Capitolo 25

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♡WENDY♡

È trascorsa quasi una settimana dalla partenza di Nate ed io mi sento sempre più affranta. Lui non mi ha mai cercata in questi giorni ed io altrettanto. Non che non ne avessi voglia ma non intendo essere io a fare la prima mossa. Se n'è andato senza nemmeno dedicarmi mezza parola ed è letteralmente sparito... dire che sono delusa e ferita da questo suo atteggiamento è un eufemismo.

Dal canto suo, invece, Alex mi pare abbia sbollito un pó la rabbia... ci siamo visti in un paio di occasioni da quando mi ha buttato fuori da casa ed anche se abbiamo scambiato giusto un paio di parole e nulla di più, non mi è sembrato più tanto arrabbiato.

Sono in cucina con mia cugina Lucy e ad un tratto lei mi dice:
"Dovresti andare in Michigan..."
"Che? E cosa dovrei farci in Michigan?"
"Lo sai bene cosa dovresti farci e soprattutto con chi, cara la mia cuginetta!"
"Ti ricordo che se n'è andato senza una spiegazione, nè un saluto... non credo gli faccia molto piacere se mi presentassi da lui a Detroit o ovunque si trovi così di punto in bianco, non trovi?"
"Io invece credo che tu ti stia sbagliando e fossi in te non ci penserei due volte a raggiungerlo..."
"Non lo so Lucy... non so se sia una buona idea..."

"Di cosa hai paura, scusa?"
"Se se n'è andato in questo modo significa che non gliene importa un gran che di me..."
"Io, invece, credo sia esattamente l'opposto... che stai aspettando ancora? Forza, ti aiuto a prepararti una valigia perché proprio non ce la posso fare a continuare a vederti con quel faccino triste!"
"Tu sei tutta matta... ma ti voglio un sacco di bene, lo sai, vero?!"
"Lo so, lo so ed anch'io ti voglio bene ma ora basta chiacchiere e mettiamoci all'opera!"

***

Due giorni dopo sono seduta su un aereo: direzione Detroit.
Mi sono fatta dare da Crystal l'indirizzo esatto dell'appartamento di Nate, che a quanto pare, si trova poco fuori Detroit, a Northville ed ora è scritto su un bigliettino bianco che mi rigiro nervosamente tra le mani. Non so neppure io se abbia fatto la scelta giusta, fatto sta che circa 3 ore dopo sono all'aeroporto di Detroit.

Prendo un taxi e dò all'autista le indicazioni per accompagnarmi all'indirizzo indicato sul bigliettino e circa mezz'ora dopo sono in piedi di fronte al palazzo nel quale dovrebbe abitare Nate. Faccio un bel respiro profondo e cerco di farmi coraggio ma le mie gambe sembrano non voler collaborare; pesano come piombo ed il mio cuore batte violentemente sulla mia gabbia toracica tanto da farmi quasi male. Sono in ansia all'idea di rivedere Nate e sono anche preoccupata per la sua reazione alla mia inaspettata presenza qui.

Non so nemmeno se sia in casa in questo momento e forse sarebbe stato meglio avvisarlo almeno con un messaggio ma ormai quel che è fatto è fatto e devo affrontare la situazione. Se non avrà piacere che io rimanga me lo dovrà dire in faccia questa volta, guardandomi negli occhi ed io me ne farò una ragione.

Mi avvicino ai citofoni e scorro i vari cognomi, finché non leggo il suo e quando sto per premerlo, il portone si apre facendomi sobbalzare. Ritiro la mano ed un ragazzo varca la soglia, avvicinandosi a me. Deve avere ad occhio e croce la stessa età di Nate suppongo ed è oggettivamente un gran bel ragazzo: alto, moro e con due occhi blu molto particolari ed espressivi.

Mi scruta per alcuni istanti ed io mi sento in imbarazzo, dopodiché esclama:
"Stai forse cercando qualcuno?"
"Io... ecco... sì, a dire il vero starei cercando un amico che vive qui..." rispondo.
"Un amico... e dimmi, per caso questo tuo amico è un belloccio alto, biondo e palestrato con una faccia da schiaffi che la metà basta?!" mi chiede lui spiazzandomi.
"Beh... non saprei... io sto cercando Nate, Nate Jones... lo conosci?"

"Non ci posso credere... cazzo, me lo sentivo che fossi tu! Nate mi ha talmente riempito la testa parlandomi in continuazione di te che è come se già ti conoscessi praticamente!"
"Aspetta, Nate ti ha parlato di me? Perciò lo conosci?"
"Sì, lo conosco e se non saresti venuta di tua spontanea volontà, giuro che sarei venuto io stesso a prelevarti purché quel cretino la piantasse di piangersi addosso..."

Come into my heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora