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Non dormii affatto quella notte.

Ero troppo sconvolta, troppo amareggiata dalla piega sconvolgente che aveva preso la mia vita per poter prender sonno. Attesi, con gli occhi sbarrati nel buio, che facesse giorno il prima possibile, solo per poter sgattaiolare via da quella casa e dal doloroso ricordo del sangue dall'odore pungente sparso sul pavimento.

Al suono della sveglia scattai in piedi. Nonostante il mancato sonno, sentivo scorrere nelle mie vene un quantitativo spropositato di adrenalina. Preparai la mia divisa, la mia cartella con i libri di testo, e dopo aver infilato nella borsa anche un pacchetto di sigarette, lasciai la mia abitazione senza guardarmi indietro. Non volevo ripensare alla serata che avevo passato sul pavimento del soggiorno, avvolta dall'odore della candeggina e del sangue che infestavano l'ambiente.

Avevo pulito tutto, perché mi sentivo in colpa nei confronti di zia Ploy, anche se sapevo che quello era il mio dovere dopo essere stata cresciuta per tutti quegli anni. Saltai sul primo bus che passò in fermata e trascorsi il viaggio con la testa su un altro pianeta: un pianeta in cui due ragazzi dal volto a me sconosciuto, e un padre che speravo fosse amorevole, mi proteggevano da ogni male. Ma sognare è molto pericoloso, ed io lo sapevo bene.

Quando intravidi il volto felice della mia nuova amica Maya, il peso sul mio cuore si alleggerì un po'. Sarei stata in grado di fingere almeno con lei? Sarei riuscita a dimenticare ciò che ero soltanto per un po'?

Maya mi corse incontro, stringendo le spalline dello zaino come una bimba in fervida attesa del suono della campanella. ''Daphne! Finalmente sei arrivata.. sono così agitata per la prima lezione..-''

Giusto, la prima lezione di musica della stagione universitaria. Perché improvvisamente tutto mi sembrava frivolo in confronto a ciò che mi attendeva dopo?

Abbracciai Maya delicatamente, e le risposi con garbo. ''Sono sicura che sarà interessante. Non devi preoccuparti''

Per tutta la mattinata riuscii a concentrarmi su ciò che il professore spiegava, ma a lungo andare mi resi conto che affacciarsi alla realtà il prima possibile avrebbe fatto meno male. Volevo solo godermi la normalità finché potevo, e infatti non ci pensai due volte. Misi in ordine i miei libri di testo nella cartella, e non indugiai nel chiedere a Maya ciò che frullava nella mia testa da oltre una decina di minuti. ''Senti, ti andrebbe stasera di andare a bere qualcosa? Conosco un locale molto carino, la proprietaria è una mia fidata amica''

La corvina annuì di buon grado, anche se chiaramente non sembrava il tipo di persona che frequentava molto i locali, o che aveva a che fare con la vita notturna. Ci mettemmo d'accordo per le 22:00, orario in cui l'affluenza nel locale di Yok aumentava maggiormente, e ci salutammo con un cenno della mano.

All'orario prestabilito – dopo averle inviato l'indirizzo – vidi la mia nuova amica attendere difronte al locale, palesemente spaesata e a tratti intimorita dalla vita che scorreva a Bangkok. Forse non usciva molto. Quantomeno sperai di farla sentire a suo agio e di farle godere la serata.

 ''Accidenti quanto sei carina!''

esclamai, facendole notare la mia presenza. Avevo pagato un taxi per farmi accompagnare al locale di Yok, siccome l'auto di zia Ploy era dal meccanico.

Maya arrossì vistosamente al mio complimento, poi indicò il mio vestito e batté le mani. ''Daph, la tua bellezza mi sta accecando'' – capii che bastava un piccolo e sincero complimento per aiutarla a rilassarsi, perciò decisi che mi sarei presa cura di lei.

Entrammo nel locale e ad accoglierci c'era un fiume di gente che ballava sulle note di una canzone pop. Yok se ne stava dietro al bancone, dando dritte ai suoi dipendenti che si perdevano in chiacchiere inutili con le ragazze più carine. Agitai la mano quando mi notò, ed in risposta la mora ci incitò a raggiungerla. Afferrai la mano di Maya, per non perderla tra la folla, e mi feci spazio nella calca di corpi sudati e avvolti di profumo decisamente maschile. Odiavo quel profumo al muschio, sembrava si omologassero tutti alla massa.

''Da quanto tempo non ti fai vedere, disgraziata!'' esclamò Yok ''sono due settimane che aspetto di vederti entrare da quella porta'' – la donna, avvolta nel suo abito da sera scintillante, lanciò poi uno sguardo curioso alla mia amica, che agitò timida la mano. ''Lei è Maya, una mia amica'' le due si presentarono e dopo i convenevoli, Yok ci offrì un cocktail preparato appositamente per noi. ''La mia specialità'' aveva detto.

Tornare da Yok era come tornare da una vecchia amica, e mi faceva sentire davvero bene. Mi aiutava a scaricare tutto lo stress e la tensione accumulati durante la settimana. Mentre sorseggiavo lentamente la mia bevanda, la mano piccola e leggera di Maya si posò sulla mia spalla nuda. ''Mh?'' domandai, alzando la voce per sovrastare il rumore della musica. La corvina indicò con la testa verso la direzione opposta con urgenza, perciò mi affrettai a voltarmi.

All'istante capii perché i suoi occhi fossero pieni di agitazione. Il suo artista preferito, Wik, aveva appena varcato la soglia del locale.

''Tranquilla, questa è la tua occasione per conoscerlo meglio'' replicai sincera. Il ragazzo dai capelli scuri si avvicinò al bancone, e dopo avermi riconosciuta - non seppi nemmeno come, considerando quante persone aveva conosciuto il giorno della sua esibizione – mi salutò entusiasta. ''Daphne?'' La mano di Maya colpì il mio ginocchio involontariamente. ''Oh, Wik, lei è Maya. Una tua fan-'' un altro colpo arrivò dietro l'altro, e capii che la corvina l'aveva fatto di proposito. Presi l'ultimo sorso di quel drink paradisiaco, e attesi che il ragazzo dicesse qualcosa. ''ti prego, chiamami Kim'' poi sorrise splendidamente alla mia amica, che per poco non divenne viola dall'imbarazzo. Poco dopo decisi di fare la mia mossa, e sperai con tutto il cuore che fosse quella giusta. D'altronde volevo solo aiutarla. ''Scusatemi ragazzi, vado a prendere una boccata d'aria'' lasciando così finalmente Maya sola con il suo idolo.

Tirai fuori dalla borsa una sigaretta e la accesi, appoggiandomi al muretto con le spalle.

Stare per conto mio almeno un paio di minuti mi avrebbe aiutata a ricompormi. Peccato che il cellulare squillò poco tempo dopo, illuminandosi col nome di ''Zia Ploy''. Risposi alla chiamata senza ripensamenti, aspettandomi un richiamo da parte sua, considerando il fatto di non averla avvisata prima di uscire. Irresponsabile da parte mia, un comportamento che mai avrei pensato di adottare nei confronti della persona che mi aveva allevata con tanto amore, e tanti sacrifici.

''Daph, dove sei?'' udii dall'altra parte.

''Zia Ploy, non allarmarti.. sto bene, sono uscita con una compagna di corso. Mi dispiace di non averti avvisata''

 ''Non tornare troppo tardi, d'accordo? E se hai bisogno chiama''

Realizzai che non meritavo affatto una persona buona come lei. Nel giro di poco tempo stavo diventando la persona che più detestavo e che non volevo essere.

 ''Te lo prometto''

Chiusi la chiamata, e nel mettere a posto il cellulare, scorsi un'ombra poco distante da me che si ritrasse. ''Chi c'è?'' domandai ingenuamente. Udii una risata cristallina ed imbarazzata che si fece chiara man mano che l'ombra si avvicinava.

Era Kim.

''Scusa non volevo origliare, stavo uscendo a controllare che fosse tutto okay'' - ma i suoi occhi celavano una malsana curiosità verso qualcosa che a lui non doveva interessare. Il suo sguardo era indagatore.

''Sto bene..'' sospirai, spegnendo il mozzicone di sigaretta sotto il tacco. ''Rientriamo'' proposi.

三冠 - Le tre corone [KinnPorsche The Series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora