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Charles

«Allora Charles, chi è la donna di ieri??» ammicca Joris

«hai visto come la guardava» rincara la dose Riccardo

«ragazzi basta» li ammonisco

«dai Charles, con noi puoi parlarci, insomma confidati» continua Joris

«non ho niente da confessare amico» scuoto la testa

«con Charlotte come va? Mi sembrano un po' tesi i rapporti tra di voi ultimamente» si rivolge a me Riccardo

«diciamo che provo a trovare una quadra, ma... per quanto mi sforzo siamo in una situazione di stallo. Non so più che fare» rispondo portandomi le mani al volto

«forse Charles devi lasciar stare...» mi mette una mano sulla spalla Joris

«finché non sarò sicuro che è finita ci proverò, non posso lasciare nulla di intentato» scuoto la testa

«ora torniamo alla mora» sorrise Riccardo alla mia destra «chi è? Dove l'hai conosciuta? Perché ti attrae tanto?»

«si chiama Jasmine e l'ho conosciuta mentre vi aspettavo. Per la cronaca non mi attrae»

«certo come no» alzarono gli occhi al cielo <<l'hai solo mangiata con gli occhi>>

<<ma che dite, è una sconosciuta e basta, niente di più...>> abbasso lo sguardo

<<le hai già lasciato il bigliettino da visita con il tuo numero?>> scherza Joris

<<pff... ma ti pare>> gli rispondo giocando nervosamente con le mani

<<questo era palesemente un si. Comunque se non ti interessa falla conoscere a me>> mi dice Riccardo <<è carina>>

<<non ci penso proprio>> non voglio che la conosca qualcun'altro, il perché non lo so nemmeno io. Non riesco a togliermi il suo sorriso dalla testa, assurdo. Ripenso continuamente ai nostri incontri, non ho nemmeno dormito, il che è abbastanza preoccupante. Come fa una perfetta sconosciuta a toglierti il sonno Charles? Mai successo prima d'ora.


11 Giugno

Era passata una settimana dalla gara di Monaco, una settimana da quando ho conosciuto Jasmine e una settima da che occupa i miei pensieri. Domani ci saranno le prove libere a Baku, tracciato interessante, difficile, ad alta concentrazione e come Monaco un tracciato in cui sono particolarmente attratto dalle barriere... già meglio lasciar stare questa storia.

Sbuffo, sbuffo da quando sono arrivato sulla pista, senza un vero motivo in realtà. È un periodo no per me, niente va come vorrei, tutto un disastro, una catastrofe; Mattia in questi giorni ci è andato giu pesante e ora è freddo con me. Cosa si aspettava dopo due domeniche fa? che lo abbracciassi e lo ringraziassi?? La mia reazione a caldo, sul momento era lecita: mi avevano sbagliato l'ennesimo pit stop... ero primo, avevo fatto tutto bene, perché? perché punirmi cosi?

Non riesco a darmi pace, in più Charlotte ci mette del suo, non si risparmia mica. Lei e la sua idea di aprirsi uno studio, di concentrarsi sulla sua carriera perché io la distraggo, la allontano dai suoi obiettivi. Si lamenta e basta, anche se la mia fama l'ha aiutata a vendere la sua collezione di gioielli e li andava bene. Faccio fatica a capire cosa sia cambiato, eravamo una coppia affiatata, innamorata, spensierata... cosa ci è successo??

Insomma avrete capito che la mia vita è una sorta di sceneggiato teatrale tragicomico, dove la tragedia è preponderante. Oggi mi tocca fare l'intervista con Esteban, Daniel, Mick e Nicholas. Sto legando abbastanza con Mick, è un ragazzo solare, leggermente timido, forte e molto simpatico oltre che buono; gli vogliamo tutti un gran bene. Daniel è il pazzo del gruppo, quello che lega tutti, che alleggerisce le situazioni e porta il caos, lo amiamo tutti.

Succede quello che mi aspetto e di cui ho parlato con l'addetta alle comunicazioni: domande sulla gara precedente, su Mattia, su cosa mi aspetto e come ho reagito; sono stato cauto, gentile e ho evitato di dire cose mal interpretabili. Sono stato me stesso, anche se le parole di Mattia mi rimbombano nella testa:

<<non devi fare queste scenate, ne va della reputazione della Ferrari, vuoi per caso rovinarci? la prossima volta prima di discutere e giudicare le nostre scelte, rifletti, perché conta solo una cosa qui: la squadra... non il singolo. Fai un'altra scenata così e puoi cercarti un'altra scuderia>>

Parole dure che non ho mandato giù, insomma dopo tutto quello che ho fatto per la Ferrari... hanno commesso un errore, grave e non ho sentito nemmeno uno 'scusa' da parte loro. Non lo pretendo, ma insomma, non mi sembra una cosa difficile. Me le merito delle scuse.

Ad ogni modo Charlotte mi ha appena scritto che mi raggiungerà domenica e sono contento, spero aggiusteremo qualcosa o almeno che ci proveremo. Tra le notifiche cerco da giorni ormai un messaggio specifico, molto specifico, ma anche oggi non c'è; me l'ha detto che non l'avrebbe fatto, ma io in fondo ci spero, spero che Jasmine mi contatti e ancora una volta non lo so, non me lo spiego... non mi spiego perché lo voglio cosi ardentemente, perché desidero che mi chiami, perché desidero vederla e sentire ancora il suo profumo. Il suo modo di fare mi intriga, è una sfida e io amo le sfide, ma soprattutto amo vincerle. Cosa mi spaventa? Che lei possa prendermi al punto di non poterne fare a meno come l'adrenalina delle gare.

Passo a salutare i meccanici, gli do il cinque e scambio quattro chiacchiere con qualcuno di loro; parliamo di quello che abbiamo fatto in settimana e se siamo pronti per il weekend; cerco di caricarli, come sempre, voglio che diano il massimo, dobbiamo fare così per essere i migliori.

Quest'anno sento di potercela fare, di poter finalmente prendere quel mondiale con la rossa, come sognavo da bambino, come voleva papà... volevo farlo per lui e per Jules, d'altronde sto vivendo il suo sogno, glielo devo. Non voglio mollare e spero che la rossa sia con me ad ogni passo, io non l'abbandonerò spero lei non lo faccia.

Una macchina è come una donna: bella, intelligente, volubile, attraente, impulsiva e indomabile. Sentire i suoi cavalli agitarsi sotto il tocco leggero e sicuro del mio piede mi manda in estasi... questo vorrei: una donna che mi mandi in estasi come la mia macchina; una donna che mi tenga testa, che mia dia battaglie nella vita e a letto, una donna che sappia quello che vuole, sicura, decisa, indomabile come la mia Ferrari. Vorrei una donna che tremi al mio tocco, che mi desideri.

Una donna che si prenda cura di me quando non ce la faccio, che abbia i miei obiettivi, che lotti, pianga e gioisca con me; vorrei condividere tutto con una donna che mi capisca e non mi giudichi.

Voglio amarla come la mia rossa, voglio dominarla, esserle fedele come lo sono con la mia scuderia, perché no, non la tradirei mai.

Vorrei farla sentire unica, amata in ogni condizione, fiera tra le mia braccia.

Vorrei farla sentire mia, sempre, in ogni posto, in ogni momento. Vorrei una donna che abbia occhi solo per me. Ne vorrei una solo per me.

Al momento Charlotte è lontana da tutto ciò e io per quanto mi ostini non posso farci nulla.

Sono così ossessionato da Jasmine che tornando all'hotel mi giro e mi sembra di vederla... li su una panchina di fronte a me. Mi sembra di vedere i suoi occhi scuri su di me, le sue labbra rosse, le guance rosee e il nasino piccolino che vorrei toccare.

Mi sembra di vederla mentre mi regala un sorriso e non posso fare altro se non sorridere a mia volta, cullandomi nell'idea che lei sia venuta qui, per me, solo per me.

Incognita rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora