PROLOGO

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Miami. Un'altra sera all'insegna della buona musica, alcol, belle donne e uomini ricchi, si stava svolgendo al "Karribean Blue" il locale notturno più famoso della costa di South Beach.
Isabel Moore, ormai distrutta, si accinse a varcare la soglia di quel locale, intenta a gettarsi una delle tante estenuanti giornate lavorative alle spalle. Si guardò intorno brevemente e, avvistato un posto libero, si accomodò, iniziando ad osservare l'ambiente e chi vi era al suo interno. Sospirò diverse volte e poggiò la borsa sulle gambe, iniziando a chiedersi cosa ci facesse in un posto simile e a quell'ora tarda.
Dall'altro lato del locale invece, Kiran Scott era come sempre circondato da tante donne. Mentre era intento a provarci con una di loro, non poté fare a meno di notare una ragazza bionda e dagli occhi azzurri che non aveva mai visto prima e che sembrava un pesce fuor d'acqua in quell'ambiente.
Isabel continuò ad osservare gli uomini che riempivano il locale e le donne che facevano loro compagnia, facendo una smorfia che lasciava trasparire il suo totale dissenso. Si sistemò l'orlo della gonna e si mosse appena sullo sgabello, sentendosi diversi occhi addosso. Lanciò uno sguardo al suo orologio e poco dopo all'ingresso, apparendo combattuta sul restare o scappare a gambe levate. Provò a richiamare l'attenzione del cameriere ma a nulla servirono i suoi modi eleganti, fallendo miseramente sulla sua idea di sollevare l'indice e restare in silenzio, in attesa di essere notata dal ragazzo che, nel frattempo, serviva altri clienti facoltosi.
Kiran si alzò e si congedò dalle ragazze, incuriosito e attratto da quella donna. Si avvicinò a passo svelto e si sedette sullo sgabello accanto a lei.
«Che ci fa una così bella ragazza imbronciata e silenziosa in un locale come questo?» le sorrise.
Si voltò a guardarlo e lo osservò con circospezione, alzando gli occhi al cielo. Incontrò nuovamente i suoi occhi e restò in silenzio alcuni istanti, abbassandosi l'orlo della gonna, ancora una volta. «È buffo come le sue parole combacino perfettamente con il pensiero che ha elaborato la mia testa, sul cosa ci faccio qui!» sorrise brevemente, quasi come le risultasse un enorme sforzo.
Scoppiò inevitabilmente a ridere, osservandola dalla testa ai piedi. «Se vuole, io conosco molti metodi per rendere più piacevole questa serata» alzò la mano, per attirare l'attenzione del cameriere.
«Wow, sono davvero colpita da tutto ciò! Il mio dito ha smesso di avere vita propria, cercando disperatamente di essere notata dal cameriere e poi, magicamente, arriva lei ed ecco che il ragazzo si volta immediatamente» sospirò, tornando ad osservarlo con estrema attenzione «quindi è questo che fate qui?! Alcol e...» si voltò verso i presenti «belle donne pronte a donarvi piacere?!».
Fece spallucce. «Qui ci si gode la vita, ci si rilassa...e si fa quello che si vuole senza essere giudicati» guardò il barman, ormai di fronte a loro «il primo giro lo offro io. Preparami un bourbon. E per questa meravigliosa ragazza...?» la osservò in attesa.
«Solo 'ragazza' senza il 'meravigliosa'» precisò, sorridendo appena e rivolgendosi al ragazzo «un Miami Beach!» esclamò con convinzione, tornando a guardare Kiran «sa già che ci sarà un secondo giro o è ciò che spera, Mr... » si bloccò, non conoscendo il suo nome.
«Un secondo...e perché no? Anche un terzo» le porse la mano «Scott. Kiran Scott».
Fissò la mano titubante e poi la strinse, mantenendo fede alla sua educazione. «Isabel Moore» si presento, alzando un sopracciglio poco dopo «mi spiace deluderla ma per il secondo e il terzo giro temo lei debba cercare altrove, signor Scott».
Fece un sorriso sghembo, lasciando la sua mano con riluttanza. «Peccato...» il barman porse loro i drink e lui afferrò il suo bicchiere, sorseggiando quella bevanda ambrata «magari cambierà idea come avrà fatto prima di entrare in questo locale» la osservò ancora «perché sono sicuro che ci avrà pensato più volte prima di entrare...eppure ha varcato la soglia e si è accomodata. Nonostante si veda da lontano che si sente parecchio fuori luogo».
Tossì appena, afferrando la fragola presente sul bicchiere. Se la portò alla bocca e la addentò con eleganza, tornando a guardarlo. «Lei è davvero perspicace, mr Scott» sorseggiò un po' del suo drink, ridendo appena «sono una sua preda, vero?! Qui giocate a caccia o qualcosa del genere, suppongo» si guardò nuovamente intorno «ammetto che ero incuriosita da questo locale. Adesso so che non ci metterò più piede».
«Non dovrebbe dire cose non vere, Miss Moore» si voltò verso una ragazza che lo chiamava, cercando di attirare la sua attenzione e le fece un cenno, riportando nuovamente gli occhi su Isabel «sono convinto che ritornerà in questo posto. Il locale fa questo effetto».
Scoppiò in una grassa risata, scuotendo la testa divertita. «E magari potremmo divertirci un po'... Che ne pensa?!» si avvicinò a lui con il viso, strizzandogli l'occhio.
Inspirò bruscamente, osservandola dritto negli occhi. «Perché no?» fece ancora il suo solito sorriso sghembo.
Si allontanò dal suo viso, alzando gli occhi al cielo. «Quello che è appena accaduto è un suo sogno, Mr Scott. Peccato che la realtà si discosta anni luce dalla fantasia» fece spallucce, continuando a bere il suo drink «non farò un secondo giro con lei e nemmeno un terzo, non entrerò mai più in questo locale e lei non avrà ciò che la sua mente ha elaborato nel preciso istante in cui i nostri volti si sono pericolosamente avvicinati. Sono già abbastanza disperata di mio, non ho intenzione di condividere la mia afflizione con un perfetto sconosciuto».
La ascoltò attentamente e posò il suo bicchiere ormai vuoto. «È un vero peccato» si alzò e si mise alle sue spalle, piegandosi e avvicinando il viso al suo «mi sarebbe proprio piaciuto conoscerla meglio» si rimise dritto «offrile tutto ciò che vuole» disse al barman «è stato un vero piacere, Miss Moore...un vero piacere» le sorrise ancora e si allontanò, tornando dalle sue ragazze.
Isabel deglutì a vuoto e si portò una mano sul collo, laddove poco prima aveva avvertito il respiro di Kiran. Gli lanciò uno sguardo e lo osservò ormai da lontano, terminando il suo Miami Beach. Si voltò verso il cameriere e gli chiese se conoscesse quell'uomo, stranamente incuriosita.
Il ragazzo le rispose che si trattava del proprietario del locale e Isabel spalancò gli occhi, visibilmente incredula. Si toccò la fronte con le dita e poi lasciò una mancia al barista, afferrando la borsa e andando via, giurando a sé stessa che non sarebbe mai più tornata lì dentro. Una volta a casa, si spogliò e si gettò sul letto, provando a dimenticare l'incontro con Kiran.
«Non lo rivedrai più, Isabel... Non c'è alcun pericolo!» disse tra sé, chiudendo gli occhi e abbandonandosi ad un sonno profondo.
Ancora non lo sapevano, ma le loro strade si sarebbero incrociate ancora. Quello era solo l'inizio.

(SPERIAMO CHE COME INIZIO VI SIA PIACIUTO E VI ABBIA INCURIOSITE. BENVENUTE NEL MONDO DI KIRAN ED ISABEL)

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