7: Confessioni

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Todoroki's pov

Avevo fatto del mio meglio per mettere Bakugou a suo agio.
Avevo fatto del mio meglio per sembrare il più normale possibile.
Tutto quello che volevo era essere amici.
Ma lui mi ignorava.
Non rispondeva più a nessun messaggio, evitava il mio sguardo, mi ignorava totalmente.
Erano ormai due settimane che non ci rivolgevano la parola per niente.
Avevo provato in tutti i modi, eppure per lui non esistevo.
Non potevo farcela, ogni giorno che passava stavo sempre peggio.
Mi chiedevo se mi avrebbe mai considerato di nuovo e l'idea che non lo facesse mi terrorizzava.
Per qualche motivo era il mio peggior incubo.
Eravamo diventati grandi amici, come per Midorya, forse di più.

Ma il sabato della terza settimana di silenzio, tornato al dormitorio per prendere alcune cose dopo un brutto litigio con mio padre, lo avevo trovato a ridere con i suoi amici.
Il piccolo senso di irritazione presto crebbe in un forte senso di rabbia.
Mi sedetti in camera e aspettai fino a quando non sentii la porta accanto aprirsi e poi richiudersi.
Sarei dovuto tornare a casa, ma non me ne importava nulla.

Aprii la sua porta, entrai nella sua camera, e poi richiusi la porta alle mie spalle.
Lui si girò a guardarmi infastidito, ma appena realizzò chi ero cambiò atteggiamento come se ci fosse insicurezza nel suo comportamento.
"Dimmelo"
Mi guardò confuso.
"Cosa?"
"Dimmi perché mi ignori. Ho il diritto di saperlo. Dimmelo."
"Non ti sto ignorando"
Ma sentivo che mentiva dalle frequenze della voce.
"Sul serio, Bakugou. Se ho fatto qualcosa almeno dammi la possibilità di rimediare"

Adesso stavo supplicando.
Volevo solo uscire ancora una volta con lui.
Ci tenevo.
Più che a ogni altra cosa.
"Non. Ti. Sto. Ignorando. Adesso lasciami in pace, ho di meglio da fare"

Si girò, ma io lo presi per i polsi e lo bloccai al muro, con i nostri volti a pochi centimetri di distanza.
Ero arrabbiato, ma era più di questo.
Mi sentivo ferito, tradito, abbandonato.
Prima gli servivo e adesso non più?
Perché di punto in bianco non gliene importava più nulla?
Il mio livello di interessamento che provavo per lui era solo cresciuto, arrivato ad un punto in cui qualsiasi informazione mi desse sul suo conto la conservavo come un tesoro.
Lui quasi non si ricordava neanche il mio nome.
Perchè?
Non gliene importa a proprio nulla?!

"Cosa cazzo hai di meglio da fare, EH?!?! NON CE LI HAI DUE SECONDI PER SPIEGARMI IL MOTIVO PER CUI ADESSO A CASO MI ODI?!?!?!"
"La stai facendo troppo lunga"
"OH DAVVERO?!?!?! Dimmi perché mi ignori e me ne andrò"
"Vattene e basta"
"Cosa hai da nascondere?!?! Dimmi perché mi ignori"
Vedevo che il suo livello di sopportazione stava giungendo al limite, ma avrei solo continuato.

Strinsi la presa sui polsi.
"Dimmelo."
"Todoroki"
Mi congelai all'istante.
Ci conoscevamo da tantissimo tempo, ma quella era la prima volta che mi chiamava per nome.
Non opponeva resistenza e teneva lo sguardo basso.

"Todoroki, perché ci tieni tanto ad essere mio amico? Cos'ho io di speciale? Non sai cosa ho fatto? Sono un mostro senza cuore, cosa ci guadagni?"
Gli tremava la voce.
Doveva essere molto che ragionava su queste cose, eppure credevo che fosse ovvio.
"Hai sbagliato una volta, ma sei cambiato. Tu sei fantastico e io voglio solo essere tuo amico per questo"
"Come fai a sapere che non succederà ancora? Non voglio stringere amicizie, non le cerco. Tutti si stancano di me prima o poi, e fa sempre male"
"Non potrei mai stancarmi di te"
"Dicono tutti così"
"Bakugou, guardami"

Presi entrambi i polsi con una mano, e con l'altra gli alzai il mento per portare i nostri sguardi ad incrociarsi.
Se avevo imparato qualcosa era che lui odiava guardare gli altri negli occhi, ma adesso era importante.
"Io non ti lascerei mai. Adoro stare con te. Ogni volta che una serata finisce vorrei subito passare alla prossima. Tu sei il mio primo pensiero la mattina e l'ultimo la sera. Mi chiedo sempre come stai, cosa fai, cosa posso fare per rendere il tuo mondo migliore. Ma sento sempre di non essere abbastanza, di non meritarmi la tua amicizia. Ti vedo ridere con i tuoi amici e mi chiedo cosa hanno che non ho. Non so perché o come, ma sei diventato una parte fondamentale di me, la più bella. Quindi, ti prego, parlami, ne ho bisogno più dell'ossigeno"

Affondo' gli incisivi nel labbro inferiore, che stava tremando, mentre continuava a spostare lo sguardo da un mio occhio all'altro.
Se lui sembrava sul punto di piangere, io ero più confuso che mai.
Non sapevo perché avessi parlato in quel modo, non capivo cosa io stesso volessi dire, eppure non me ne penti o minimamente.
Mi sentivo in qualche modo più leggero e così chiuso gli occhi e lasciai andare il mio corpo ai suoi primordiali desideri.
Desideri che neanche sapevo di possedere.
Annullai i centimetri tra i nostri volti e feci unire le nostre labbra.
Anche con gli occhi chiusi, potevo quasi vedere la sua espressione sorpresa.
Mi staccai poco dopo e lo guardai ancora.
Mi morsi il labbro.
Ero combattuto.
Volevo un altro bacio, ma allo stesso tempo mi sentivo in colpa per avergliene rubato uno.

Rimanemmo a guardarci il tempo di decidere cosa volessimo fare, poi entrambi spingemmo la testa in avanti alla ricerca di un altro bacio.
Avrei potuto arrivarci prima, in realtà.
Anzi, mi sentivo un po' uno stupido per non aver capito prima quanto fossi innamorato di quel porcospino ciclato.
Continuammo a baciarci.
Ancora e ancora e ancora.
Non bastava mai.
Ogni volta che il fiato finiva e noi dovevamo staccarci la sua espressione mi faceva aumentare la voglia di continuare.
Aveva il volto rosso comprese le orecchie, uno sguardo incerto e innocente e le labbra che si consumavano dai miei baci.
Anche lui non si saziava mai, e a me piaceva questa cosa.
Feci scendere le mie mani fino al suo bacino, per poi prenderlo in braccio.
Lo portai fino al letto e lo lanciai, poi mi sistema sopra.
"Non pensavo che un tale spettacolo un giorno sarebbe diventato mio"

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