13) È identica a lei

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NAILEA THOMPSON POV

-Te lo giuro, mi sono follemente innamorata di te quando hai leccato l'alcol con i pezzi di vetro!- esclama Richard entusiasta, ripetendomi la storia per la milionesima volta. -E poi la sua espressione? Impagabile, mai nessuno lo aveva affrontato così. D'ora in poi sarai il mio spirito guida.-

Termina di parlare solo quando arriviamo nei pressi del suo palazzo, a venti minuti di distanza dal Purple con la metro.

Non ho intenzione di dormire con Christopher stanotte, ne tantomeno di informarlo sul dove mi trovi.

Per questo mi sono obbligata a spegnere il telefono per il resto della serata, dandolo a Richard in custodia.

Lei vedendomi ridotta come uno zombie si è offerta di ospitarmi a casa sua, e ha anche ricavato due inviti per una festa su uno yacht privato domani sera.

-Mi aspetti cinque minuti prima di salire?- mi chiede controllando un messaggio sul telefono. -Devo incontrare un mio amico qui vicino, ci metto poco.-

Senza aspettare una mia risposta, si dirige nel vicolo dietro casa, camminando distrattamente mentre continua a tenere d'occhio la chat sul telefono.

La guardo in lontananza: si posiziona all'angolo tra il marciapiede sotto casa sua e l'imboccatura della stradina buia, con la schiena appoggiata al muro sporco.

Dopo pochi minuti di attesa, viene raggiunta da un uomo sulla trentina, di cui intravedo solo metà del corpo. Riesco a notare che indossa un trench, non troppo elegante ma probabilmente funzionale a quello che dovrà fare tra poco.

Lo capisco solo quando, dopo aver salutato Richard, apre il cappotto estraendone una busta di plastica trasparente, piena di chissà cosa, da una delle varie tasche interne.

Entrambi si guardano intorno circospetti e poi si abbracciano. Io aguzzo la vista e noto come, in quel contatto, riescano a scambiare la merce con i soldi.

Rimangono a chiacchierare ancora qualche minuto, prima di congedarsi. Ed è proprio in quel momento che Richard apre la busta e ne estrae il suo contenuto, per poi buttarlo in gola con un gesto secco della mano. Infine ritorna da me.

-È un talento ingoiare le pillole senz'acqua?-

Mi limito ad annuire diffidente, ricordandomi il discorso di Christopher. -Che cosa sono?-

Solleva le spalle noncurante. -Non ne sono sicura, non mi piace chiederlo. Preferisco che l'effetto mi sorprenda.- scopre il suo incantevole sorriso con una risatina.

Io rimango incantata nel vederla così disinvolta. È spaventoso e rassicurante allo stesso tempo.

Me ne offre una, notando il mio sguardo perso su di lei; io rifiuto, contrastando con tutte le mie forze quel logorante desiderio che mi consuma gli organi interni.

Per fortuna non ci mettiamo molto a virare il discorso su un terreno più sicuro, rimaniamo sedute sul bordo del marciapiede, fumando una sigaretta dopo l'altra, in attesa che si manifesti il tanto bramato effetto delle pillole. Il che accade all'incirca un'ora dopo.

Me ne accorgo perchè Richard, invece che concentrarsi su quello che dico, preferisce fissare attentamente il palmo e il dorso della sua mano, con l'interesse di un bambino che vede un arcobaleno per la prima volta. Ci passa le dita sopra e sbarra gli occhi ad ogni contatto, scoppiando a ridere con il collo e la testa all'indietro. Poi ripete il tutto.

-Nailea... guarda la mia pelle...- si trascina le parole e ride come se fosse assonnata ed entusiasta allo stesso tempo. -Guarda la tua!- esclama, questa volta afferrando la mia di mano. -È così... attaccata alle tue ossa...-

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