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Charles

C'era un unico posto dove potevo portarla, il mare di Montecarlo, lo stesso posto in cui ero andato la sera del Gran Premio, dove ero solo e mi sentivo perso.

Lei era poggiata alla ringhiera e guardava davanti a se prima che dicesse:

<<è curioso sai? Se me lo avessi chiesto ti avrei portato nello stesso posto, davanti al mare, seduti sugli scogli in una notte stellata>> abbassò lo sguardo

<<hai detto che il posto ti avrebbe parlato di me... cosa dice?>> incrociai le braccia al petto

<<che ti senti solo, incompreso, tradito dalle persone a cui affideresti la tua vita. Mi dice che hai sofferto tanto e che hai fatto molte promesse, alcune più di altre difficili da mantenere>> mi guardò negli occhi

<<dice altro?>> puntai il mio sguardo nel suo come se fossimo legati, come se ci trovassimo all'estremità della stessa catena

<<dice che hai un cuore d'oro, che combatti contro molti demoni che ti impediscono di restare fermo tra le braccia di qualcuno a lungo perché hai paura di mostrarglieli, hai paura che scappino di fronte ad essi. Hai paura di fallire e che il senso di vuoto che hai dentro non possa essere colmato>> mi stava leggendo l'anima come nessuno aveva fatto mai prima di questa sera

<<parla tanto questo posto allora>> cercai di sdrammatizzare

<<ha ragione?>> cercò di indagare

<<purtroppo sì>> alzai gli occhi al cielo

<<Charles... che cosa provi adesso, qui con me?>> mi prese alla sprovvista, non me l'aspettavo

<<mi sento vivo>> era la verità

Non lo so cosa le disse la testa in quel preciso momento, ma mi baciò. Caspita quanto ne avevo bisogno

<<tu cosa senti Jasmine?>> le dissi senza fiato

<<sento che ho bisogno di te>> la baciai io questa volta.

Janet's pov

Non era come baciare Max... Charles non era rude, ma passionale e dolce. Aveva le sue mani sulle mie guance e tutto d'un tratto non sentivo più freddo; Charles era un incendio pronto a divampare, a bruciare ogni cosa ci fosse intorno.

Noi eravamo polvere di stelle caduta dal cielo, nati per essere, per esistere.

Eravamo un diamante raro che contiene e sprigiona luce, ma non è forse vero che le cose rare come le stelle non sono fatte per durare per sempre?

<<Jasmine>> sussurrò sulle mie labbra

<<scusa, io non dovevo... non dovevo baciarti>> mi allontanai come se mi fossi scottata

<<Jasmine...>> mi richiamò in modo dolce

<<è stato un errore, mi dispiace>> continuavo a ripetere come un disco rotto

<<aspetta Jasmine, aspetta>> mi prende il braccio <<aspetta>>

<<cosa? Tu hai una ragazza e la ami. Io non sono altro che una delle tante che ha stuzzicato la tua voglia e le tue fantasie>> i miei pensieri uscivano incontrollati come un fiume che aveva rotto gli argini

Incognita rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora