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Charles

"Leclerc"

"Jasmine, che bello sentire la tua voce" feci una pausa e sorrisi "come stai?"

"Molto bene" rispose con voce calma

"Ti ho disturbata??" Le chiesi giocherellando con i lacci dei Jeans

"Si, Charles" rispose Max prendendole il telefono

"Max? Che ci fa lei con te?" Ero sconcertato

"Quello che tu non puoi fare con lei ora riaggancia e va a farti un giro" mi rispose polemico

"Devi stare lontano da lei" ringhiai

"Lei non è d'accordo con te" insistette

"Prova soltanto a sfiorarla e ti giuro che..." mi stava innervosendo

"Cosa? Andiamo Charles ammetti la sconfitta, ci hai provato ed è andata male. Ho vinto io"

"No, ti sbagli di grosso" cercai di mascherare il fastidio

"Ah si? E con chi dorme lei stasera, con me o con te?" Mi provocò

"Max te l'ho già detto non toccarla o finisce male"

"Lo sai, le sue labbra hanno davvero un ottimo sapore, così fresco e lei è così inebriante" rise

"vaffanculo Max" ingoiai a vuoto

Riattaccai, presi le chiavi della macchina, sbattei la porta e mi diressi da Max. Ero in collera. Nessuno poteva toccarla eccetto me.

Lei era mia.

Quando arrivai al palazzo di Max il portone era aperto ed io entrai come una furia, mi avvicinai all' ascensore, premetti il pulsante, ma tardava ad arrivare o forse ero io troppo impaziente. La mia gamba non stava ferma un attimo ed io non facevo altro che sbuffare. Premetti nuovamente il pulsante come se questo velocizzasse la discesa; portai le mani ai fianchi e alzai gli occhi al cielo.
Finalmente arrivò e le porte si aprirono.

Mi precipitai all'interno di quella scatola mortale e premetti il numero del piano di Max che conoscevo molto bene. La salita sembrò infinita, ma quando arrivai davanti alla porta mi attaccai al campanello.

"Avanti apri" ripetevo mentalmente

La porta mi rivelò la figura di Jasmine:

<<Lord Perceval, che bello rivederti>> mi sorrise

<<Dov'è Max?>> cercai di stare calmo

<<sul balcone>> disse facendomi entrare <<Max io vado, vi lascio parlare da soli>>

<<non puoi andare via senza darmi un bacio>>

<<io, invece, credo proprio di sì>> lafermai proprio mentre mi passava accanto

<<non riesco a togliermi dalla mente le tue labbra su di me>> sussurrai quasi più a me stesso

<<dimenticale>> mi sorpassò

<<Charles>> mi chiamò Max <<mi hai rovinato la serata con la tua improvvisata>>

<<Max>> lo richiamai

<<non hai alcun diritto di baciarla o di volere che lei ti appartenga; tu hai già qualcuno e so che non intendi lasciarla quindi...>>

<<hai ragione, ho perso la testa>> ammisi

<<le emozioni sono sempre state il tuo più grande problema>> sbuffò una risata mentre prendeva un bicchiere e dell'alcol

<<cazzo... ho combinato un disastro>> mi passai una mano sul volto

Incognita rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora