Capitolo undici.

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Jackie.

La mattina dopo mi risvegliai con una strana e potente sensazione che mi aveva fatto dimenticare le cose brutte che mi erano successe la sera prima. L'abbandono di Damon era previsto, avrei voluto lasciarlo io.

Ma si sa, quando succede qualcosa agli altri non sara mai come quando si subisce qualcosa.

Aprii leggermente gli occhi, focalizzando il luogo in cui ero. Ero a casa di Michael e la sera prima avevo fatto l'amore con lui.

All'apparenza poteva sembrare tutta una favola. Io e lui che ci eravamo lasciati, io rimanevo incinta e lui tornava. Ma Michael non sapeva ancora di Summer, e non potevo certo dirglielo così su due piedi.

Era un argomento delicato, e Michael era sensibile.

Gli lasciai un bacio soffice sulle labbra, e quando aprì gli occhi anche lui mi tirò a sé, baciandomi ancora.

"Buongiorno." Mi salutò, solleticandomi il naso. Sorrisi involontariamente. In quel momento mi sentivo la cosa più importante del mondo. Ed era lui che mi faceva sentire così.

"Buongiorno." Gli risposi, continuando a bearmi del suo sguardo su di me. I ricordi della sera prima erano ancora vividi nella mia mente, ed ero convinta che dimenticare una notte così sarebbe stato difficile.

Mi alzai quel poco per riuscire ad afferrare il mio cellulare sul comodino. Era spento, e speravo con tutto il mio cuore che a Calum e a Jessica non fosse dispiaciuto occuparsi di Summer per una notte.

Accesi il telefono, trovando una chiamata persa da Arleen e quattro messaggi da parte di Calum.

Da: Calum

Jackie

Da: Calum

Non so se ti dispiace, ma siccome non sei a casa e Summer dorme beatamente sul divano abbiamo pensato di tenerla noi questa notte

Da: Calum

Spero che tu domani ti faccia sentire con delle spiegazioni

Da: Calum

Buona serata :)

Sorrisi inconsciamente: era stata proprio una bella serata, e almeno sapevo che Summer era al sicuro.

Decisi che avrei richiamato Arleen quando sarei uscita da casa di Michael.

"Non te ne sei pentita, vero?" Mi domandò Michael, dopo un lungo silenzio. Mi voltai verso di lui, sorridendogli.

"No, Michael. Non me ne sono pentita." Mi avvicinai a lui, stampandogli un bacio sulla guancia.

"Non sai quanto mi sono sentito in colpa per averti persa, Jackie." Disse dispiaciuto. Ormai il passato era passato. Non volevo pensarci.

Il nostro passato era come un corpo pieno di ferite. Erano guarite tutte, tranne una: e questa è Summer. Lei era una ferita ancora da guarire, e chissà come avrei fatto a dirglielo.

"Non fa niente, Michael." Lo rassicurai, incorniciandogli il viso con le mani. "Io ti amo e tu mi ami, e stanotte abbiamo fatto l'amore. C'è qualcosa che conta oltre a noi?" Scosse la testa, guardandomi con quello sguardo che mi aveva sempre fatto perdere la testa. Era la creatura più bella del mondo, ed era mio.

"Mi sembra di rivivere il passato. Non ho dimenticato niente di noi due." Sorrise, e lo imitai perché la scena era troppo per non esserne felice e orgogliosa.

Molto tempo prima mi ostinavo a credere che non ero brava a lenire i danni che mi procuravo, ma avevo appena recuperato l'amore per Michael, ed era una grande vittoria.

"Io e te saremo una ferita sempre aperta, Michael. Nessuno potrà mai cancellare l'immagine di noi due." Dissi convinta, e lui mi trascinò sopra di lui, riprendendo a baciarmi e a stringermi come non aveva mai fatto.

Quanto mi era mancato tutto questo.

- - -

Bussai alla porta della casa di Jessica, sperando che ci fosse qualcuno a casa. Venne ad aprirmi Jessica, sorridente, che teneva per mano Summer.

"Mamma!" Disse la piccola saltandomi al collo. "Dove sei stata?" La strinsi forte a me, ed era come stringere un pezzo di Michael. Era sua figlia, in fondo.

"La mamma è dovuta andare via, amore. Ma ora sono qui con te." La rassicurai, dandole un bacio piccolo sulla fronte.

"Sum, vai a giocare con Alex. Io e la mamma dobbiamo parlare." Le disse amorevolmente Jessica, accarezzandole una ciocca di capelli. Summer annuì, correndo pimpante verso il giardino.

"Chi è Alex?" Domandai perplessa.

"Il nipote dei due anziani che abitano qua accanto." Sorrise. "Ha l'età della tua Summer." Annuii riluttante, ammirando la gioia che emanava la mia piccola.

"Come posso ringraziarti per stanotte?" Domandai a Jessica, afferrando il portafoglio.

"Non voglio i tuoi soldi, Jackie." Rispose secca. "È stata una notte, e tu avevi qualcosa di importante da fare." Inarcò un sopracciglio, incitandomi a dirle tutto.

"Io e Michael abbiamo fatto l'amore." Mi sedetti sul divano, confusa. "E abbiamo chiarito. Tutto. O quasi."

"Cioè, tu gli hai detto che lo ami?" Mi domandò sorridente. Era felice per me.

"Sì." Imitai la sua espressione. "Mi ama anche lui. Insomma, ci amiamo."

"Ora è il momento giusto per
dirgli che Summer è sua figlia!" Esultò Jessica, battendo le mani.

"No!" Urlai. "Non è il momento."

Lei sbuffò. "Ricordati che un giorno tutto questo potrebbe finire, e Summer potrebbe maturare e non prenderla bene come credi. Stessa cosa Michael." Spiegò.

"Tu dici?"

"Sì, e non solo io. Anche Cal."

"Cal?" Ridacchiai, imitando il suo tono. "Jessica, devi dirmi qualcosa anche tu? Qualcosa riguardo te e Calum?" Dissi maliziosamente.

"È carino." Arrossì. "È così dolce." Ridacchiò, e mi resi conto di una cosa.

Il passato tornava, non aveva problemi a farsi risentire. Ma sarebbe diventato tutto un dolce presente.

daddy || m.c.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora