Capitolo 19

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Francia camminava lentamente verso la casa di Italia e Giappone tenendo stretta a sé un regalo che gli aveva fatto. Erano parecchi giorni che non vedeva Italia a scuola e pensava che fosse solo malato, quindi gli aveva comprato un libro per tenergli compagnia.

Sapeva che Italia non aveva molti libri, spesso quando passava davanti alla sua vecchia casa si fermava a guardare dalla finestra, Italia aveva solo una piccola libreria riempita solo per un terzo da libri di cucina e qualche rivista di moda, il resto erano piante secche e pacchetti di sigarette di vario tipo. Un paio di volte era entrata in casa sua di nascosto, quando l'italiano si dimenticava di chiudere la porta a chiave e rubava qualche sigaretta.

Bussò alla porta della sua nuova casa e vide che era aperto, entrò e vide i tre adulti che la guardavano sollevati.

"S-salve? Dov'è Italia? Gli ho portato un regalo..."
Chiese, Reich si avvicinò a lei e le poggiò una mano sulla spalla.

"Non lo sappiamo... o meglio, sappiamo dov'è... ma non come riportarlo a casa... come riportare tutti e tre..."
Disse il nazista guardando a terra.

"C-cosa? Che è successo?!"
Gridò Francia preoccupata.
Il giapponese le fece segno di abbassare la voce, Fasci si alzò e andò verso di lei.

"Come facciamo a sapere che non ci denuncerai? Non mi fido di te, so cosa hai fatto a Italia. Come mai ti importa così tanto di lui adesso?"
Chiese. Francia sentì le lacrime formarsi nei suoi occhi e fece un respiro profondo.

"Lo so cosa ho fatto, e me ne sono pentita... non so che problemi avessi per fare quelle cose a Italia ma... se potessi tornare indietro lo tratterei come un figlio, io gli voglio bene... ero solo accecata dell'orgoglio"
Sussurrò, quasi per paura che potesse sentirla qualcun'altro oltre alla Fascista che le stava davanti. La donna sospirò e le mise una mano sulla testa quasi ad accarezzarla.

"Spero che tu non stia mentendo..."
Disse, Francia negò con la testa e Fasci le rivolse un sorriso rassicurante.

"Comunque... cos'è successo a Italia?"
Chiese impaurita la giovane francese. I tre adulti si guardarono e iniziarono a raccontare cos'era successo.

❄︎❀❄︎

Italia era sdraiato sul letto mentre URSS era seduto di fianco a lui che leggeva un libro. Il ragazzo sospirò, era un'ora che non lo lasciava solo, non aveva nulla di meglio da fare? A quanto pare no.

Dopo un infinità di tempo sentì una voce chiamare il sovietico che si alzò e uscì dalla stanza. Al posto di URSS entrò una persona fin troppo familiare a Italia, UNESCO, che si sedette sul letto e gli accarezzò la testa.

"Cosa vuoi?"
Disse Italia togliendo la mano di UNESCO dalla sua testa.

"Sono venuto a trovarti, ho saputo... dell'incidente. Come stai?"
Chiese l'uomo con sguardo preoccupato. Italia sbuffò e guardò da un'altra parte.

"Cosa ti importa?"
Chiese l'italiano guardandolo male, si trattenne da fargli il dito medio.

"Sei mio figlio adottivo, sei una mia responsabilità finché non compirai 20 anni"
Disse, Italia rimase a bocca aperta, figlio adottivo?

"C-cosa sono io?"
Chiese ancora confuso il ragazzo.

"Ti ho adottato quando avevi 10 anni da quell'orfanotrofio in Italia, non ti sei mai chiesto perché ti avessero fatto uscire così presto?"
Disse UNESCO.

"Credevo perché fossi già abbastanza maturo..."
Rispose Italia.

"Solo noi country maturiamo a 10 anni, gli umani restano stupidi per tutta la vita. Le loro leggi sono diverse dalle nostre"
Spiegò.

"Non ci ho mai pensato..."
Ammise Italia.

"E non ti sei mai chiesto chi ti avesse comprato quella casa? Italia, hai una jakuzzi gigante in giardino e non hai mai lavorato in vita tua, credevi fosse piovuta dal cielo?"
Disse scherzosamente UNESCO, Italia guardò a terra, si sentiva un idiota, effettivamente non ci aveva mai pensato...

"Ma perché... hai lasciato che vivessi da solo? Perché, se hai voluto adottarmi, non ti ho mai visto neanche in faccia per tutto questo tempo?"
Chiese confuso, UNESCO sospirò e cominciò a spiegare.

"Era parte di un programma, ognuno di noi leader avrebbe adottato alcuni country così da farli uscire dagli orfanotrofi in cui erano rinchiusi e portarli qui, su questa isola dove viviamo dalla fine della guerra"
Spiegò UNESCO.

"Ma perché portarci qui? Non potevamo restare nei nostri paesi d'origine e fare il nostro lavoro da country? Siamo nati per questo, no?"
Chiese Italia ancora confuso.

"Italia... siamo country, siamo bravi manipolatori, è nella nostra natura, nessun umano può resistere. E quindi abbiamo capito che era meglio tenere tutti i country in un unico posto e dare loro il permesso di uscire dai confini dell'isola solo in caso di una guerra già iniziata. In questo modo anche i paesi più guerrafondai non hanno la possibilità di scatenare guerre inutili"
Fece UNESCO.

"Ma il mondo è pieno di guerre inutili..."
Sussurrò Italia.

"Te lho già detto Italia... noi maturiamo in fretta, gli umani rimangono stupidi per sempre. Il mondo come un parco giochi pieno di bambini, non importa quante precauzioni prendi, ci sarà sempre qualche bambino che litigherà e si farà male"
Disse UNESCO, Italia annuì e ridacchiò.

"Hai ragione"
Disse sorridendo, UNESCO gli accarezzò la testa di nuovo ma questa volta Italia non spostò la mano e si lasciò coccolare.

❄︎❀❄︎

Scusate l'attesa-
Se avete qualche idea o qualcosa che vorreste che accada ditemi pure e vedrò di accontentarvi visto che io sto finendo le idee.

Alla prossima!!
Ciaoo!

𝑰𝒅𝒆𝒂𝒍 𝑾𝒐𝒓𝒍𝒅 (CountryHumans Story) [SEQUEL{2}] CANCELLATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora