CAPITOLO 6 Chloe

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Mi addormento circondata dai ragazzi, mentre le altre stanno dall'altra parte del letto a parte Sofi che ieri sera è stata venti minuti a litigare con loro per stare vicino a me, facendo così arrabbiare i ragazzi. Ma poco m'importa. La mattina seguente mi sveglio e vedo che i ragazzi sono tutti per terra mentre io e Sofi siamo le uniche sui materassi, o io o lei li abbiamo spinti giù nel sonno, o più semplicemente stavano morendo per il profumo di Sofi. Afferro il telefono che ho saggiamente lasciato vicino al materasso e mi metto a fare delle foto, per poi quando sarò un po' più sveglia pubblicarle e prenderli in giro a vita. In realtà ora che ci penso risvegliarsi accanto a loro non mi fa alcun effetto, c'è non sono imbarazzata perché siamo amici da almeno tre anni. Guardo l'ora, le 6:30, ok va bene almeno mia madre non mi ha chiamato nel cuore della notte facendo svegliare trenta ragazzi e ragazze incazzate, molto saggio da parte sua. Mi alzo e vado in bagno per farmi una coda alta e sciacquarmi la faccia così da non sembrare uno zombie. Dopo essermi resa presentabile vado in cucina dove mi preparo un caffè d'emergenza. Poi mi siedo sul divano che abbiamo spostato dal soggiorno alla cucina per dormire. Mentre mi sorseggio il mio caffè mi perdo a guardare il cellulare se non fosse che mi sembra sempre che qualcuno mi stia osservando. Alzo gli occhi verso le finestre con le tapparelle alzate e effettivamente c'è qualcuno che sempre in lontananza mi guarda, in un primo momento non ci faccio troppo caso dato che ho dormito pochissimo, ma dopo un'intera tazza di caffè è ancora lì, decido di alzarmi e andare verso la finestra solo che appena lo faccio quella figura alta e di cui vedo poco altro inizia a correre verso la strada come a scappare. Resto lì impalata e confusa finché non sento una mano sopra al mio braccio mi giro pronta a mettere KO il mio avversario quando mi accorgo che è Marco, deve essersi accorto che lo stavo per menare perché ha velocemente tolto la mano e preso le distanze. Così cerco di riprendermi mentre inizia a farmi domande.

<<Chloe stai bene? Ti vedo più pallida>>chiede con area preoccupata

<<Si sto bene tranquillo, è solo che mi hai spaventata, pensavo di essere la sola sveglia e mi hai fatto prendere un infarto. Comunque scusa non avevo intenzione di picchiarti è la prima cosa che mi è venuta in mente quando mi sono sentita una mano sul braccio e pensavo che voi dormiste tutti>>sussurro per non svegliare gli altri<<Mi dispiace se ti ho svegliato>>mi scuso

<<Non ti preoccupare, non mi hai svegliato tu, ieri sera ci siamo dimenticati di chiudere le tapparelle e la luce del sole è troppo forte e ha disturbato il mio sonno. Poi ho visto che non eri più nel letto e mi sono preoccupato>>risponde, la mia carnagione deve essere tornata normale perché lo vedo più rilassato

<<Ok vuoi un caffè che te lo preparo?>>chiedo con gentilezza, anche se in realtà sto solo cercando di nascondere la paura che mi ha fatto prendere e la curiosità, perché voglio sapere chi è che ci spia sempre, in classe, a casa di Marco è un po'inquietante.

<<Si grazie>>e la conversazione si conclude così grazie al cielo perché non penso riuscirei a continuare a subire l'interrogatorio.

Alle 7:10 circa si svegliano tutti e ci prepariamo per la scuola anche se la mia voglia è sotto le scarpe, nonostante sia venerdì, e io adoro il venerdì. Una volta finito di prepararmi ricompongo la borsa per allenamento, quella per passare anche questa notte qui e lo zaino con i libri. Aspetto le altre e andiamo assieme a scuola. E si inizia con la prima ora in cui tra un po' uccidevo il mio compagno di banco che non è stato zitto nemmeno per trenta secondi. Alla seconda ora almeno abbiamo la verifica di fisica quindi gli tocca stare zitto. Oltre al fatto che durante la verifica la prof stava guardando il cellulare mentre mangiava i taralli, quindi la mia classe ha ovviamente copiato tutto. Alcuni hanno tagliato a metà la gomma per inserire dei bigliettini, altri hanno direttamente copiato dal libro, poi c'erano areoplani di carta che volavano con sopra le risposte ai quesiti e per terminare quelli dell'ultima fila troppo pigri per scrivere hanno copiato dal telefono e lei di tutto ciò non se ne è nemmeno accorta. In tutta questa confusione generale io ero tra le poche che avevano studiato, e ho passato due ore di test con il mio compagno di banco appiccicato al mio foglio e a chiedermi di leggere ciò che avevo scritto dato che, cito le sue esatte parole "ho una scrittura che non la capisco nemmeno io", una grande cavolata perché scrivo molto meglio di lui. Ma ciò ha giocato a mio vantaggio perché ovviamente non gli ho letto le mie risposte dato che la mia scrittura, a quanto pare è illeggibile, quindi si è arrangiato ed ha cercato di capirci qualcosa, anche se spesso ha scambiato la m con la n, ma non è un mio problema. Consegno il foglio e vado all'armadietto a prendere i libri necessari per affrontare le prossime ore. Dato che mancano circa 10 minuti alla fine della lezione il corridoio era deserto, a eccezione dei ragazzi di prima che andavano in giro facendo i fighetti perché andavano in bagno a fumare. Anche se sinceramente dopo un po' ho smesso di cercare di capirli, cioè anche io ho avuto 14 anni eppure non mi ha mai affascinato bere o fumare, anzi ancora adesso quando andiamo in discoteca io sono l'unica ad entrarci e uscirci sobria, e spesso mi devo subire Bea che ogni venti metri in macchina mi fa accostare per vomitare, anche per questo prendo sempre la mia macchina, tanto lei non esce mai da lì in uno stato decente per guidare e io ci tengo a vivere ancora a lungo. A parte che non regge niente, di solito dopo due drink è già andata. Il suono della campanella mi risveglia dai miei pensieri, e mi accorgo che stavo fissando in vuoto con ancora i libri in mano e l'armadietto aperto. Mi ricompongo, chiudo l'armadietto e vado verso la classe della prossima lezione, interrogazione di musica. Entro, mi siedo e mi metto a ripassare dato che devo andare volontaria per salvare i miei compagni che non hanno studiato niente. Finita l'interrogazione e la pratica in cui andiamo in aula magna, dove suono chitarra, la mia passione dalle medie, torno all'armadietto e deposito i libri prendendo quelli per l'ultima ora, la mia preferita, religione. Inizia la lezione parlandoci della scelta importante dell'università e la lezione passa molto serenamente finché i miei compagni non si mettono a giocare a pallavolo con l'astuccio di Lorenzo, che finisce fuori dalla finestra nel giro di pochi secondi, dato che non sono per niente bravi a palleggiare. Dato che siamo al secondo piano ci affacciamo tutti alla finestra per vedere e la scena è fantastica, in giardino c'è Justin che si sta massaggiando la testa e l'astuccio poco più in là. Per una volta devo ringraziare i miei compagni per la pessima mira che normalmente hanno. Finite le lezioni esco in giardino dove aspetto le altre ginnaste con cui sono venuta in qua. Passiamo da casa di Marco per prendere le borse e i ragazzi sono sui materassi, ancora per terra, a guardare la tv. Prendiamo le borse, ci cambiamo e andiamo via.

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