11: Per Lui

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Bakugou's pov

Mi risvegliai in un ospedale e il primo pensiero che la mia mente partorì fu "Shoto".
Dovevo trovarlo, dovevo parlargli, dovevo abbracciarlo e baciarlo, e fare un sacco di altre cose.
Mi misi a sedere mentre un fortissimo mal di testa mi costrinse a fermarmi di nuovo.
In quel momento entrò un infermiere nella stanza per poi ri-uscire e chiamare Recovery Girl.
Cercai di alzarmi, ma mi vennero le vertigini e svenni di nuovo.

Rimasi in un dormiveglia continuo per due giorni, fino a quando non mi svegliai definitivamente.
Non ero solo quel giorno, il prof Aizawa era seduto su una sedia accanto al letto.
Aveva il modo di fare di sempre, ma sembrava più stanco, non solo fisicamente.
Mi aiuto' a mettermi a sedere ma non volle che mi alzassi.

"Devo alzarmi! Devo vedere Shoto! La prego!"
Lui sgrano' gli occhi e degluti'.
"Avrei voluto aspettare che ti sentissi meglio per raccontarti questo però ora sei sveglio e ho motivo di credere che non ti fideresti delle mie bugie"
La mia mente aveva partorito quell'idea, quella possibilità, poi l'aveva fatta passare sotto tutte le torture peggiori e l'aveva abbandonata in un angolo della mente.
"Bakugou, tu devi capire che...che Todoroki..."
"No. No, non è vero. Non è vero e basta. Se è uno scherzo, non è divertente"
"Bakugou, devi credermi. Todoroki è... è morto..."
"NON È VERO! LEI STA MENTENDO!"

Mi alzai velocemente con l'intento di andarlo a cercare ma, oltre a rischiare di cadere, dovetti farmi recuperare da Aizawa.
Lo guardai negli occhi e vidi dolore, sensi di colpa, rimorso.
Doveva odiarsi per quello che era successo.
E con il senno di poi avrei dovuto confortarlo, ma non me la sentivo.
Scoppiai a piangere incontrollatamente.
Non potevo e non volevo crederci.

Il prof mi abbracciò e per un attimo, un folle secondo, quel calore umano mi ricordo' Shoto e così immaginai di aprire gli occhi e trovarci lui ad abbracciarmi, che mi diceva che era tutto uno scherzo.
Di sicuro gli avrei tirato uno scapellotto, ma poi lo avrei abbracciato e sarei stato felice di vederlo vivo.
Invece aprii gli occhi e vidi solo il prof, che piangeva insieme a me.
Shoto, perché mi hai fatto questo?

Passai le giornate a piangere, sia quando ero in ospedale sia da dimesso.
Loro parlavano di un funerale, che avevano già scelto il giorno, ma a me non interessava.
Finché non vedevo non era vero, e io volevo continuare a sperare nell'impossibile.
Mia madre non disse nulla.
Cerco' di consolarmi, ma si arrese presto e mi lasciò a soffocare le urla in un cuscino.

La sera prima del funerale non riuscivo a dormire e uscii sul terrazzo per prendere un po' d'aria.
Guardai il cielo e mi accorsi che quella bastarda della luna era piena e che le stelle brillavano più che mai.
Come si permettevano di sorridere davanti a un tale dolore?!?!
"STRONZE! LUI VI AMAVA E VOI SORRIDETE ALLA SUA MORTE!!!" urlai.
Ero arrabbiato, triste, rotto.
Ce l'avevo col mondo.
Perchè?
Questa era la domanda che più spesso sbatteva contro le pareti della mia testa.
Perchè?
Perché lui e non io?
Perché mi aveva abbandonato?
Perché non era tornato da me?
Perché mi aveva amato se mi avrebbe lasciato?
Perché illudermi per farmi soffrire?
Perché?
Non era giusto.
Volevo indietro il ragazzo che amavo.
La Terra girava come sempre, il sole brillava come sempre, il vento soffiava come sempre.
Perché l'universo non aveva avvertito la più grande perdita che potesse accadergli?
Lui era speciale.
E io lo volevo indietro.
Non avevo fatto un patto col diavolo.
Non sarebbe mai stata la posta di una scommessa.
"Shoto, perché te ne sei andato? Cosa ti ho fatto?"

La mattina seguente mia madre venne a svegliarmi per convincermi ad andare al funerale, ma io avevo già messo in chiaro le cose.
"Non ci vado"
"Devi"
"Lui non è morto"
"Katsuki, devi andare avanti. E poi devi farlo, per la sua famiglia"
"Non devo nulla a loro"
"Davvero? Lui non è morto per salvare te?"
"Grazie di avermi ricordato quanto io mi odi"
"Devi incontrare la famiglia. Devi. Ora alzati"
Mi aveva convinto, dovevo andarci, glielo dovevo.

Mi alzai controvoglia e mi lavai e vestii.
Non credo che il mio corpo o la mia mente si fossero resi conto di quello che stava succedendo, o processarlo sarebbe stato molto più duro.
Quando arrivammo c'erano già quasi tutti.
Uscire dall'auto fu umiliante, mi sentii la causa delle sofferenze di tutti.
Sarei dovuto morire io, non lui.
Non era giusto così.

Mi si avvicinarono un gruppo di persone che identificai come la famiglia di Shoto.
C'erano tutti: Endeavor, la sorella, i due fratelli, e supposi che da qualche parte ci fosse anche la madre.
Shoto mi aveva parlato della sua famiglia, casinista ma amabile.
Mi aveva promesso che mi avrebbe presentato presto a loro e che mi avrebbero amato.
Adesso ero la causa della sua morte.
"Ciao" mi salutò la sorella porgendomi la mano "Fuyumi. Tu eri il suo fidanzato, giusto?"
Strinsi la sua mano e annuii.
"Katsuki Bakugou"
Gli altri tre non sembravano voler fare conversazione e rimasero sulle loro.
"Senti, la vedi quella signora laggiù?" indicò una signora seduta su una panchina più in là.
Io annuii in silenzio.
"È nostra madre. Ha chiesto di parlarti"
La guardai per un minuti buono prima di accettare il fatto che fosse seria e che non avessi possibilità di rifiutare.

Mi avvicinai lentamente fino a quando la signora non si girò a guardarmi dandomi prova di essere stato notato.
Mi fece cenno di sedermi accanto a lei e io così feci.
"Ciao" mi saluto' dolcemente.
"S-salve"
Non sembrava arrabbiata o ripiena di odio, ma non voleva dire che non lo fosse.
"Non è colpa tua"
"Ho dei seri dubbi al riguardo"
Lei sorrise.
"Sai, lui mi ha parlato molto di te"
"Oh"
"Le sue lettere parlavano moltissimo di te. Avevo capito che tu gli piacevi prima che lui stesso lo capisse"
"Non era molto perpicace"
"Senti, so che è difficile e-"
"Anche per lei lo è, e se vuole che faccia qualcosa per lei, basta che me lo chieda"
"Non mollare. Non avrebbe voluto vederti mollare. Eri la sua roccia, la sua luce in fondo al tunnel, la sua colonna sonora"
Mi morsi il labbro cercando di non piangere.
"Tieni" mi porse delle lettere "Queste sono le lettere che ho ricevuto interamente o quasi riguardanti te. Lui ti amava. E se tu soffri, anche lui lo fa. Ti prego, onora la sua memoria e non mollare"
Guardai per terra in cerca di qualcosa da dire.

"Manca anche a me" mi supporto' lei "Ma se sentirò il bisogno di vederlo verrò qui, dove è sotterrato"
"Non lo troverà. Non è qui che si nasconde quel bastardo. Lo cerchi nelle stelle, si nasconde là"

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