CAPITOLO VENTIDUE

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Dopo due giorni da quella notte piena di emozioni e amore, Kiran ed Isabel partirono per la California. I due noleggerano una Cadillac su consiglio della donna e fecero un tour della costa, che permise loro di visitare le città principali tra cui la baia di San Francisco, Los Angeles e San Diego, tramite la bellissima Pacific Coast Highway. Fecero tappa anche nelle più belle località balneari e si fermarono a Santa Barbara per un giorno, prima di riprendere il loro viaggio, spostandosi nell'entroterra. Ammirarono le meraviglie naturali della California e percorsero le catene montuose della Sierra Nevada, per poi godersi i vari deserti ed infine i parchi nazionali. Quei quindici giorni vissuti appieno, non fecero altro che confermare ai due quanto fossero simili e fatti per stare insieme.
Tornati a casa, Isabel prese tutte le sue cose e si trasferì definitivamente da Kiran, lasciando la sua abitazione a Jeremy che, dopo aver trascorso diverso tempo a Miami, si rese conto di voler restare in quella città, dove vi era anche Julia. L'organizzazione del matrimonio avvenne nell'arco di un mese e, proprio come desiderato da Isabel, la cerimonia si sarebbe svolta in spiaggia, per poi godersi il ricevimento sulla terrazza del Karribean Blue. Luogo che rappresentava per i due il primo incontro e dove vi erano racchiusi la maggior parte dei ricordi più belli della loro storia.
Il 20 Novembre, data scelta da entrambi, Kiran ed Isabel erano finalmente pronti a giurarsi amore eterno.
«Ok, Scott! So che dovrei cercare di infonderti calma e serenità da bravo testimone ma...Tra meno di un'ora dovremo recarci in spiaggia e tu non sei ancora del tutto pronto» esclamò Tom, entrando nella camera del suo amico.
«Ecco qui, sposo! Gemelli regalati da Isabel, recuperati» proferì Jean, raggiungendo i due «non li trovavi perché li avevi poggiati sulla macchinetta del caffè» fece una smorfia «a cosa stavi pensando ieri sera, mi chiedo!».
«Cerca di capirlo! La sua testa non è più tra noi da giorni, ormai!» ribatté Tom, sogghignando.
«Non date la colpa a me! Siete voi che non fate altro che caricarmi di ansia» sospirò rumorosamente, indossando la cravatta in tinta col suo completo in lino color sabbia «piuttosto. È tutto pronto al locale?» li guardò attraverso lo specchio.
«Oh, eccome! Isabel ha due dipendenti niente male...» sogghignò Jean «è stato un vero piacere aiutarle».
«Ha fatto il maniaco per tutto il tempo, capo! Non staccava gli occhi dal culo sodo di Whitney. Che schifo!» si finse contrariato Tom.
«Disse l'uomo che ha proposto a Layla del sesso post ricevimento questa notte» lo fissò truce Jean.
«Vengo in pace, ragazzi!» li interruppe Paul, andando ad abbracciare Kiran «tu sai quanto teniamo a te, vero? E sai che tutto questo ci fa commuovere, giusto?»gli diede una pacca sulla spalla, staccandosi e osservandolo «detto ciò... Chi hai scelto per farti accompagnare in spiaggia, a bordo di quella meravigliosa bambina chiamata Maserati?» fece un ampio sorriso, indicando se stesso più volte.
«Tom e Jean sono già impegnati come testimoni. Voi farete alla vecchia maniera» sogghignò, allacciando i gemelli «fate sasso carta forbice».
Spalancò la bocca incredulo. «E di tutto il tempo trascorso insieme, che cosa mi dici? Non possiamo fare alla vecchia maniera, andrebbe avanti all'infinito» sbuffò, riflettendo sul da farsi «hai una pistola? O forse basterà un repellente per zanzare. Una bella spruzzatina negli occhi ed è fatta» fece una smorfia «ti aspetto giù! Vado a corrompere i due farabutti davanti alla tua auto» si allontanò, raggiungendo Mark e Philip.
Jean rise divertito e andò ad indossare la giacca, mentre Tom restò a fissare il suo amico, sorridendo teneramente.
«Ed eccoti qui, Mr Scott! Terrorizzato dall'amore prima di Isabel, ed ora felice come non lo sei mai stato».
«In realtà mi fingo felice...ci credi che non potrò più essere il famoso Kiran Scott? L'uomo che conquistava qualsiasi donna con uno sguardo» sospirò «che brutta fine».
Corrugò la fronte e poi scoppiò in una grassa risata. «È davvero questo a renderti triste o meno felice?» scosse la testa divertito, avvicinandosi a lui «sei sicuro di ciò che dici, Scott? Sappiamo entrambi che avevi una scelta, l'hai sempre avuta. Insomma, come eri prima di Isabel? Tu potevi averle tutte, non dovevi nemmeno presentarti e già ti infilavano la lingua in bocca» gli ricordò «ma di chi ti sei innamorato, Kiran? Per chi hai letteralmente perso la testa, chi hai deciso di sposare e chi non riesci a vedere lontano da te? Isabel ti ha cambiato la vita. Ti sei preso una cotta per una donna completamente diversa da quelle che frequentavi. L'unica che ti ha respinto e che ti ha insegnato l'amore. Tu hai amato, quando hai sentito che la stavi perdendo. Se oggi non fossimo qui, se tu non fossi qui, probabilmente staresti trascorrendo queste ore con la solita pollastrella della quale non ricorderesti nemmeno il nome tra qualche giorno. Saresti il tanto desiderato Kiran Scott ma... Non saresti completo!» gli sorrise «Isabel Moore ti ha reso tale sin dal primo istante. Quella donna ti ha messo davanti ad una realtà che hai rifiutato per anni e ti ha portato a capire che sì, le avevi tutte, ma eri comunque solo! E, per quanto si possa vivere benissimo anche così, le emozioni vere, quelle che ti rendono veramente vivo ogni giorno, solo l'amore può dartele! Isabel è amore, luce e speranza. Tutte cose che ora ti appartengono e non ti lasceranno più» poggiò le mani sulle sue spalle «quindi, amico mio, goditi questo giorno, il tuo matrimonio e la famiglia che oggi formerai con lei. Perché, credimi, così felice io non ti ho mai visto».
«Tutta questa pappardella è per dirmi solo che sto invecchiando ed è arrivato il momento di mettere la testa a posto?» lo guardò.
Sospirò rumorosamente, rassegnandosi. «Tutto questo per dirti che manca mezz'ora e se non ci muoviamo, tua moglie farà il culo a tutti noi» gli sistemò la giacca «muoviti, testone!» gli diede una pacca sulla spalla, afferrando la macchina fotografica dal comò.
«Ok, ok. Ti ha messo alle mie calcagna così non devo fuggire?» lo precedette, recandosi all'auto «l'hai per caso vista? Non ti ha inviato una foto da mostrarmi?».
Sussultò appena, passandosi una mano dietro la nuca. «In realtà... Sono andato io al posto di Mark. Sai, per quella questione delle rose che volevi fossero consegnate in Hotel da lei» fece spallucce «e l'ho vista!» continuò «in vestaglia... indossava un completino intimo in pizzo. Credo avesse il tanga» gli lanciò un breve sguardo, notando l'espressione di Kiran cambiare «beh... ho bussato, mi ha aperto e... Quella vestaglia bianca era troppo bianca e la luce del sole che attraversava la finestra, non mi ha aiutato a non guardare. È diventata un po' trasparente, decisamente trasparente...» fece una smorfia, tossendo appena «tranquillo, di me puoi fidarti! Lei non lo saprà mai» lo rassicurò.
Gli mollò uno schiaffone dietro al collo. «Bene, un invitato in meno alle nozze. Sono più che sicuro che uno degli altri ragazzi desidererà farmi da testimone».
«Ahi!» esclamò dal dolore, massaggiandosi il punto colpito «non è colpa mia, gli occhi sono andati per i fatti loro!» provò a giustificarsi «dai, Kiran...Siamo amici da dieci anni, ho il diritto di essere il tuo testimone. E poi... L'ho vista io! Pensa se fosse toccato a Mark» provò a farlo ragionare «insomma, lui avrebbe omesso questo dettaglio! Offrendomi di consegnare i fiori ad Isabel, ho evitato che la tua donna fosse guardata troppo a lungo!» fece spallucce.
«Smettila! O giuro che come promessa di matrimonio ti affogo» guardò i ragazzi «beh, chi è il vincitore che guiderà la mia meravigliosa auto?».
«Lui!» Paul indicò Philip «tu lo sapevi che la carta vinceva sul sasso? Io credevo di schiacciarla e il gioco era fatto» sbuffò, salendo nell'Audi di Isabel «lei arriverà a bordo di una Cadillac rosso fuoco, boss» gli strizzò l'occhio, salendo in auto.
«Forza, sposo! Ho l'adrenalina a mille, monta su» sogghignò Philip, già seduto al posto di guida.
Si sedette accanto a lui. «Bene! Ora non si torna più indietro» fece un profondo respiro e agganciò la cintura «andiamo!».
Gli lanciò un breve sguardo e poi mise in moto, godendosi il rombo del motore. «Porca miseria che bambola» fece un ampio sorriso e partì, raggiungendo la spiaggia. Gli invitati nel frattempo si sistemarono ai loro posti e Deanna attese suo figlio davanti al tappeto bianco, per poterlo condurre sull'altare. L'emozione crebbe a dismisura e il fotografo terminò gli ultimi scatti a Isabel e alle sue damigelle, lasciandola andare con suo padre.
«Sei bellissima... Ho sognato di poterti accompagnare dall'uomo della tua vita un sacco di volte. Sapere che sei felice, che è quello giusto, mi rasserena» Damian accarezzò la spalla di sua figlia, guardandola commosso.
Isabel sorrise teneramente e lo strinse forte, trattenendo le lacrime il più possibile. «Oh, papà... Non mi sono mai sentita così sicura e innamorata. Kiran mi renderà felice e io non desidero altro che raggiungerlo e giurargli amore eterno» si staccò dall'abbraccio, posandogli un bacio sulla guancia.
«Andiamo, allora!» la guardò incantato e poi raggiunse la Cadillac con lei, aiutandola con il suo abito avorio e rosa, dalla linea morbida in tulle e pizzo rebrodé ricamato.
Si sistemò il medaglione di Swarovski che portava sul lato destra della sua acconciatura e accarezzò il bouquet scelto per lei da Kiran, prendendo finalmente consapevolezza che il suo sogno si stava avverando.
Guardò suo padre e poi gli fece un cenno con la testa, pronta a raggiungere l'amore della sua vita all'altare.

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