Newcastle
Rimango immobile dietro il mio rifugio temporaneo, cercando di captare e comprendere l'aria che fuoriesce dalle loro labbra dando loro modo di delineare frasi o parole di senso compiuto.
Mi sembra quasi impossibile riuscire nell'intento vista la mia abissale distanza dalle mie attuali prede; riesco solo a percepire uno sconfinato nervosismo tra i due, il che non mi rende affatto sicura.
«Che cosa avevamo stabilito? Di non frequentare questi posti!» scandisce Johan, in maniera evidente, le parole appena pronunciate dalla sua bocca.
É chiaramente infuriato, lo si evince dalle sue espressioni e dai suoi movimenti stizziti e repentini. Va avanti ed indietro senza fermarsi per un istante, solo nel momento in cui intende preparare un'altra sfuriata contro Xiana.
Xiana è totalmente l'opposto: è calma, impassibile come se davanti ai suoi occhi non stesse accadendo nulla; come se davanti a lei non ci fosse un pazzo furioso pronta a sbranarsela con le parole.
La invidio, questo è poco ma sicuro, ma la sua sicurezza e il suo disinteresse mi fa, ancora di più, scattare in allerta.
«E tu invece, perché sei qui? Ti stai contraddicendo da solo!» replica lei ammirandosi attentamente le unghie delle mani.
«Non provare a girare la frittata, io conosco benissimo ogni tuo movimento e non è la prima volta che metti piede qui. Questo si verifica ogni giorno, ogni mattina, ogni sera! Stai giocando con il fuoco» la aggredisce verbalmente Johan, senza preoccuparsi del suo tono di voce leggermente amplificato.
«Che cosa? Ma come ti permetti di indagare sulla mia vita e su quello che faccio. Che razza di psicopatico sei?» strilla e ripone nuovamente l'attenzione sul volto del ragazzo tatuato davanti a lei.
«Uno psicopatico che non vuole problemi. Ti avrei già uccisa se non fosse per le conseguenze che dovrei scontare. E lo avrei fatto in un modo estremamente brutale, perché voi Torres vi meritate solo questo. Rovina, terrore e morte!» sbraita ferocemente lui scaraventandola a terra con uno spintone fortissimo.
«Ma che fai, razza di imbecille!» intervengo immediatamente mandando in frantumi il mio obiettivo di restare nascosta ad udire semplicemente i loro discorsi.
Entrambi si voltano a guardarmi: Xiana è confusa, incredula, scioccata mentre Johan fa semplicemente paura.
Una paura che non sai controllare, che non sai decifrare e che ti brucia fin sotto le ossa. Una paura che ti fa ribollire il sangue nelle vene, che ti fa sudare intensamente, che ti paralizza o che ti amputa entrambe le gambe. Una paura che ti scatena un turbinio di emozioni a cui non sai dare un nome, che ti fa schizzare il cuore a mille proprio come se avessi corso una maratona. Una paura che però poi ti riporta allo stato della realtà.
«Tu sei la ragazzina che mi è venuta addosso la volta scorsa. Che diavolo ci fai qui? Stavi origliando?» mi scruta dalla testa ai piedi per poi avvicinarsi sempre di più alla mia figura pietrificata, davanti a lui.
Xiana non dice nulla, rimane lì immobile aspettando la prossima mossa dello psicopatico che ora è sempre più vicino a me. Sempre di più, riesco persino a percepire il suo alito che sa di menta e qualche altro prodotto chimico mentre avverto uno strano formicolio alle mani.
Dannata paura!
«Le stavi facendo del male, idiota! E non stavo origliando, passavo di qua, semplicemente» tento di reagire cercando di non dimostrarmi debole o, nel peggior dei casi, terrorizzata a morte. Perché é così mi sento e non posso farci proprio nulla. Disperatamente tento di mostrarmi indifferente, forte, capace di sostenere lo sguardo infuocato di una tigre che ha appena adocchiato la cena. Ma ahimé, la mia volontà viene tradita dal tremolio della mia voce con cui pronuncio quelle esatte parole.
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The beginning (Vol. 1)
FantasíaNel cuore dell'Australia tutto sembra procedere a gonfie vele: la famiglia Cooper vive la propria vita all'insegna dell'amore, dell'amicizia, del lavoro e del divertimento. Ma si sa che prima o poi qualcosa è destinato a trasformarsi. A Flamelight...