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Charles

Non so perché ho detto quella frase a Jasmine, mi è venuta spontanea, di getto. Fatto sta che dopo non l'ho più vista ne sentita se non tramite messaggio.

Di certo non posso farla venire nel mio box oggi visto che ci sarà Charlotte.

<<Amore mio, sei pronto?>> mi accarezza le spalle la monegasca

<<si...>> sospiro

<<ti vedo pensieroso>>

<<ho un po' di fantasmi nella testa dopo Montecarlo>> le spiego

<<non ci pensare>> mi bacia la spalla destra

Le accarezzo la mano, le lascio un bacio e poi usciamo per andare al circuito.

Come al solito Andrea mi porta qualche cambio e mi aspetta stavolta al parcheggio.
In macchina ogni tanto guardo di sottecchi Charlotte che si arrotola una ciocca di capelli tra le dita e si bea del sole dell'Azerbaijan; mi venne di colpo alla mente quando Jasmine sedeva proprio lì e guardava fuori dal finestrino, il suo respiro calmo, il suo rossetto e i suoi capelli al vento.

Diamine Charles, ma che ti viene in mente. Hai una ragazza, ritorna in te.

Scuoto la testa come a riprendere il controllo dei miei pensieri. Saluto qualche fan appena fuori dal circuito e poi entro per posare la macchina.

Vedo Charlotte più rilassata rispetto a come l'ho lasciata, lei mi sorride, mi bacia, mi prende la mano... ha un bel completo rosso oggi. Le sta bene ed ecco che penso a Jasmine con la mia maglia rossa. Quanto le dona il rosso, è proprio il suo colore. Stavolta vengo risvegliato da qualcosa più simile a uno schiaffo in pieno volto: Jasmine con Max.

Che ci fa con lui? Perché ha la sua maglia? Perché?

Max mi saluta con un cenno della testa e lei lo segue a ruota.

Perché me la prendo tanto? D'altronde alla fine io la conosco appena eppure... eppure mi è entrata nel cuore, ha spalancato le porte e ha fatto entrare la luce nella mia anima. Ha cambiato tutto e quando un uragano passa niente è più come prima. Non sarei mai tornato ad essere lo stesso Charles di qualche settima fa.

<<Charles andiamo?>> mi richiama la mia ragazza

<<si>> dico anche se non mi sono ripreso totalmente <<controllo di aver preso tutto>> metto la testa in macchina come uno struzzo sotto la terra cercando quasi un riparo, come a voler respirare.

Sento la testa pesante e i miei pensieri fanno a gara per uscire come fossero in un labirinto. La mia vita è in bilico su un precipizio e non ho il coraggio di buttarmi, rimango ancorato a terra, legato con delle catene a quell'ultima striscia del mio vecchio e confortevole mondo, consapevole che se mi fossi lanciato nel vuoto, nell' ignoto avrei provato una sensazione di libertà mai avvertita prima.

Con questa consapevolezza cammino nel paddock accanto alla mia ragazza. Lei sembra però non voler mollare la presa:

<<sei strano stamattina, sei sicuro sia tutto okay?>>

<<te l'ho detto Charlotte, va tutto bene>>

Non va tutto bene invece, per niente e la presenza di Charlotte non la vedo più come una cosa piacevole che mi da tranquillità, ma come una gabbia che mi opprime.

Respiro a fondo e mentre vado in griglia per lo schieramento passo davanti il box RedBull e vedo lei, che lascia un bacio sulla guancia a Max. Fastidio. Provo fastidio, si accende qualcosa in me, che sicuro non mi porterà a niente di buono. Ho una brutta sensazione.

Cerco di eliminare la scena che si ripropone in loop nella mia mente, ma proprio non ce la faccio. In questo momento vorrei essere come Max e saper spegnere le mie emozioni, sono troppo preda di esse... la paura di sbagliare tutto mi attanaglia lo stomaco e i rumori intorno a me sono ovattati, vedo solo l'asfalto e le prime curve, sento solo il rumore del motore.

Non me ne accorgo nemmeno ed ecco che sono nella monoposto mi ripeto nella mente quello che mi ha detto Jasmine il giorno prima: <<essi solo Charles>>.

Sono consapevole che la Red Bull è molto bilanciata e va bene su questo tracciato, hanno velocità e il drs è spaventoso. Ho praticamente chances pari a zero, ma ci voglio provare comunque.

Sento il battito del cuore che comincia ad accelerare mentre completo il giro di formazione; l'orologio posto in alto fa scorrere le lancette, mi posiziono e aspetto... aspetto per un tempo interminabile, con la gola che inizia a seccarsi, le mani esperte che si muovono senza che io le guidi, i piedi già sui pedali e lo stomaco in subbuglio.

Le luci si spengono una dopo l'altra, inizia la danza.

Mi sento come un torero, ma sono accerchiato da due tori inarrestabili, feroci, affamati di fama e gloria. Perez mi passa sin da subito; cerco di tenere il suo ritmo, ma la mia bella rossa non è dolce sulle gomme come il loro bolide.

Cazzo Charles. Cazzo. Ti sei fatto fregare. È una maledizione questa.

Arriva anche Max, lo vedo perché la sua macchina si fa ingombrante nei miei specchietti. Lo vedo con me in tutte le curve e il nervoso comincia a salirmi; mi ripeto nella mente: <<sta calmo Charles>>

Mi difendo come posso, ma alla fine mi ritrovo spettatore di un duello tra i due tori. Il mio compagno si dovette ritirare per un guasto al motore e sinceramente stavo pregando affinché il mio resistette.

A quanto pare però non è la mia giornata perché al pit va tutto storto e poco dopo ecco che vedo del fumo uscire dal posteriore. La mia mente va in black out, sono furioso. Non ricordo nulla di quello che successe dopo la mia mente era annebbiata dalla frustrazione e dalla rabbia.

Quando mi alzo sono ancora nel mio stanzino e ci sono varie cose a terra... cazzo Charles non è da te.

La maledizione di Montecarlo continuo a ripetermi, mi perseguita.

Poi dannazione la Ferrari. La amo e la odio. Mi fa provare delle sensazioni indescrivibili, un appagamento superiore anche al miglior orgasmo, ma poi trasformava ogni magia in un amara delusione, come "l'assenzio" di Manet e ti ritrovi solo con i tuoi fantasmi a lottare come Don Chisciotte con i mulini a vento.

Ma la mia giornata poteva avere un finale lieto? Ovvio che no, al fine non c'è mai peggio.

Mentre sono al circolo interviste e cerco di controllarmi, essere positivo e rassicurare tutti mentre i miei occhi delusi e Rossi per le lacrime raccontando altro, vedo dal televisore in alto Max che festeggia. Lei che lo bacia sulla guancia e lo abbraccia. Lui e non me.

Serro la mascella a quella vista, il sangue mi ribolle nelle vene, avrei spaccato tutto se solo il mondo non avesse tutti gli occhi puntati su di me.

Camminando per tornare al box a salutare tutti in tarda serata mi imbatto in Jasmine che l'unica cosa che mi dice è:

<<speravo di assaggiare lo champagne dalle tue labbra, invece ho dovuto provare il sapore d'Olanda>> mi tocco le labbra con un dito dopo averlo passato sulle sue

Incognita rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora