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Mi preparai minuziosamente per quella serata.

Per una volta, dopo mesi, ero felice di tornare a sentirmi una ragazza normale, che esce con un ragazzo e passa del tempo facendo cose semplici. Per ovvie ragioni, mi ero stancata di sciogliere nodi e sparare a manichini senza vita, per migliorare una mira già perfetta. Volevo spezzare la routine.

Alle 21:00 Arm fu di parola, e mi aspettò all'entrata della mansione vestito nella sua camicia di flanella e jeans chiari. Era molto affascinante, e sapeva di esserlo. "Puntuale vedo" scherzai, affiancandomi a lui avvolta da una gonna di jeans e una t-shirt marroncina. "Hai preferenze sul cibo?" domandò mentre ci avviavamo alla sua auto, una Maserati nera che dedussi avesse comprato grazie ai soldi che guadagnava lavorando nella famiglia principale. Scossi la testa. Mi sarebbe andato bene anche un panino seduti su un marciapiede.

Raggiungemmo un chiosco di prelibatezze tradizionali tailandesi, e ci sedemmo alle panchine adiacenti. Tra un boccone e l'altro di pad thai di pollo, cominciammo a raccontarci frivolezze. Ma ben presto le conversazioni si fecero più profonde, senza che ce ne rendessimo conto.. "Frequento ancora i corsi in università, ma non riesco più ad affrontarli con serenità..Maya fa troppe domande, e mi duole non poterle dire niente..Ci siamo dovute allontanare, o meglio, ho dovuto respingerla per il suo bene..-" Arm annuì comprensivo, e dopo un'altra forchettata, mi domandò schietto. "Hai accolto questa nuova vita perché ti sei dovuta adattare obbligatoriamente?" - "Non avevo altra scelta, Arm. La mia vita appartiene da sempre ai Theerapanyakul, sono una di loro, e in quanto tale devo svolgere il mio dovere."


                                               ───── ❝c'mon, be mafia!❞ ─────

Quella notte la passai con Arm. Se solo avessi saputo cosa mi aspettava l'indomani, avrei voluto che il tempo non volasse in fretta, ma quando entrai in palestra per allenarmi Pete mi venne incontro col volto incupito dalla preoccupazione. "Daph, puoi venire un secondo con me?" ed io non osai obbiettare.

Mi condusse nella sala delle riunioni, dove mio padre, Korn, Kinn e Vegas stavano discutendo in modo animato su quello che mi parve di sentir definito "un rischio troppo elevato" e "lei non è pronta-"

Quando misi piede nella stanza, Kan si ammutolì. "Daphne, ti prego di sederti" Korn fece un cenno alla sedia alla sua destra, ed io presi posto senza fiatare. Poi riprese parola. "Sono qui per proporti una missione, ma sei libera di tirarti indietro qualora non ti sentissi pronta." Alla luce di ciò che avevo udito, capii immediatamente che per mio padre una donna come me, non era portata per le armi e per le missioni pericolose. "Non è in grado di sostenere tutto questo stress" disse infatti. "Che c'è, dopo vent'anni adesso ti preoccupi per i tuoi figli?" sbottai schietta, e proseguendo immediatamente, benché mio padre fosse sbiancato dall'offesa. "Sono pronta, prenderò parte alla missione"

Korn increspò le labbra. "Ma c'è ancora una cosa che devi sapere, prima di accettare. Vedi, la famiglia di Maya, la tua compagna di corso, ha debiti fino al collo con la nostra famiglia, e noi non possiamo più attendere oltre per poter riscuotere il nostro pagamento. Sei pronta a metterti contro di lei?"

Incrociai le braccia al petto, più determinata che mai.

"La famiglia prima di tutto" replicai risoluta.

三冠 - Le tre corone [KinnPorsche The Series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora