Verso mezzogiorno, la bettola è sempre ghermita di studenti che gridano ordinazioni al vento. Io sono riuscito a comprare un panino di dubbia qualità, dunque mi sono seduto con Chiara a uno dei tavolini di plastica. Masse di studenti affamati si richiudevano su di noi, come un vortice avido di segreti. In posti come quello, mi sento paradossalmente solo.
Chiara non aveva preso niente e mi sembrava piuttosto infastidita. Gli occhi scattavano rapidi da un volto all'altro dei presenti, sfuggiva al mio sguardo.
«Perché mi volevi parlare?» Mi ha chiesto poi.
«Volevo conoscerti» le ho detto.
«Ma tu mi conosci». Era rigida, sul punto di alzarsi.
«Ma tu non conosci me». Ho allungato la mano.
«Piacere, mi chiamo Mattia».
Lei si è bloccata per un istante. Ha aggrottato le sopracciglia istintivamente, ma si è subito rilassata.
«Piacere, Chiara» Ha ricambiato la stretta di mano. «Perché non hai detto subito il tuo nome? Gli altri in classe non ti chiamano così».
«Per ora non voglio che si sappia.»
«E perché a me l'hai detto?»
«Sento che non mi giudicherai.»
Le sue labbra si sono incurvate verso l'alto.
«Non lo farò».
La bettola nel frattempo si stava svuotando, al punto che era possibile distinguere gli altri posti a sedere. Io e Chiara siamo rimasti lì ancora per qualche minuto a parlare e, qualche volta, a ridere. Ho scoperto che in realtà ha la risata facile.
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Manuale per giovani suicidi
General FictionMattia è un ragazzo trans. Ha deciso che il giorno del suo diciottesimo compleanno si toglierà la vita. Questo libro è una raccolta dei suoi pensieri e degli avvenimenti che lo accompagneranno dall'inizio dell'ultimo anno di liceo fino al 23 dicembr...