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Lo scontro tra le due famiglie fu inevitabile. Korn aveva commesso un'azione assolutamente imperdonabile, nascosto le reali circostanze della morte di Pearl, e si era preso gioco di tutti incolpando Kan. Quando invademmo la mansione della famiglia maggiore, io e i miei fratelli ci guardammo le spalle l'un l'altro. Ero grata di non aver incontrato Arm all'ingresso, non sapevo se sarei stata in grado di considerarlo come un nemico, arrivando persino a sparargli.

Quello che volevo fare in quel momento era semplice, far confessare Korn. Soltanto in quel modo lui avrebbe espiato i suoi peccati, ed io lo avrei ucciso, prendendomi ciò che era mio di diritto: la vendetta. "Vado a cercarlo" borbottai, e Vegas annuì, coprendomi col suo fucile per lasciarmi la strada libera. Corsi per immensi corridoi e scalinate, seguendo una specifica traccia di sangue che portava ad una stanza che non avevo mai visto. Doveva essere una camera segreta.

Spalancai la porta con un calcio, e la visione che si palesò ai miei occhi fu chiara. Gli schieramenti non potevano essere disfatti. Kim era con suo padre, teneva una pistola puntata contro Kan, che li guardava beffardi. Mio padre aveva la spalla sanguinante. "Ti aspettavamo" rispose il ragazzo al posto di Korn, i cui occhi rilucevano di un'aura maligna e manipolatoria. "Finalmente giungiamo ad una conclusione" replicai con scherno. Kim poteva considerarsi più un detective mancato che un soldato, e quella pistola – tenuta tra le mani in modo così frivolo – non sarebbe stato difficile da parte mia strappargliela via.

"Non volevo arrivare a questo-" cominciò l'uomo, ma mio padre lo interruppe sputandogli in faccia. Decisi di prendere immediatamente parola. "Hai mentito sin dall'inizio, zio" indurii lo sguardo, avanzando di qualche passo "mi hai fatto credere che mio padre avesse abbandonato la mamma perché era malata – o che l'avesse addirittura uccisa – ma in realtà sei stato tu. Fin dall'inizio hai manipolato ogni cosa.." tirai fuori dalla giacca la mia pistola, e gliela puntai contro. Immediatamente Kim si mobilitò per difenderlo, ma Korn alzò la mano e lo spronò a scansarsi. Lo zio fece altrettanti passi verso di me.

"A volte la verità è troppo dolorosa per poter essere accettata" rispose, girando intorno alla questione, quasi non volesse confessare ciò che aveva commesso.

"Smettila di parlare come se sapessi qualsiasi cosa della vita: questa non è una partita a scacchi, è la realtà. Ammetti di averla uccisa con le tue mani, di averla manipolata e massacrata soltanto perché non ricambiava i tuoi stupidi sentimenti!"

Urlavo. La mia rabbia e il mio dolore stavano offuscando il mio giudizio, e la mia arma era pronta a far fuoco. Avrei soltanto dovuto premere il grilletto, e tutto sarebbe finito nel giro di qualche secondo.

"Ammetto, Daphne. Ma le motivazioni su quei documenti sono state alterate-" prima ancora che potesse terminare di parlare, sparai senza ripensamenti.

Avevo avuto la sua ammissione, non mi serviva altro.

三冠 - Le tre corone [KinnPorsche The Series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora