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Tutto ciò che provavo era confusione.

La mia testa trotterellava senza sosta alla ricerca di una risposta, che chiaramente da sola non potevo darmi.

''N-no, che stai dicendo?'' ed anche quel briciolo di speranza di aver ritrovato almeno uno dei miei fratelli parve spegnersi. Avrei dovuto sentirmi grata di aver trovato almeno uno dei miei parenti, ma non lo ero: Kim non era il tipo di persona di cui sarei riuscita a fidarmi facilmente. Era calcolatore, ingannava le sue prede e raggirava la verità.

Kim sospirò, in modo così teatrale da farmi prudere le mani. ''Se lo sapevi, perché non me lo hai detto il giorno in cui ci siamo conosciuti, invece di fingere e origliare le mie chiamate?'' mi lasciai cadere sul divanetto, stanca di sentire le mie gambe tremare, quasi vi fosse un peso che mi spingeva verso il basso. O magari era il peso delle bugie che mi erano state rifilate per anni.

''All'inizio non ne ero certo, ma quando l'ho scoperto non ho esitato neanche un secondo nell'assicurarmi che fossi al sicuro. Se qualcun altro dovesse trovarti, da sola perfino, potresti essere in pericolo. Anzi, lo sei già. Alla scoperta di una nuova discendente daranno tutti di matto e cercheranno di rapirti per ottenere dei soldi in cambio..-''

La mia famiglia era davvero così importante da rischiare che uno dei figli – appartenenti a entrambi in clan – venisse rapito?

''Allora tu.. conosci i miei fratelli? Puoi portarmi da loro?'' all'improvviso uno spiraglio di luce si palesò tra le macerie di un passato nascosto e sanguinolento. Kim annuì, alla prima domanda, e la risposta che mi diede non mi soddisfò come avevo sperato. ''Sono sicuro che tua zia avrà parlato con la sottofamiglia, per metterli in guardia su cosa potrebbe succedere. Saranno loro a raggiungerti.''


Anche quella sera, nonostante fosse un normalissimo lunedì, passai a dare un saluto a Yok. Era chiaro persino a lei che ci fosse qualcosa che non andasse. ''Tu non ti fai vedere mai se non il sabato o la domenica'' disse infatti, non appena mi vide entrare nel suo locale, pieno malgrado l'inizio della settimana. Da sempre considerato un errore, quando mi sentivo arrabbiata o delusa, mi fiondavo su qualcosa che potesse alleggerire la mia mente da tutti i brutti i pensieri. In quel caso l'alcol. ''Nel mio locale si beve per divertirsi, non per dimenticare'' mi accarezzò la testa, avvicinandomi un misero calice di prosecco.

Yok aveva ragione, ma cos'altro avrei dovuto fare?

Non avevo mai dovuto affrontare situazioni del genere, avevo solo diciannove anni. Difatti non mi definivo ancora un'adulta a tutti gli effetti, ero acerba.

''Daph, l'altra sera non abbiamo avuto modo di concludere la nostra chiacchierata..-'' ''Non importa , ho lasciato perdere'' e se da una parte era vero, perché mi ero arresa alla realtà dei fatti, dall'altra non ero del tutto soddisfatta delle mie ricerche. ''Vado a prendere una boccata d'aria'' risposi, alzandomi dallo sgabello per raggiungere il retro del locale. Le luci blu soffuse mi accompagnarono fino ad uno stretto corridoio, che terminava con una porta d'emergenza.

Era tutto così caotico. Persino lì dietro la musica rimbombava forte, facendomi tremare il petto. Poco dopo aver acceso una sigaretta, ed averne fatto un tiro, udii una risata generale che si avvicinava gradualmente. Da lontano non riuscivo a distinguere volto alcuno. ''Abbiamo saputo che il signorino Vegas ha una sorellina..'' esordì una voce, viscida d'alcol, che suscitò divertimento ad altri volti, i quali – passando sotto alla lampada al neon – si mostrarono essere inquietanti e malintenzionati. L'uomo che aveva parlato, ridacchiò nuovamente. Adesso che riuscivo a vederlo in faccia, dei brividi mi attraversarono la schiena violentemente. La sigaretta mi scappò dalle dita.

''Abbiamo fatto affari con lui in passato, ma ne siamo rimasti molto delusi. Tu potresti rimediare, però..-'' continuò il tizio con la barba, al fianco del primo che aveva parlato. Non osai immaginare quali affari potesse aver compiuto mio fratello, ma parlavamo pur sempre della mafia. ''Non voglio problemi'' sbottai con voce roca. La mia gola si era velocemente seccata, e deglutire era diventato impossibile. ''Ma sentitela. Pensi di avere voce in capitolo, eh? Questa puttanella non sa con chi ha a che fare!'' con uno scatto rapido mi afferrò per il gomito, tirandomi verso di lui. ''Lasciami cazzo!'' mi dimenai, ma la sua stretta aumentò. Sentivo la sua pelle sudata appiccicata alla mia, e mi venne il voltastomaco.

Una terza voce interruppe quella dell'uomo che mi stava stringendo, infatti questo arrestò i suoi movimenti. ''Togli le tue luride mani da mia sorella o ti faccio saltare in aria'' il clic di una pistola mi solleticò le orecchie. Una figura alta e sicura si stava avvicinando a noi: ma ciò che fece balbettare il mio cuore fu il modo in cui mi chiamò. Sorella.

''Khun Vegas, che tempismo perfetto..-'' rise uno degli uomini, puntando l'arma contro il ragazzo che finalmente riuscivo a mettere a fuoco. Aveva i capelli folti e scuri, la pelle bianca e un paio di occhi che, una volta osservati meglio, a me parevano casa. ''Non mi piace ripetermi: lascia andare mia sorella o il tuo cervello si ritroverà spappolato su questo pavimento, ti è chiaro?''

Mio fratello, Vegas, premette il grilletto ed uno di quelli che aveva tentato di importunarmi cadde a terra senza vita. Il colpo sordo fece balzare indietro l'uomo che mi stringeva, e che mi lasciò andare velocemente, spingendomi verso il ragazzo che da quel giorno in poi sarebbe diventato la mia famiglia.

''Stai bene?'' il corvino lasciò cadere la pistola e posò le sue mani sulle mie spalle. I codardi erano scappati, ed io salva. Annuii solamente, perché sapevo che non sarei riuscita a parlare correttamente. ''Mia sorella..'' sussurrò. Era incredulo, più di quanto lo fossi io. ''Mi chiamo Daphne'' mormorai di rimando, cercando disperatamente di riuscire ad emettere più suoni di un semplice sussurro.

Vegas si inginocchiò mentre mi lasciavo cadere a terra. Il nodo alla gola che avevo trattenuto si sciolse, e le lacrime rotolarono giù sulle mie guance. ''Ti ho trovato finalmente''

三冠 - Le tre corone [KinnPorsche The Series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora