Apro lo sportello della macchina, con un sospiro lancio un'occhiata oltre al finestrino abbassato, da cui Hinata mi guarda in silenzio, con la borsa appoggiata su una spalla e la torcia nella mano.
Deglutisco a vuoto.
Chiudo a chiave.
Vado verso la porta del palazzo a vetri, scavalco i cocci di vetro distrutti sull'asfalto. Stringo tra le mani il fucile, prima di avvicinarmi all'entrata con un altro sospiro.
«Lo so che vuoi dirmi qualcosa.»
«No, non proprio.»
Punto la torcia verso all'interruttore di fianco la porta, alzo la leva.
Alcune urla al piano di sopra rimbombano intorno a noi.
L'ufficio è completamente immerso nel caos: scrivanie rotte, sangue sparso sul pavimento, vestiti strappati, altri cocci di vetro.
Era...
Il vecchio ufficio di mia madre, quello in cui lavorava come donna delle pulizie da anni.
Venivo sempre qui dopo le lezioni, se ero libero. Le facevo compagnia, a volte l'aiutavo a lavorare di nascosto dai suoi capi.
Mi guardo intorno, deglutisco a vuoto.
Ci sono un centinaio di scrivanie distese sul pavimento, cartacce e documenti non più leggibili, persino resti di cadavere nascosti dietro alla macchinetta dell'acqua. La stanza è spoglia, ricoperta dal sangue e le vecchie vetrate distrutte, qualche parete è ancora ricoperta dal lieve strato di vernice scolorita, dei quadri sono completamente rovinati e distesi di lato, di fianco a una vecchia fotocopiatrice da cui escono ancora dei fogli bianchi.
«Era un covo dei cacciatori del buio, ma probabilmente le lampade al neon devono averli uccisi.»
«Dobbiamo andare a controllare?»
«Si, per forza. Vuoi andartene di qui, vero?»
Hinata annuisce con la testa.
«Con Kageyama, giusto?»
Esita un po', abbassa la testa e ripete la medesima azione.
Gli passo una mano tra i capelli, fino a scomporli davanti ai suoi stessi occhi perplessi e imbarazzati.
«Sei diverso da quando Oikawa è entrato nella nostra vita, sembri felice. Io non ti ho mai visto felice, Iwaizuimi-san.»
Sospiro.
È vero.
Da quando c'è Tooru, mi sento un po'...
Non so spiegarlo, d'accordo? Non credo di essermi mai sentito così con qualcuno, è come aver trovato una parte di me stesso, qualcosa che ho sempre cercato fino a renderla come un pezzo di un puzzle incompleto.
Tooru mi prepara sempre la colazione, sta con me a progettare qualche modo per far ripartire la ferrovia. Fa un sacco di cose, non rimane con le mani in mano, non si isola, prova a farmi sorridere anche quando gli ripeto che odio il tè bollente che mi porta in laboratorio. È un concentrato di energia silenzioso, completamente diverso da Hinata e Kageyama che vanno in giro per la città – con la scusa di rintracciare qualche nuovo negozio di scorte – ogni giorno.
Mi rende nervoso, un po'.
Mi scruta sempre quando tengo lo sguardo fisso sulle telecamere, sta in silenzio in attesa che gli dica che cosa accade intorno a noi.
È l'essere più fastidioso che abbia mai incontrato, ma è di buona compagnia.
Persino più simpatico dei miei vecchi amici.
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☽ 𝗶 𝗳𝗼𝘂𝗻𝗱 𝘆𝗼𝘂 ᶦʷᵃᵒᶦ
Fanfiction➯ ɪᴡᴀᴏɪ / ᴋᴀɢᴇʜɪɴᴀ ➯ ᴢᴏᴍʙɪᴇ !ᴀᴜ ➯ ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ ──── ⋆.•☆⋆.• ──── 𝗣𝗿𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗼 𝘀𝗴𝗮𝗯𝗲𝗹𝗹𝗼, 𝗹𝗼 𝗽𝗼𝘀𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗮𝗹 𝗽𝗰. «𝗦𝗶𝗲𝗱𝗶𝘁𝗶 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗲𝗱𝗶𝗮, 𝗧𝗼𝗼𝗿𝘂.» 𝗠𝗶 𝗴𝘂𝗮𝗿𝗱𝗮 𝘀𝘁𝘂...