«Pensieri, pozioni e misteri»

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📍Sydney

Xiana

Osservo le persone passeggiare con il volto costellato di emozioni che oscillano tra la felicità, lo stupore, la stanchezza...

Osservo le persone condurre la propria vita attraverso modalità differenti, distinguendosi gli uni dagli altri.

Osservo tutto con la massima attenzione senza tralasciare nessun dettaglio: oggi la città mi sembra più caotica.

Locali, bar, ristoranti si accingono ad aprire le saracinesche per permettere l'ingresso ai visitatori; le scuole accolgono i bambini desiderosi di trascorrere un altro giorno con i propri compagni; i ragazzi e le ragazze che si scambiano ininterrottamente parole, frasi godendosi tutto quello che ha da offrire questa vita.

Una vita diversa dalla mia. Una vita che non ha niente a che vedere con la mia. Una vita che non ho scelto, una vita che mi è piombata dal nulla senza darmi la possibilità di scegliere.

Una vita non mia.

Una vita che è stata decisa da qualcun'altro.

E mentre percorro la strada verso quella che dovrebbe essere la mia casa, imprimo nella mia mente ogni centimetro di questo scenario: intenso, particolare ed emozionante. Ma ricordando che sarà solo ed esclusivamente una piccola fotografia che conserverò gelosamente nello scrigno della mia immaginazione.

 Ma ricordando che sarà solo ed esclusivamente una piccola fotografia che conserverò gelosamente nello scrigno della mia immaginazione

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Sydney

«Quindi ieri ti sei scontrata con questo ragazzo e ti ha parlato in questo modo?» mi interroga Janel con uno sguardo tra la rabbia e lo shock.

Annuisco agguantando il mio calice di vino prettamente rosso e frizzante, lasciandomi avvolgere dalla brezza mattutina di inizio settembre.

«Ma tu guarda che cafone! Io probabilmente gli avrei rovesciato in testa già due drink»

«Su questo, non ho proprio dubbi Janel»

«Almeno era carino?»

«Janel!»

«Ehi ma che c'è, sono domande da fare assolutamente. Allora?» mi incalza schiacciandomi un occhiolino malizioso.

«Un tipo normale. É stato maleducato e scortese, stop» la fermo prima di arrivare ad un punto di non ritorno.

«Come hai detto che si chiamava?» domanda spulciando sul suo telefono, probabilmente con l'intento di ricercarlo su qualche social.

«Johan, Johan Lars»

«Pensi che Lars sia il suo cognome o il secondo nome?»

«Non saprei, ma perché vuoi saperlo? Ti ho detto che non mi interessa e vorrei dimenticare quell'istante e la sua faccia da odioso» affermo esitando sulle ultime parole.

The beginning (Vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora