10: Dolore

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Bakugou's pov

Io e Shoto avevamo litigato, cosa non nuova, ma ci eravamo andati giù pesanti e non me la sentivo di rimanere arrabbiato con lui, perciò ero sceso per chiedergli scusa.
Ma suppongo che non gliene importasse molto visto che si stava limonando Sero in mezzo alla stanza e peraltro davanti ad Iida, al quale anche i muri sapevano piaceva Sero.

Sorrisi.
Cosa dovevo fare, piangere? Avevo già finito le mie lacrime commiserandomi su quanto fossi debole.
Avevo il cuore in subbuglio.
La rabbia e la tristezza sembravano avessero compiuto male un incantesimo di trasfigurazione e non riuscissero a restare su un solo sentimento.
I sensi di colpa stavano cercando di distruggermi le costole e la delusione mi prendeva in giro.
Sorrisi perché forse una parte di me non aveva mai creduto in noi.
Sorrisi perché ero troppo stanco per pensare o agire.
Sorrisi perché non ne potevo veramente più di tutto quanto.
Scoppiai a ridere.
Una risata finta, rotta, ricolma di tutto quello che non ero mai stato bravo ad esprimere con le parole.

Lui non disse nulla.
Mi guardava e basta.
Non so cosa stesse passando nella sua mente in quel momento.
Quale ragionamento stesse seguendo.
Scelsi di non dargli importanza.
"Scusa", con questo concluse il suo viaggio mentale.
Scusa per cosa? Era mai stata colpa tua? L'avevo detto io, rovinero' tutto. È nella mia natura.
Sospirai e mi girai per andarmene.
Lui mi raggiunse in due secondi e mi bloccò per il polso.

"Scusa" ripeté.
"Scusa. Scusa. Scusa"
"Smettila" lo fermai.
Mi girai a guardarlo negli occhi, indeciso su quale poggiare lo sguardo.
Nessuno di noi ne poteva più, eravamo stanchi di tutto questo.
Ma lui era più forte di me, lui sarebbe arrivato in fondo, mentre io mi sarei fermato a metà.

"Perché?" chiesi con voce rotta.
Lui non rispose.
"PERCHÉ?!?!" urlai.
Adesso sì che piangevo, ma non me ne importava nulla.
Lui non rispose.
Non so se stesse cercando le parole giuste o cosa, ma non mi interessava.
Se avesse voluto finirla qui, avrebbe potuto dirlo.
Ma forse non era mai iniziata, io mi ero solo illuso che che qualcuno di reale mi amasse.
Potevo scappare ancora e richiudermi in camera per la milionesima volta, ma quale scopo?
Lo leggevo nei suoi occhi che gli dispiaceva, ma se quello stupido giorno avessi dato retta a quella vocina nella mia testa che mi imponeva di restare lontano da tutti, forse questo non sarebbe successo.
Forse, se la finissimo qua, tutto tornerebbe alla normalità.

"Mi dispiace" mormorò.
"Finiamola qua, tanto non può funzionare" tagliai corto e feci per uscire della stanza.
"Cosa..."
Mi stavo già allontanando per tornare in camera mia e soffocarmi con il cuscino, quando lui prese di nuovo il mio polso.
"No. Ti prego. Io ti amo"
Sfilai il polso.
"E io no? Ma cosa importa. Non funziona. Pace"
Continuai a dirigermi a passo spedito in camera mia mentre lui mi seguiva.
"Ti prego. Possiamo farla funzionare. Ti prego. Ascoltami" continuava lui.
Quando arrivammo all'uscio di camera mia mi girai verso di lui e presi il suo volto tra le mani.
Lo baciai a stampo e gli rivolsi un sorriso triste.
"È per il tuo bene"
Poi mi infilai velocemente in camera mia e chiusi la porta a chiave.
Lui impiego' ben due minuti capire quello che stava succedendo, ma quando lo capi' si fece sentire.
Si mise a battere sulla porta con tutte le fue forze urlando qualsiasi cosa gli venisse in mente per farmi uscire.

Mi sentivo uno schifo, un panno per dare il cencio per terra, ma non ce la facevo più.
Volevo solo che lui stesse bene, e se stava con me, come avrebbe potuto?
Piansi? Si e no.
Mi dovevo rassegnare. Stavo facendo la cosa giusta.

E poi, in tutta onestà, quella notte non ebbi poi molto tempo per commiserarmi.
All'una e mezza era suonato un allarme e il prof ci aveva chiesto di indossare tutti i costumi da eroi.
Ero sicuro che fosse un'esercitazione, almeno fino a quando non ci ritrovammo nel giardino a fronteggiare l'Unione dei Villean mentre il nostro dormitorio che si trovava dietro di noi andava a fuoco.
Shoto mi lanciò uno sguardo, ma io lo ignorai.
Quello non era certo il momento.
Non siamo in un film, noi potevamo morire davvero.
Si scagliarono verso di noi, ma ebbi l'impressione che stessero solo giocando.
Non si stavano impegnando davvero, anche se non capivo quale potesse essere il loro obiettivo.
Dopo poco mi ritrovai a combattere vicino a Kirishima con un paio di Villean abbastanza forti.
Colpisci.
Schiva.
Esplodi.
Colpisci.
Schiva.
Esplodi.
Era come il ticchettio di un orologio, seguiva uno schema.
Continuavano a tenere la nostra attenzione puntata su di loro e noi facevamo del nostro meglio per vincere.

Sembravano tutti molto impegnati, ma la mia testa non aveva voglia di concentrarsi.
Continuava a pensare a Shoto, a come potesse stare lui in quel momento.
Ad un certo punto un gruppo di Villean si uni' alla festa e divisero me e Kirishima.
Erano forti, ma non abbasta per fermarmi.
Continuai a combattere fino a quando non sentii la voce di Mina urlare:
"Attento Bakubabe!!!"
Mi girai per cercare di identificare il nemico solo per identificare una raffica di coltelli lanciati da Toga per me.
Erano troppo vicini e io troppo occupato a difendermi da quei Villean.
Non ce l'avrei fatta a difendermi.
Lo sapevo, l'avevo capito.
E non ero l'unico ad averlo capito.

Chiusi gli occhi in attesa dei colpi solo per sentirmi avvolto da una calda presenza.
Aprii gli occhi e vidi il volto tristemente sorridente di Shoto davanti al mio.
Lo sapevo.
Lo avevo capito appena me lo ero ritrovato davanti.
I pugnali avevano preso lui.
Lui mi aveva protetto.
Cadde a terra con la divisa insanguinata e io me ne fregai della situazione intorno e mi inginocchiai accanto a lui.

"Ehi, ehi, tranquillo. Ora li mandiamo via e arriva un'ambulanza"
Lui sorrise.
"Tienimi la mano"
Strinsi la sua mano tra le mie mentre il mio cuore veniva buttato in un tritarifiuti.
"Tu non morirai adesso"
"Ti amo"
"Lo so. Ti amo anch'io"
"Dillo"
"Cosa?"
"Il mio nome. Dillo ancora una volta"
"Shoto. Shoto. Resta con me. Guardami"
"Non sono un grande parlatore. La mia vita è fatta da silenzi. Ma tu...tu l'hai resa speciale"
"Non parlare come se stessi per morire"
"La tua voce. La tua voce, Kat. Sei stato la colonna sonora della mia vita. Hai trasformato il silenzio in rumore, la tristezza in allegria, la rassegnazione in voglia di lottare"
"Sho..."
"Ti amo. Fammela sentire ancora una volta. La tua voce. Non voglio morire nel silenzio"
"Shoto. Shoto, ti amo. Ti amo. Ma ti prego, ti prego, ti prego, non morire. Sei ciò che di più caro ho al mondo"

Lui smise di stringere la mia mano e girò gli occhi dall'altra parte.
E io l'ho saputo.
L'ho capito.
E la mia vita intera si è distrutta.
"SHOTO!!!!!!"
Urlai il suo nome al vento per farlo riecheggiare per sempre tra i suoi soffi.
Poi qualcuno mi colpi' alla testa e io persi conoscenza.

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