CAPITOLO VENTIQUATTRO

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Trascorsero quasi tre settimane dal ritorno di Kiran e Isabel. I due si dedicarono al lavoro e lei iniziò ad occuparsi di un altro evento di moda importante, chiedendo come sempre aiuto a suo marito. Kiran si offrì di supportarla e insieme pianificarono un altro affare, rendendoli complici anche nella vita lavorativa oltre che privata.
La donna una mattina consegnò a Layla il progetto in questione e poi afferrò la sua agenda, mordendosi il labbro più volte. Girò quelle pagine in preda all'ansia e si passò una mano sulla fronte, faticando a credere a ciò che stava pensando. Prese un grande respiro e si alzò, decidendo di raggiungere il Karribean Blue per parlare con suo marito.
Per tutto il tragitto sentì il cuore battere forte, provando invano a mantenere la calma. Quando arrivò, si guardò intorno e chiese a Tom dove potesse trovare Kiran, dirigendosi in terrazza.
«Ehi...» disse, non appena lo ebbe davanti «pensieroso, Mr Scott?» chiese, notandolo ad osservare l'orizzonte.
Si voltò verso lei. «Ciao, Mrs Scott» le andò incontro, con un ampio sorriso «è da tanto che non ci si vede».
«Da circa tre ore e...» lanciò uno sguardo all'orologio «quindici minuti, ora!» sorrise appena, guardandosi intorno «ci sediamo un po', ti va?» si portò una ciocca dietro l'orecchio.
Corrugò la fronte. «È successo qualcosa?» la prese per mano e la portò al loro solito tavolo e chiamando Tom «preparaci il solito Spritz».
«Ehm...No!» bloccò il ragazzo «per me un analcolico, grazie!» gli sorrise e Tom corrugò la fronte, limitandosi ad annuire «in realtà, credo di sì!» rispose a suo marito, prendendo l'agenda dalla borsa. Sfogliò velocemente le pagine e gliene mostrò una «come puoi leggere tu stesso, questa è la data dell'ultimo ciclo, Kiran...» si morse il labbro inferiore ancora una volta, osservando la sua espressione confusa «non ho più avuto mestruazioni da quel giorno e, stando ai calcoli, dovevano arrivarmi quasi tre settimane fa» si passò una mano sulla fronte «stamattina, arrivata in ufficio, ho dovuto sedermi perché un giramento di testa mi ha impedito di restare in piedi» fece una pausa «n-non so che fare, Kiran. I-io sono sempre stata puntuale e non credo di essere stressata. Ho solo tanta, tanta paura che...Che sia un problema momentaneo e non ciò che il mio cuore spera».
La ascoltò attentamente e all'improvviso spalancò gli occhi. «Isabel...» le prese la mano «amore mio, potrebbe essere proprio quello. Potresti essere incinta».
Annuì appena, sentendo una lacrima scendere lungo il viso. «Ho paura...» ammise, tamponandosi la guancia destra con la mano «so che non è giusto restarci male se non è come pensiamo, ma io...I-io lo voglio così tanto, Kiran».
Si alzò e andò a sedersi accanto a lei. «Amore mio...» le prese il viso «facciamolo insieme. Acquistiamo il test e aspetteremo insieme l'esito» le sorrise teneramente «e se sarà negativo, pazienza. In fondo c'è sempre l'opzione gatto. O cane, pappagallo, criceto, coniglio...».
Lo guardò e riuscì a ridacchiare, abbracciandolo forte poco dopo. «S-sì... Non voglio essere sola in quel momento» gli posò un bacio sul collo, venendo interrotta da Tom che portò i drink sul tavolo e qualcosa da stuzzicare.
Il ragazzo li osservò e non fece domande, tornando giù da Jean e gli altri.
«Quindi, suppongo debba recarmi in farmacia uscita di qui» ci pensò su, afferrando il suo analcolico «se è come desideriamo, significa che è stato concepito durante il viaggio di nozze» sorrise teneramente, nonostante il timore di una delusione.
«Prima o dopo il beduino che voleva comprarti?» sogghignò «in fondo lo abbiamo fatto ogni santo giorno».
Scoppiò a ridere. «Sarà stata la gelosia, amore?!» lo guardò riflessiva «adesso che ci penso...Poco dopo quell'episodio siamo tornati in camera e abbiamo fatto l'amore nella jacuzzi» gli ricordò «e tu sei stato molto...Molto fisico e passionale in quegli attimi, Mr Scott».
«Colpa del caldo. La gelosia non c'entra» sbuffò «non sono geloso, ok?».
«Oh, giusto! Che brutta parola quella» ribatté divertita, addentando qualche patatina «vorrei restare qui, con te!» si fece seria, poggiando la testa sulla sua spalla «non sono pronta a lasciarti andare!» sospirò.
«Non ti annoierai nel vedermi al lavoro? Sono alle prese con il conteggio delle spese degli ultimi due mesi» la baciò sulla fronte «lo sai che ci è costato più il matrimonio della sfilata?».
Ridacchiò. «Ma questo nuovo evento ci ripagherà di tutti i sacrifici fatti, Mr Scott! Sono una mogliettina così brava ad includerti nei miei affari...» sbatté le ciglia «ormai siamo un duo eccezionale!» gli porse una focaccina «resto ancora un po' con te, ok? Poi acquisto il test e ci rivediamo nella nostra casetta stasera. Cucino io o vuoi viziarmi tu?».
«Puoi restare tutto il tempo che vuoi» sorrise «stasera potremmo ordinare una pizza, se ti va».
«Ottima idea, Mr Scott!» sorrise teneramente, guardando verso il mare in lontananza. Ripensò più volte a quanto stava accadendo e sperò fosse tutto vero, sentendosi quasi ad un passo dalla realizzazione di quel sogno che avrebbe reso entrambi genitori. Terminò il suo drink e aiutò suo marito nei conteggi, cercando più distrazioni possibili. Andò via dal Karribean poco dopo l'ora di pranzo e si recò in farmacia, acquistando il test. Tornò in agenzia e lo tirò fuori dalla borsa, restando a fissarlo per un tempo che le parve infinito. Nonostante la paura per un esito negativo, posò una mano sulla pancia e sorrise con dolcezza, chiudendo gli occhi per un istante. Quando li riaprì prese un grande respiro, riponendo la confezione in borsa e tornando a dedicarsi al suo lavoro. Verso le 19.00 inviò un messaggio a Kiran e lo informò di essere a casa e di aver acquistato il test, gettandosi in doccia in attesa di rivedere suo marito.
Lui ordinò telefonicamente le pizze e, dopo essersi accertato che al locale fosse tutto pronto per l'apertura serale, salutò i ragazzi e tornò a casa.
«Amore! Ho ordinato le pizze» disse trovandola in salone «va tutto bene?» si gettò sul divano accanto a lei e la baciò sulle labbra.
«Ciao, Mr Scott!» sorrise, annuendo «sono ancora un po' in ansia ma...Ora che ti ho qui, va decisamente bene!» gli indicò il test poggiato sul tavolino «ho perso il conto delle volte in cui ho fissato quella confezione. Quando dovremmo farlo, secondo te?».
«Adesso? Conoscendoti, finiresti col non mangiare» afferrò la confezione «togliamo questo dente?» la agitò davanti ai suoi occhi.
Guardò lui e poi la confezione, annuendo. «Andiamo, credo sia arrivato il momento! In fondo, non c'è nulla da temere, no? Abbiamo una vita davanti, possiamo provarci fino a quando sarà possibile» disse, provando a convincere più se stessa che Kiran.
«Isabel, ascolta...» notò la sua paura «so quanto desideri diventare madre. Ma non devi abbatterti se non accadrà. Ok?».
Sospirò. «Hai ragione! Non serve prendersela tanto...» gli sorrise, stringendo la sua mano e recandosi in bagno.
Kiran aprì la confezione e lessero insieme le istruzioni, eseguendo alla lettera quanto riportato sul foglietto illustrativo.
«Ecco qui!» gli porse il test e lui lo posizionò in orizzontale sul lavabo, attendendo il risultato «da quanto dice qui, dovrebbero comparire due strisce se è positivo» gli mostrò la confezione, sentendo il cuore battere a mille «saranno i cinque minuti più lunghi della nostra vita, temo!».
«In cinque minuti potremmo amoreggiare, che ne pensi?» la baciò sul collo «così ci teniamo impegnati».
Scoppiò in una grassa risata, lasciandolo fare. «Ricordavo tu amassi ritardare il piacere, Mr Scott!» accarezzò i suoi fianchi, sentendosi un po' più serena.
«Sono sempre disposto a fare un'eccezione» le mordicchiò un lobo «non ti piacerebbe?».
«Sta diventando una situazione molto pericolosa, amore. Conosci i miei punti deboli, sei sleale» chiuse gli occhi, amando quel suo tocco leggero «grazie... Perché sai sempre come tirarmi su il morale» gli posò diversi baci sulla guancia, stringendolo forte. Lanciò istintivamente uno sguardo al test e sussultò, smettendo di respirare «K-Kiran...» esclamò con un filo di voce, sentendo il cuore perdere battiti.
La guardò confuso e spostò l'attenzione verso il test, restando senza fiato. «È...è...» mostrò un ampio sorriso «due linee...sei incinta, amore!» tornò a guardare lei «sei incinta!».
«S-Sono incinta...» riuscì a ripetere, afferrando il test con mano tremante. Lo fissò per diversi secondi e poi guardò lui, sentendo il viso riempirsi di lacrime «sono incinta! I-io... Tu... Saremo genitori».
«Sì, amore mio. Saremo genitori» la abbracciò e iniziò a riempirla di baci «sarai mamma».
«Oh, Kiran!» esclamò piena di gioia, aggrappandosi a lui «sono incinta davvero» seguitò, sentendo il cuore scoppiarle dentro «aspetto un bimbo...Sarai papà e sarai il papà migliore che potessi desiderare per lui o per lei» pianse contro la sua spalla, sfogando tutta la paura e l'ansia accumulate. Tornò a guardarlo e gli prese il viso tra le mani, baciandolo più e più volte sulle labbra «c'è un piccolo Scott dentro di me. Non ci posso credere... È una sensazione così bella, da non poterla descrivere».
Le asciugò le lacrime, senza smettere di baciarla. «Adesso basta lacrime. Devi essere una mamma super».
«Ti amo da morire!» si lasciò coccolare, poggiando la mano di Kiran sulla pancia «non vedo l'ora di dirlo a tutti. Dovremmo organizzare una festa, che ne pensi?!» sorrise felice «il nostro piccolino tanto atteso e desiderato merita una serata tutta per lui, papino».
«Tutto quello che desideri» sorrise «peccato dover rinunciare ad un animale domestico» esclamò divertito.
Rise di gusto, sussultando poco dopo per il suono del citofono. «Oh! Tempismo perfetto questo ragazzo delle consegne» ridacchiò, uscendo dal bagno con lui e andando ad aprire. Si recò in cucina e apparecchiò la tavola, attendendo che Kiran ritirasse le pizze. Guardò ancora una volta il test e sorrise teneramente, riponendolo nella scatola per conservarlo «ti proteggeremo sopra ogni cosa...» sussurrò, accarezzandosi il ventre.
«Amore, si mangia!» esclamò, raggiungendola in cucina «d'ora in poi dovrai nutrirti per due».
«Vuoi farmi diventare una balenottera, Mr Scott?» ridacchiò, accomodandosi «si sta comportando bene, però! A parte quel giramento di testa e il ritardo, non ho avuto altri sintomi. Per lo meno, tutto ciò che ho mangiato fino ad oggi è rimasto nel mio stomaco».
«Meglio così. Deve fare il bravo...o brava» si sedette «o potresti avere dei gemelli in pancia, sai?».
Scoppiò a ridere, riscoprendosi affamata. «Dici?! Magari un maschietto e una femminuccia!» gli lanciò uno sguardo, accarezzandogli il viso «sei tanto felice, lo vedo nel tuo sguardo! Ed è così bello, amore...» sorrise teneramente, iniziando a mangiare con gusto «dobbiamo recarci dalla mia ginecologa, ora che ci penso! Domani la chiamo e le chiedo un appuntamento».
«C'è un problema però» disse riflettendoci «non posso farti ubriacare».
«Oh, giusto! Dovrò dire addio al mio amato Miami Beach» sospirò «sono sicura che Tom saprà come sostituirlo al meglio!» tornò a guardarlo «mi facevi ubriacare per assicurarti le scintille, Mr Scott?» si finse pensierosa.
«No, certo che no! È solo che ti lasci andare quando sei brilla» le porse un pezzo di prosciutto «soprattutto quando dicevi di non sopportarmi».
Lo addentò dalle sue dita, leccandogliele poco dopo. «Io dicevo molte cose quando ero brilla. Molto spesso ti guardavo e ti assicuravo che non ci saremmo più rivisti. Ogni affare concluso era l'ultimo per me. Ma hai ragione... Ero meno rigida nei tuoi confronti quando bevevo» fece una smorfia «però è anche vero che volevo rivederti tutte le volte...Trovavo sempre il modo per tornare da te» sorrise al ricordo.
«Per fortuna...ogni volta guardavo la porta d'ingresso del Karribean, sperando di poter scorgere la tua figura» addentò un altro trancio «e invece tu arrivavi quando meno me lo aspettavo».
«Davvero?!» si bloccò, smettendo di masticare «tu, Kiran Scott, uomo dalle mille e costanti avventure giornaliere, attendevi impaziente il mio arrivo al Karribean Blue?».
«Avrei pagato fior fiori di cammelli pur di averti sempre intorno» fece spallucce.
Ricordò la proposta del beduino e scoppiò a ridergli in faccia, poggiando la testa sulla sua spalla. «Evitiamo di raccontare in che momento preciso può essere avvenuto il concepimento, ok?» ridacchiò, riempiendogli la guancia di baci «ti amo tanto, Mr Scott! E non sai quanto ho amato starti intorno, nonostante la mia testa diceva il contrario. Io ti ho sempre guardato, Kiran! Ma l'ho capito dopo...L'ho capito quando ormai ero troppo presa da te, per respingerti ancora. Ti ho sempre reputato un uomo bellissimo, dalla classe innata e dal modo di fare gentile. Solo... Non l'ho mai detto».
«Eh sì, sono proprio un uomo da sposare» si pavoneggiò «beata chi lo farà».
Ridacchiò. «Donna fortunata, questa sposa! Soprattutto perché potrà godere anche di altri benefici. Tipo baciarti ogni volta che lo desidera, coccolarti, mangiarti sotto le coperte» ribatté divertita, addentando l'ultimo trancio di pizza «e poi...potrà renderti papà e godere per sempre di questa meravigliosa immagine!» lo guardò con dolcezza, accarezzandosi il ventre «la festa per baby Scott quando pensi che possiamo organizzarla, amore? Al Karribean ci sono serate importanti o eventi in questi giorni?».
«Ci sono solo un paio di eventi, di cui uno nel privè. Possiamo organizzarla domenica» le propose «così abbiamo a disposizione più tempo per far arrivare i nostri genitori».
Annuì felice. «E ho anche il tempo necessario per organizzare il tutto, acquistare un abito per l'occasione e, cosa non meno importante, recarmi dalla ginecologa con te» gli gettò le braccia intorno al collo, riempiendogli il viso di baci «sono così felice... lui è il nostro miracolo, Kiran».
«Aspetta...aspetta» la staccò da sé «ma tu cerchi abiti per ogni singola occasione?».
Lo fissò e poi scoppiò in una grassa risata. «Sono una direttrice di moda, credo sia una cosa che mi riesce del tutto naturale» fece spallucce «e poi... si tratta di baby Scott! Devo assolutamente essere impeccabile» strofinò il naso contro il suo collo «dici così perché ho occupato gran parte della tua cabina armadio?» tornò a guardarlo.
Fece una smorfia. «Diciamo che da averla tutta per me, mi ritrovo buttato in un angolo» alzò gli occhi al cielo «dovevo progettarne una tutta tua».
Poggiò la testa sulla sua spalla. «Ti prometto che sarò più brava d'ora in poi. Ci proverò, per lo meno. Però l'abito per la festa di baby Scott lo compro lo stesso!» alzò gli occhi verso di lui «e se chiedessimo a mio padre di progettare la nursery? Ci sarebbero buone probabilità di riuscire a farlo finalmente commuovere» ridacchiò.
«Non mi allagherà casa con le sue lacrime, vero?» la guardò attentamente.
Scoppiò a ridere, scuotendo la testa. «Sei sempre il solito» si alzò, sparecchiando «quindi, nonno Nathan progetterà la tua cameretta, baby Scott» si accarezzò il ventre, sorridendo con dolcezza «è così bello poterlo dire! E devo ringraziare te, Kiran... Per tutto quello che mi hai dato e per questo piccolino che vive in me. Tu hai realizzato il mio sogno di diventare mamma e te ne sarò per sempre grata».
Le andò vicino. «Dovrai convincere mio padre però. L'idea di farsi chiamare nonno alla sua giovane età, lo preoccuperà parecchio».
Alzò un sopracciglio. «Ma se ha superato i sessant'anni come il mio!» sospirò rassegnata «tutto suo figlio, non c'è alcun dubbio» gli circondò il collo con le braccia, stringendosi a lui «vedrai che riuscirò a trovare il modo per convincerlo. Tuo padre ha sempre amato i miei bacini sulla guancia» gli strizzò l'occhio.
«Certo, certo! Lui si fa comprare con troppa facilità» sospirò rumorosamente «tutto il contrario di me».
Ridacchiò, riempiendogli il viso di baci. «Hai ragione! Questi papà troppo indulgenti non vanno bene» lo prese in giro, senza smettere di baciarlo «tu, invece, sei molto più forte. Non ti lasci conquistare con due o tre bacini» seguitò, continuando a posargli baci ovunque.
«Infatti...io non cedo facilmente» la lasciò fare.
«Sì, sì...» annuì, continuando a stampargli baci sul viso e sul collo. Lo guardò divertita e baciò le sue labbra più e più volte, abbracciandolo forte poco dopo «non potrei vivere senza di te» gli sussurrò all'orecchio, baciandoglielo poco dopo «io e baby Scott ti amiamo, papino».
«Mh...e pensi che questo bambino già sappia amare?» le toccò la pancia «quindi non possiamo più fare cose sporche in sua presenza».
«Potremmo aspettare che si addormenti» propose, rubandogli un bacio sulle labbra «nel frattempo, però, potresti coccolarmi come hai fatto in bagno, quando ero tanto, tanto in ansia» strofinò il naso contro il suo collo «nella nostra camera, magari» seguitò, continuando a persuaderlo.
«E pensi che adesso sta dormendo?» accarezzò le sue labbra con le dita «perché ho davvero tanta voglia di coccolarti».
Annuì lentamente. «I-io... Io dico di sì» fissò i suoi occhi incantata «ho bisogno della tua dolcezza, sai? Amo quando mi tocchi così» sussurrò, baciandogli i polpastrelli.
La prese in braccio e, senza dire nulla, la portò in camera da letto. La fece sedere e si spogliò. «Tu non immagini quanto amo il tuo corpo» la baciò dolcemente.
Sorrise teneramente. «Il mio corpo cambierà. Sarò molto presto una donna con il pancione» si sdraiò, lasciandosi coccolare e infilando le dita nei suoi capelli «t-tu... Tu lo amerai ugualmente?».
«Io amerò per sempre ogni centimetro del tuo meraviglioso corpo. Con...» batté delicatamente i polpastrelli sulla sua pancia «...o senza pancione».
Ridacchiò, rilassandosi. Si levò la maglia e il reggiseno e lo tirò verso di sé, baciandolo con tutto il desiderio che sentiva dentro. Lo strinse forte e si abbandonò con lui all'amore, sentendosi la donna più completa e felice al mondo.

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