6: Rapporto

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Bakugou's pov

Dopo che IcyHot se ne fu andato tornai in casa e mi buttai sul letto a peso morto.
Perchè dirgli di no era stato così faticoso?
Non erano state le sue parole né la sua espressione, ma qualcosa di inspiegabile nella vicinanza e nel contatto che mi aveva fatto esitare.

Volevo dire di si.
Per una volta volevo davvero uscire con qualcuno.
Ma cosa ci andavo a fare?
Tutti si stancano di me prima o poi, è inutile impegnarsi.
Ero il peggior amico che qualcuno potesse avere, non volevo che dovesse provare anche lui questa cosa.

Mi madre si affaccio' in camera.
"È simpatico! Quando torna?"
"Vecchia, per la millesima volta, LUI NON È MIO AMICO!"
"Perché no? Si vede che ci teneva ad esserlo"
"Non mi importa, meglio per lui, no?!?!"
"Katsuki, dovresti smetterla con questa storia. Tu sei un bravo amico"
"E come ho trattato Deku?"
"Eri piccolo..."
"Non è successo così tanto tempo fa, eh?!?! Rovinerei tutto, COME SEMPRE!!!"
"Fai come vuoi. Ma finché questa è la tua scelta, sarai solo un codardo"
Mi alzai arrabbiato.
"UN CODARDO?!?! STO CERCANDO DI PROTEGGERLI!!!"
"Cerchi di proteggere te stesso! Se non hai la 'forza' di provare a cambiare, allora forse non vuoi e basta!"
"CI HO PROVATO, OK?!?! CI HO PROVATO!!!"
"FALLO DI PIÙ!!! PROVA CON LUI STAVOLTA!!!"
"NON HA MAI FUNZIONATO!!! NON SARÀ DIVERSO CON LUI!!!! ROVINERO' TUTTO!!!"
"Se non ci provi neanche, non puoi saperlo"
"Mi conosco"
"Fai come ti pare"
Poi uscì sbattendo la porta.

Rimasi a rimuginare su quello stupido discorso tutta la giornata.
Lui era davvero interessato a essere mio amico, però io mi conoscevo.
Quanto ci avrei mai messo per rovinare tutto?
Bastava una frase, una sola frase, e anche lui mi avrebbe odiato.
Lo facevano tutti, persona più o meno non era una grossa differenza, ma non volevo.

Alla sera mi decisi a scrivergli.
Se tanto avrei dovuto passare la vita a fare l'elenco dei modi con cui avrei potuto rovinare tutto per giustificarmi, tanto valeva uscirci davvero così da sapere dove fosse l'errore.

Ci volle tutto il mio coraggio per scrivergli, e in realtà lanciai il telefono subito dopo.
Lo raccolsi solo quando suonò di notifica.

Chat con Todoroki
B: Ciao
T: Bakugou. Non mi aspettavo un tuo messaggio.
B: Se è un problema, non ti scrivo più.
T: Non è un problema. Dimmi, cosa ti serve?
B: Riguardo a quello che hai detto oggi...
T: Va bene se non vuoi uscire con me, è un tuo diritto dire no.
B: Ho cambiato idea.
T: Ti va di uscire con me?
B: Si...
T: Mi fa piacere saperlo.
B: Senti, io ti ho avvisato. Non ho un bel carattere, e se ti tratto male, zitto e mosca.
T: Va bene. Ti passo a prendere alle 16:30.
B: E dove andiamo?
T: Al poligono di tiro.
B: Adesso sono più contento di aver accettato.
T: Buonanotte Bakugou.
B: Dormi.
Fine chat con Todoroki

Una piccola, piccolissima parte di me era contenta di aver accettato, il resto era in uno stato di puro panico.
Alla fine credo che mi fossi preoccupato troppo, perché quel sabato fu veramente fantastico.
Doveva aver fatto qualche manovra insieme a suo padre per far venire dei sedicenni in un poligono di tiro, per giunta completamente vuoto.
Ogni tanto mi è scappato qualche insulto, eppure lui non se la prese mai.
Era facile parlare con lui, anche se non avrei mai pensato di dirlo.
Non se la prendeva, ascoltava le domande e non le urla, faceva domande e accettava le mie non-risposte.
Mi piaceva stare con lui.
Ma non lo avrei mai ammesso.

Però quello non fu l'unico sabato in cui uscimmo.
Il sabato seguente mi portò al centro commerciale.
Apparte dei mini litigi ogni volta che andavamo a pagare (li ho persi quasi tutti e ha pagato lui, sto stronzo), è andato molto bene.
Sono contento di aver accettato la sua proposta, eppure ogni volta che me ne chiede un'altra esito e devo farmi pregare.

Ho paura di rovinare tutto un'altra volta.
Non importa se Deku mi ha perdonato, io non ho mai perdonato me stesso e non ho intenzione di farlo.
Finché non riuscirò a guardarmi allo specchio, come potrò essere degno di essere visto da altri?
Questa è un po' la ragione per cui mi arrabbio sempre.
Non voglio che gli altri mi vedano come mi vedo io e se li allontano tutti sti cazzi, almeno loro non dovranno mai stare con me.
L'altra ragione è abbastanza ovvia, non so esprimere come mi sento a parole.
So cosa le parole che vorrei dire esprimono, ma non conosco le suddette parole.
Le sento sulla pelle, ma non sono composte da lettere.

Credo sia per questo che stare con Todoroki spesso mi piace.
Lui non ha grande interesse nel parlare, lui vuole capire e basta.
Vuole arrivare al succo del discorso.
Per lui parlano di più espressioni, comportamenti, sguardi e onomatopee delle parole vere.
Mi capisce senza che io cerchi di farmi capire.
Ci sono cose che vanno espresse per essere scoperte, ma l'alone di esse si può intuire e sembra che lui lo sappia fare bene con me.

Meno parlo e più lui capisce.
L'ho osservato durante tutte le uscite.
Al poligono di tiro, al centro commerciale, al bowling, al museo del cinema, dovunque.
Lui mi segue con lo sguardo, si appunta mentalmente tutte le cose che nota, anche quelle banali e giunge ad una conclusione, sia sul mio stato d'animo sia su una mia caratteristica.
Mi piaceva.
Sembra strano, visto che odio gli analisti, ma lui lo faceva in un modo non fastidioso, e quando sbagliava era molto comico.
Si sforzava di portarmi in posti che potevano piacermi e io fingevo un po' di interesse anche in cose che piacevano a lui, così facevamo anche qualcosa che piaceva a lui.
Abbiamo visitato tutti i ristoranti che facevano cibo piccante e anche molti di quelli che facevano soba.
Abbiamo provato ogni tanto qualcosa di diverso, ma siamo tornati sempre sui soliti piatti, da abitudinari noiosi quali siamo.

Credo di esserci davvero diventato amico e mi piace, ma allora perché a volte mi pento di averlo fatto?
Perché quando è felice con altri una parte di me sta male?
Perché ho tutta la galleria piena di sue foto fatte di nascosto?
Perché ogni suo sorriso è impresso nella mia memoria più delle mie feste di compleanno?
Perché ogni suo contatto mi manda al paradiso?

Questa storia era sbagliata.
Non era così che le cose dovevano andare.
Io ero sbagliato.
Non c'era altra spiegazione.
Sennò per quale altro motivo potevo essermi innamorato di Shoto Todoroki?
Il solo creare una frase chiara e formata da parole al posto di solo sentirlo era strano.
Come era successo?
Possibile che una persona a caso mi dona l'un per cento di attenzione e io sono già innamorato perso?
Mi faceva sentire vulnerabile e sbagliato.
Mi faceva stare male.
Con quale diritto lo amavo?
Avevo solo e sempre rovinato tutto.
Avrei distrutto anche lui.
Mi sentivo in colpa.
Odiamo me stesso un po' di più ogni secondo che passavo.
Non volevo cancellare tutto.
Ma era necessario.
Così smisi di scrivergli.
E parlargli.
E guardarlo.
Smisi di esistere per lui e cercai di farlo smettere di esistere per me.
Stupido?
Può essere.

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