3: Cena

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Todoroki's pov

Mise via il telefono e mi guardo'.
Era il doppio più arrabbiato e il quadruplo più rosso.
Avevo sentito tutto della conversazione, ma non avevo capito perché sua madre avesse chiesto una cosa come:
"Quando è il matrimonio?"
Noi non siamo fidanzati, ma forse era una specie di battuta.

Lui aprì il menù e cominciò a sfogliarlo, così lo imitai.
Personalmente non vado matto per il messicano, a me piace la soba fredda, ma ero abbastanza sicuro che a lui piacesse lo spicy food, perciò il messicano doveva andare bene.
Non fraintendetemi, non avevo alcuna intenzione amorosa o crudele, volevo solo fare amicizia.
Midorya aveva fatto la stessa identica cosa per fare amicizia con me: portarmi in luoghi che mi piacciono, fare cose che amo, visitare i miei ristoranti preferiti, ascoltare i miei problemi...
Volevo provarlo su Bakugou, d'altronde è già da un po' che provo a fare amicizia.

"Cosa vuoi prendere?"
"Opterò per enchiladas semplici"
"Allora io prenderò le chapulines"
"Non te l'ho chiesto"
"Ok"

Ci furono dieci minuti di imbarazzante silenzio, poi passò il cameriere a prendere le nostre ordinazioni, e poi altri dieci minuti di silenzio.

"Andiamo al punto" iniziò Bakugou guardandomi negli occhi.
"Perché mi hai invitato a cena fuori?"
Lo osservai dritto negli occhi.
Non avevo mai fatto caso alla brillantezza delle sue iridi scarlatte.
Erano a metà tra rubini e carboni ardenti, quasi sicuramente ti saresti scottato là dentro.

"Volevo fare amicizia"
Sbatte' ripetutamente le palpebre.
"Sul serio?"
"Si"
"Tu sei strano"
"Perché?"
"Boh, è solo strano"
"Tu come fai amicizia?"
"Non la faccio"
"Ma gli amici ce li hai"
"Si...però sono loro a venire da me"
"E tu non ce li vuoi?"
"Fatti i cazzi tuoi"

Si era di nuovo chiuso a riccio.
Non voleva a tutti i costi parlare di sé. O degli altri. In effetti non voleva parlare e basta.
Ma io ero qui per quello. Per conoscerlo meglio.
Volevo andare oltre la prima impressione, oltre i pregiudizi.
Volevo rispondere a un solo semplice quesito:
Chi è davvero Katsuki Bakugou?

"Soffri di vertigini?"
"Posso letteralmente volare con il mio quirk, COME CAZZO FACCIO A SOFFRIRE DI VERTIGINI?!?!?!"
"Allora prima?"

Silenzio.
Questa era l'unica cosa che sentivo da lui.
Sospirai.

"Me lo puoi dire. Non ti prenderò in giro"
Sbuffo' in tono fintamente divertito.
"Credo di sapere perché ti sei comportato così"
"Allora non mi fare domande del cazzo, se sai già la risposta, coglione"
"Ma io voglio sentirlo dire da te"
"Cosa?"
"Che soffri di vertigini"
"NON SOFFRO DI VERTIGINI!!!"
"Allora spiegati!"
"È SOLO DIVERSO, OK?! Quando faccio le cose con il quirk è diverso, mi sento più sicuro, come se il Katsuki ansioso venisse sostituito da quello forte!!!"

Mi riappoggiai allo schienale della poltroncina.
"Era così difficile dirlo?"
"NON MI PIACE AMMETTERE DI ESSERE DEBOLE DAVANTI AGLI ALTRI!!!"
"Non hai ammesso di essere debole. Perché non lo sei. Io non ti conosco bene, ma lo vedo nel tuo sguardo"
"E che sei, un sensitivo?"
"Shoto Todoroki, piacere. Fatica a comunicare, molto pratico, amante della solitudine, passato difficile, abbastanza bravo a scuola"

Poi gli tesi una mano.
Lui la osservò a lungo, poi sospirò e la strinse.
"Katsuki Bakugou. Ansia, PTSD, difficoltà ad esprimere emozioni e sentimenti, paura di essere vulnerabile, brutta persona"
"L'ultima cosa lasciala decidere a me"

Ci guardammo ancora un secondo, poi lui spostò lo sguardo da un'altra parte e si mise a fare gli origami col tovaiolo.

"Cosa vuoi fare dopo cena?" gli chiesi.
Lui fermò il lavoro con le mani e si mise a pensare.
"Boh, scegli tu"

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