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Charles

Jasmine sarebbe stata la mia rovina, ne sono consapevole e sono pronto ad accettare ogni rischio; d'altronde sono uno abituato al pericolo, lo corro praticamente sempre. Sempre conscio delle mie azioni e delle mie scelte, molte volte ponderate, altre no. È anche dannatamente vero che la maggior parte delle volte che agisco di pancia, d'istinto, finisco per combinare qualche guaio... sono un po' troppo avventato a volte.

In questo sono l'opposto di Max... lui è un calcolatore nato, spietato, freddo. Per lui deve collimare ogni minimo dettaglio, ogni aspetto deve essere assolutamente perfetto altrimenti va fuori di testa. Max è uno con cui si può ragionare poco, affatto quando si è in pista. È succube della sua storia e della figura di suo padre... mi fa venire i brividi quell'uomo, mai una parola d'affetto, mai la soddisfazione in volto, quello che fa Max non è mai abbastanza, non è mai giusto.

L'anno scorso Max ha vinto il suo primo mondiale e si è guadagnato la stima del padre, ma non so quanto durerà in realtà... a Jos non basta mai, non è mai sazio, mai soddisfatto e anche se il nome di Max verrà ricordato da tutti a lui non sembrerà granché. Alla fine credo che sia solo insoddisfatto della sua carriera e riversa tutto sul figlio.

Credo che una cosa accomuni Max e me: la mancanza di un padre. È una cosa diversa forse, ma alla fine chi può dirlo.

Quanto mi manca mio padre... la cosa che mi ha fatto più male è stato mentirgli quel giorno quando gli ho detto che avevo firmato per la Ferrari e ancora non era vero; chissà che grassa risata si sarà fatto vedendomi da lassù, quando finalmente ho scritto il mio nome su quel contratto e ho sentito il mio cuore più leggero.

Ahh papà quanto vorrei che fossi qui per consigliarmi e abbracciarmi; quanto vorrei vedere i tuoi occhi fieri sotto il podio e le tue mani grandi sul mio casco con il numero 16. Mi manca tanto il tuo sorriso, le tue battute a tavolo mentre mangiamo con la mamma che ti riprende. Non sai quante canzoni ho scritto al piano e quante lacrime ho versato dedicandoti ogni nota. Sai sono migliorato papà, mi sono esercitato notte e giorno finché non avevo male alle mani perché so quanto ti piaceva ascoltarmi suonare e questo mi fa sentire più vicino a te. Sai papà sono migliorato in tante cose, ma non so ancora gestire le mie emozioni, i miei occhi parlano ancora per me, la mia voce mi tradisce ancora. Non sono cambiato tanto, ma tu questo probabilmente lo sai già e chissà quante volte avresti voluto rimproverarmi... già perché non mi sono sempre comportato bene, anzi, e come dicevi sempre tu, un bravo ragazzo queste cose non le fa; mi avresti detto: parla chiaro alle persone anche quando sai che gli farai male perché loro apprezzeranno la tua sincerità. Non sono stato molto sincero negli ultimi anni e la paura di rimanere solo con me stesso, con le mie ansie, con la mia coscienza mi porta a cercare continuamente qualcuno da avere vicino. Quando so che mi stanno capendo, scoprendo, lascio tutto e vado via, cerco altro...

Non sono loro che non vanno bene per me, sono io che non sto bene con me stesso... finché non mi perdonerò, non sarò mai libero, mai libero dal mostro che da sotto il letto si è insinuato nel mio cuore.

Sai papà qualche tempo fa ho conosciuto una ragazza, diversa dalle persone che ho incontrato fino ad oggi, ho riconosciuto nei suoi occhi il mio stesso dolore. Passare tempo con lei mi aiuta ad anestetizzarlo, a sentirmi sicuro di me... mi ha fatto capire che sono io in guerra con il mondo e non viceversa. È come se mi avesse dato una chiave per accedere a ciò che è dentro di me.

Non so in realtà cosa voglio da lei, almeno non precisamente. L'unica cosa di cui sono sicuro è che mi piace la sua compagnia, mi da degli attimi di pace dal caos della mia vita frenetica, non vorrei che lei si allontanasse... mi piacerebbe se restasse, ma so che le cose non sono eterne e spesso le persone entrano nella nostra vita per motivi specifici, una volta aver raggiunto quell'obiettivo e averti lasciato qualcosa escono. Stavolta vorrei non valesse questa legge, vorrei che fosse l'eccezione alla regola. In fondo io non conosco il futuro, non conosco bene nemmeno lei, magari mi darà un'enorme delusione e tra qualche mese non vorrò più vederla.

Papà vorrei che tu mi dessi un segno o che potessi avverare questo mio piccolo desiderio, non so se puoi fare queste cose, ma la speranza io non la perdo, perché so che comunque in qualche modo mi stai ascoltando, in qualsiasi posto tu sia ora... non sarà mai troppo lontano per noi due.

Mi piace pensare di poter parlare con lui, di poterlo sentire vicino anche con una sola folata di vento. Punto gli occhi ormai lucidi al cielo e il sole splende allontanando le nuvole. Voglio sentire quel vento sul casco, voglio gli occhi puntati sulle curve e la libertà in ogni centimetro dell'asfalto; voglio le ruote fumanti, i freni e i nervi saldi, voglio quella piazzola davanti, quella del migliore. Voglio l'impresa e ci credo, posso farlo. Voglio vedere gli spalti esplodere, gioire, cantare, sorridere. Voglio fargli un regalo e ce la metterò tutta purché il loro sogno si avveri.

Con questo spirito mi preparo e passo davanti a Jasmine che mi ferma:

<<Charles...>> prende un bel respiro <<buona fortuna>>

<<la fortuna non era per i principianti?! perché me lo dici?>>

<<perché so che ne hai bisogno. Vai li fuori e mettici il cuore>>

<<mi stai stupendo>> rido

<<Charles sono le tue emozioni a renderti Charles, non devi spegnerle, devi solo dominarle in alcuni momenti. Ora non è il caso... mettici il cuore, in ogni curva, in ogni rettilineo, in ogni metro, su ogni cordolo>>

<<sarò solo Charles>>

<<solo Charles basterà>> mi accarezza il casco

Mi infilo nella monoposto, mi sistemano la protezione e le cinture, prendo un gran respiro e mi ripeto: <<essi solo Charles>>. Appena mi danno il segnale esco dal box, il rumore del motore mi fa stare bene, mi fa sentire al posto giusto.

Il primo giro ovviamente è di cool down, percorro piano il tracciato, lo ripasso, butto giu le marce una dopo l'altra e il cuore mi batte più forte. Io vivo di questo e non voglio vivere di nient'altro.

Il Q1 è tranquillo e lo passo con serenità, già nel Q2 inizia a salirmi l'adrenalina, mi piazzo bene, ma non dove voglio essere. Il Q3 è il momento decisivo e il quinto posto del primo tentativo mi va stretto. A bassa voce ripeto: <<mettici il cuore Charles, mettici il cuore>>. Chiudo gli occhi e quando è il momento esco dalla pit lane, passano le curve, strette e difficili, i muri, i rettilinei e il castello; sole e vento in faccia, piede sull'acceleratore e cavallino sull'asfalto, sono pronto a dare tutto.

Ora si fa sul serio. Vado veloce, velocissimo, vedo i colori sugli spalti e scorgo qualche espressione, sullo schermo vedo il volto di Jasmine con quelle grandi cuffie rosse che risaltano sui capelli corvini. Ha le mani davanti la bocca, lo intravedo. Lei ci spera e io ci sto provando sul serio. Quando taglio il traguardo Xavi mi dice:

<<Well done Charles, P1. P1. Pole position>>

Esplodo di gioia, sono un vulcano. Grido di felicità, è una liberazione.

Parcheggio al parco chiuso, mi slaccio le cinture in fretta e salto giu, corro, corro verso gli uomini in rosso. Le persone esplodono dall'emozione, c'è rosso ovunque; sorrido sotto il casco e non riesco a smettere. Noto lei e mi sposto, la stringo forte a me, come ad aver paura che si smaterializzasse e andasse via da me.

<<ce l'hai fatta Charles>> mi sorride

<<ti prego non andartene anche tu>> le dico dopo essermi tolto il casco

Ciao stelline, ecco il nuovo aggiornamento, che ne pensate di questa introspezione di Charles?
Vi aspetto come sempre nei commenti e su Ig per rimare sempre aggiornati sulle mie storie. Vi mando un bacio stellare

Sempre vostra,

Eye of storm

Incognita rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora