due stavano insieme, così Jessica organizzò una piccola uscita a quattro pomeridiana prima di passare a prendere Summer a scuola.

Era stato difficile farla ambientare qui in Michigan, ormai lei aveva i suoi piccoli amichetti a Detroit e in fondo la capisco, ma avevo bisogno di tornare dalla mia vera famiglia, da Michael.

Non mi pentivo affatto di averlo perdonato. Sapevo di aver fatto la scelta giusta. Sapevo che perdonandolo avrei raggiunto la vera felicità. Io, accanto a lui, mi sentivo bene.

"Quindi siete effettivamente tornati insieme?" Ci domandò retoricamente Calum, vedendo le nostre mani inteecciate. Michael strinse la mia, annuendo.

"Proprio così." Rispose. "E penso che non la lascerò così in fretta." Sorrisi a quell'affermazione.

Se non fosse stato per quell'errore, io e Michael saremmo rimasti insieme per tutto quel tempo, e lui avrebbe saputo fin dall'inizio che Summer era sua figlia.

Stavo commettendo io l'errore, in realtà. Non gli avevo raccontato la verità, e se l'avesse saputo sarebbe stata la fine di ciò che avevo finalmente ricostruito.

"Jackie." Mi richiamò il mio ragazzo, e io mi ripresi in fretta.

"Oh, dimmi." Dissi, sorridendo. "Scusa Mike, mi ero solamente distratta. Sto bene."

"Oh, d'accordo." Mi diede un bacio. "Calum e io stiamo andando a comprare dei gelati, tu che gusti vuoi?"

Riflettei. "Mh, fragola e cioccolato. Sono i miei preferiti, se ricordi." Lui annuì ridacchiando, e in poco tempo sparì con Calum alla prima gelateria vicina.

Jessica mi si avvicinò, sedendosi accanto a me. "Jackie, che diamine ti prende?"

Sbuffai. "Sto sbagliando tutto, Jessica. Sto commettendo un errore madornale. Non posso permettermi di continuare a mentirgli, non dopo che siamo finalmente tornati insieme." Lei mi guardò compassionevolmente, annuendo.

"Devi dirglielo." Disse. "Non ti farò nessuna predica, penso che anche tu sappia cosa succederà se continuerai a mentirgli."

"Sì." Dissi semplicemente, abbassando la testa. "Lo so."

"Quindi? Che farai?" Mi domandò.

Ci pensai, poi alzai lo sguardo. Non c'era altra soluzione.

"Glielo dirò. Dirò a Michael che quella piccola creatura che tanto adora non è figlia di Damon ma sua." Sospirai. "Ha il diritto di saperlo."

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Siamo tornate lmao

Sappiamo benissimo che sono decenni che non aggiorniamo ma tra un impegno e l'altro abbiamo perso la cognizione del tempo.

Anyway, spero che nessuno abbia abbandonato questa storia.

Tanti saluti,

hemmovoice + kissmeuntilmoon

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 15, 2016 ⏰

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