CAPITOLO SETTE

609 38 16
                                    

La serata di beneficenza arrivò in fretta. Isabel si assicurò che tutto fosse perfetto e nei giorni antecedenti mantenne un costante contatto telefonico con Kiran, per assicurarsi che i suoi dipendenti facessero un ottimo lavoro in sua assenza. Ultimati i preparativi e sistemati gli ultimi dettagli, alle 20.30 il Karribean Blue fu pronto per aprire le porte al pubblico.
«Notizie di Isabel?!» chiese Whitney a Layla, sistemandosi il trucco nel bagno del locale.
«Dovrebbe essere qui a momenti. Mi ha detto che avrebbe optato per un taxi» rispose la ragazza, uscendo di lì e andando ad accogliere i primi ospiti.
«Nervoso, capo?!» chiese Tom, lanciando uno sguardo a Kiran che non smetteva di toccarsi il papillon «questo posto è nuovamente strepitoso. Lo diventa ogni qualvolta Miss Moore posa le sue manine, in realtà».
Fece un profondo respiro, sistemandosi anche i polsini della camicia. «È solo che...non avevo mai reso pubblica la storia di Matty» serrò la mascella, guardando verso l'ingresso e sperando di vedere Isabel entrare.
«Amore di mamma. Quanto sei bello» disse Deanna, non appena entrò e notò suo figlio in un completo nero che valorizzava la sua figura e il suo incarnato.
«Mamma!» mostrò un ampio sorriso, abbracciandola «anche tu sei meravigliosa. Papà dovrebbe essere geloso della tua bellezza...come me».
«Io ho la fortuna di essere accompagnato da questa bellissima donna, incontrata fuori poco fa» esclamò alle spalle di suo figlio Nathan, tenendo sotto braccio Isabel, che varcò la soglia indossando un abito nero lungo aderente, totalmente ricoperto di paillettes e che fasciava perfettamente il suo corpo, esaltando la sua figura.
Deanna restò spiazzata dalla sua bellezza e la guardò incantata, innamorandosi ancora una volta della sua classe innata e del suo portamento. Isabel posò quasi immediatamente lo sguardo su Kiran, lasciando apparire un ampio sorriso sul viso, che la rese ancora più bella agli occhi di chi la guardava.
«Wow...» sussurrò appena Kiran, ricambiando il sorriso «sei bellissima» le prese la mano, baciandola «un vero incanto».
«Posso dire la stessa cosa di lei, Mr Scott» lo osservò con circospezione, apprezzando la scelta dell'abito.
«La verità è che siete bellissimi insieme»Deanna strizzò I'occhio ad Isabel, che scoppiò inevitabilmente a ridere.
«Non ci sopportiamo nemmeno, il più delle volte. Dubito che potremmo dare una svolta a questo rapporto tra colleghi. Giusto, Mr Scott?!» lo guardò divertita, mentre lui la osservava attentamente.
«Oh, io ti porterei volentieri sotto le coperte...sei tu che non mi vuoi. Non sono bello abbastanza?» la prese in giro.
Cambiò espressione, fissandolo accigliata. «Mi piacciono i biondi!» ribatté acida, sospirando rumorosamente.
Nathan scoppiò a ridere, accarezzando una spalla a Isabel. «Noi andiamo a curiosare un po' un giro. A dopo, cara» fece un cenno a sua moglie, invitandola a lasciarli soli.
«Piuttosto, Mr Scott. La vede quella ragazza riccia e bionda, accanto alla colonna alla sua destra?» gliela indicò «è la sua tanto bramata vocalist russa» gli sussurrò all'orecchio, ridacchiando poco dopo.
Lanciò uno sguardo verso quella direzione. «Per stasera passo!» la spiazzò «per rispetto del mio amico, terrò gli ormoni in tasca. E forse anche per la tua gioia» le porse il braccio «posso avere l'onore della tua compagnia per la serata, Miss Moore?».
«Che non diventi un'abitudine, Mr Scott» strinse il suo braccio, annuendo e sorridendogli con dolcezza «come ti senti?!» chiese, divenendo seria.
«Teso. Spaventato» ammise, recandosi verso il secondo piano «è la prima volta che faccio qualcosa per lui...pubblicamente intendo».
Accarezzò il suo braccio con l'altra mano, stringendosi a lui un po' di più. «Matthew è qui, Kiran. Proprio al tuo fianco» lo guardò con tenerezza, captando il suo stato d'animo e la sua sofferenza «questa gente ha deciso di esserci per lui. Molti non lo conoscono, eppure hanno voluto partecipare a questa iniziativa. Questo è il potere dell'amore. Quell'amore fraterno che hai nutrito e nutri ancora per lui».
La guardò e sorrise, sentendo la tensione che pian piano andava via. «Posso chiederti un favore?».
«Chiedimi tutto ciò che vuoi. Tranne di provare la tua fragranza nella camera proibita» esclamò ironica, guardandolo in attesa.
Scoppiò a ridere, scuotendo la testa e facendosi serio. «Solo per questa sera. Per favore, non lasciarmi solo».
Restò sorpresa dalla sua richiesta e avvertì una stretta al cuore, annuendo quasi immediatamente. «Sono qui, Kiran. Per questa sera sarò la tua ombra, promesso» gli posò un bacio sulla guancia, ripulendolo dal rossetto «sei anche un cavaliere affascinante...» gli strizzò l'occhio «per la tua età!» aggiunse, osservandolo divertita.
«Grazie. E tu sei una perfetta badante» alzò gli occhi al cielo, sorridendole poco dopo «vediamo un po' cosa ha combinato Miss Moore al mio locale» la invitò ad entrare prima di lui.
«Ma che gentiluomo!» lo punzecchiò, precedendolo «stai facendo tutto questo per ottenere la mia fragolina di bosco, vero?!» ridacchiò, mettendosi nuovamente sottobraccio, dopo aver afferrato il piccolo strascico del vestito «ti piace?» chiese impaziente, osservando la sua espressione.
Spalancò gli occhi, non appena vide la gigantografia della foto del suo amico alle spalle del piccolo palco. Chiuse per un attimo gli occhi e li riaprì, guardando il resto dell'allestimento. «Sei riuscita a superare te stessa...i miei complimenti».
«Lo so, sono andata contro la tua stessa volontà. Ma la gente doveva conoscere il suo viso, Kiran! Lui non merita di essere ricordato come un tossico che ha preferito la morte alla vita» gli spiegò «e tutto ciò che può aprire i loro cuori è la sua immagine. I suoi occhi buoni e il suo viso puro. Molti genitori stanno affrontando tutto questo, in ogni parte del mondo. Chi sta cercando di salvare un figlio da una dipendenza e chi sta lottando affinché non si abbiano più pregiudizi, senza conoscere la verità. Molte mamme sono vittime di giudizi sbagliati e questa gente deve sapere chi era Matthew. Perché sua madre è lì...» gliela indicò in un angolo della sala «l'ho invitata io dopo una accurata ricerca».
«Margaret...» prese Isabel per mano e andò dalla donna «ciao, Meg».
Spalancò gli occhi, portandosi una mano al petto. «Kiran... Oh, tesoro!» lo guardò e si commosse inevitabilmente, abbracciandolo istintivamente «grazie. Grazie per aver voluto tutto questo!» lo strinse forte e Isabel la guardò dispiaciuta, sospirando.
Ricambiò l'abbraccio, cercando di donarle un po' di conforto. «Per Matty farei di tutto» le asciugò le lacrime «non devi piangere. Lo sai che a lui non piaceva vederti triste».
Annuì, ricomponendosi. «Hai ragione!» gli accarezzò il viso «da quanto tempo...Sei così bello» lanciò uno sguardo a Isabel e ne restò colpita «che bella ragazza. Ti sei fidanzato?».
Isabel sorrise, scuotendo la testa. «Sono Miss Moore, signora Holt. Ci siamo sentite al telefono, sono colei che ha aiutato Kiran a realizzare questo evento» si presentò. La donna sgranò gli occhi e la strinse quasi immediatamente, spiazzandola. Isabel restò ferma per qualche secondo e poi sorrise dolcemente, ricambiando quell'abbraccio.
«Scusami per la gaffe!» le disse appena si staccò da lei, tornando a guardare Kiran «e perché non la frequenti? È una gran bella donna».
Alzò gli occhi al cielo. «Lo sai che non voglio impegnarmi con nessuna! Sei peggio della mamma» esclamò divertito.
«Sei un testone!» sospirò, ringraziando anche Isabel per ciò che aveva fatto per suo figlio.
La ragazza le accarezzò un braccio, felice di esser riuscita ad organizzare qualcosa di veramente speciale per Matthew.
«Isabel...» proferì una voce maschile alle sue spalle, facendola voltare quasi subito.
Lei spalancò gli occhi per lo stupore e fece un ampio sorriso, abbracciando quasi immediatamente il ragazzo che le si palesò davanti. «Jeremy!» esclamò entusiasta, staccandosi e guardandolo incredula «sei riuscito a venire...Oh, che bello!» lo guardò, travolta dalla gioia e tra gli sguardi interrogativi di Kiran «Jeremy, ti presento Mr Scott. Il proprietario di questo locale meraviglioso. Kiran, ti presento mio fratello»seguitò felice, faticando ancora a crederci.
Kiran si rilassò, dopo lo stupore iniziale. «Oh...piacere di conoscerla!» gli porse la mano, mostrando un ampio sorriso.
«Il piacere è tutto mio, Mr Scott! Mia sorella mi ha parlato molto di lei e di come sia riuscito a salvare la sua agenzia da uno scandalo» fece una smorfia, osservandolo con circospezione. Lanciò uno sguardo a Isabel e notò finalmente sul suo viso la serenità, dopo due anni trascorsi nella sofferenza «complimenti per il locale. È più bello di quanto credessi».
«È il mio punto di forza! Anche se adesso è stato un po' stravolto» sogghignò, lanciando un'occhiata a Isabel «in positivo ovviamente».
Ridacchiò, poggiando la testa sulla sua spalla, senza accorgersene. «Siamo ottimi colleghi, sai? Nonostante non ci sopportiamo il più delle volte, riusciamo a concludere molti affari interessanti».
Jeremy la ascoltò e notò quanto feeling ci fosse tra loro, osservando entrambi attentamente. «Quindi suppongo che questa serata sia uno di quei giorni dove riuscite persino a sembrare una coppia felice?» si toccò la barba, spostando lo sguardo su Kiran.
«Diciamo di sì. Ci prendiamo un giorno di pausa. Ma domani ricominciamo» esclamò divertito «cerchiamo di dare un'immagine positiva al pubblico».
Jeremy scoppiò a ridere e Isabel lo guardò divertita, confermando quanto detto da Kiran. Restarono a conversare un altro po' con lui e poi Isabel lo invitò ad unirsi ai suoi dipendenti, che lo accolsero con gioia, felici di averlo lì.
«Sei più rilassato, Mr Scott?!» gli chiese lei una volta rimasti soli, porgendogli un flûte.
Lo afferrò. «Diciamo di sì...anche se c'è una cosa che devo fare prima di iniziare la serata» lanciò uno sguardo verso il palco «sento il dovere di spendere alcune parole per lui» sorseggiò lo champagne «mh...Dom Perignon. Ottima scelta».
Gliene passò un altro, appena terminò il primo. «Manda giù, Mr Scott. Ti aiuterà a trovare la giusta forza» gli consigliò, sorseggiandone un po' anche lei.
«Vuoi per caso farmi ubriacare?» lo afferrò «brava! Ottima idea» lo bevve tutto d'un fiato «vado?».
Poggiò i flûte vuoti sul tavolo alla sua destra e si mise di fronte a lui, sistemandogli il papillon. Fece scorrere le dita lungo il colletto della sua giacca e si accertò che fosse perfetto, annuendo poco dopo. «Vai, Mr Scott!» gli diede una pacca sulla spalla, raggiungendo suo fratello che era davanti al palco.
Lui raggiunse il palco e chiese alla speaker il microfono. Fece dei profondi respiri e richiamò l'attenzione di tutti i presenti. Non appena si avvicinarono al palco lui si schiarì la voce e iniziò il suo discorso.
«Volevo ringraziarvi per essere venuti qui questa sera. È un evento molto importante per due aspetti. Prima di tutto perché i soldi raccolti con la partecipazione e con la consumazione al banco saranno tutti devoluti all'associazione di Mr e Mrs Harper "Ricominciamo insieme", che si occupa del recupero di ragazzi tossicodipendenti» li indicò e dedicò loro un breve applauso «invece il secondo motivo è più personale. Oggi ricorrono i dieci anni dalla morte del mio amico e fratello Matthew Holt» indicò la foto alle sue spalle, deglutendo a vuoto «l'ho perso a causa della droga, nonostante avessi tentato di aiutarlo più e più volte. Purtroppo ci è ricaduto per due volte, ma la seconda è stata fatale. Vederlo a terra, privo di vita, è stato per me un dolore che ancora mi porto dietro» una lacrima rigò il suo viso «ecco perché da quel giorno ho sempre combattuto contro quel veleno che uccide troppa gente. Ed è per questo motivo che il mio locale non accetta la minima traccia di droga. Quello che vi consiglio è, se avete amici o parenti tossicodipendenti, non abbandonateli. Aiutateli...loro hanno bisogno di voi» fece una pausa «io...io non ce l'ho fatta! E vorrei poter tornare indietro per salvarlo» si interruppe, non riuscendo più a proseguire.
Isabel lo guardò dispiaciuta, passando il flûte che aveva in mano a suo fratello. Senza pensarci salì sul palco e raggiunse Kiran, levandogli il microfono. «Va tutto bene» gli sussurrò, accarezzandogli la schiena con la mano libera. Fece un grande respiro e guardò i presenti, che smisero in quel momento di battere le mani a Kiran «per chi non mi conosce, sono Isabel Moore e ho aiutato Mr Scott ad organizzare questo evento così importante per lui e per le persone più care a Matthew» fece una pausa «quando Mr Scott mi ha parlato di lui, di quanto gli era legato e di che ragazzo in gamba fosse, ho sentito ancora di più il dovere di aiutarlo e di far conoscere a voi la storia di questo ragazzo bellissimo, volato via troppo in fretta» indicò la gigantografia di Matthew «come lui, molti ragazzi cadono vittime di un killer spietato e che non perdona. Un killer che si muove in silenzio, facendo leva sulle loro fragilità. Ma, per quanto esso cerchi di fortificarsi costantemente, la dipendenza da droghe può essere annientata. Matthew era un ragazzo brillante e sicuramente con molti sogni da voler realizzare. Sua madre, Margaret Holt e Kiran Scott, suo più grande amico, non sono riusciti a fermare questo mostro che si è nutrito delle sue debolezze. Ma tutti noi, questa sera, con la nostra presenza qui e la nostra generosità aiuteremo molti altri ragazzi a venirne fuori. Quindi a nome mio, di Kiran e della sua famiglia, vi diciamo grazie. Per essere qui e per aver deciso di onorare insieme a noi un ragazzo fragile, ma che ha saputo donare amore a chi ha avuto il privilegio di incontrarlo lungo la sua strada, sigillando nel loro cuore il suo nome per sempre» sorrise dolcemente e mandò un bacio volante a Margaret, augurando agli ospiti buona serata e buon divertimento. I presenti batterono le mani ad entrambi e lei tornò a guardare Kiran, accarezzandogli una spalla «ehi...ci sei, Mr Scott?».
Kiran si ricompose e le sorrise teneramente. «Grazie» la avvolse con un braccio e la baciò sulla fronte.
Non appena gli applausi si placarono, si iniziò ad udire un battito di mani dal sapore sarcastico. Tutti si voltarono verso la figura in fondo alla sala. Charles Leone era riuscito ad entrare nel locale.
«Complimenti, Kiran Scott. Belle parole» si avvicinò verso il palco «per non parlare delle lacrime d'effetto» sogghignò.
«Che ci fai tu qui?» lo fissò truce «come hai fatto ad entrare?».
«Non è così difficile comprare un biglietto da quattro bigotti come voi».
«Vattene immediatamente» strinse la mano in un pugno «fuori dal mio locale!».
«Ma come? Non vuoi i miei soldi per l'associazione?».
Kiran ormai fuori di sé, scese dal palco e andò da Charles a passo spedito. «Porta i tuoi schifosi soldi fuori di qui. Sono soldi sporchi» lo afferrò per il bavero della giacca «sono soldi guadagnati con la droga».
Scoppiò in una grassa risata. «Sono sempre soldi, Kiran Scott. E sanno di piacere».
Lui lo spintonò. «Fuori di qui» gli urlò fuori di sé «guardie!».
I due vigilanti accorsero immediatamente e uno di loro afferrò l'uomo per un braccio, cercando di condurlo fuori, mentre si dimenava. «Tu la pagherai cara, Scott» gli urlò contro Charles, fissandolo con odio «mi hai sentito bene?! Divertiti fin che puoi» seguitò rabbioso, tra gli sguardi attoniti e confusi degli ospiti. Isabel fissò la scena sconvolta e scese di corsa dal palco, raggiungendo Kiran.
«Lascia stare... Per favore, lascia perdere»cercò di tirarlo via da lì, senza riuscire a spostarlo.
«Tic tac, Scott. Il tuo tempo sta per terminare» gli urlò ancora l'uomo, ridendo beffardo. Le guardie lo spintonarono e lo rimandarono fuori, impedendogli di entrare nel locale.
Lui fissò rabbioso la scena e andò da Tom. «Vi voglio tutti nel privè...subito!» uscì di lì, ignorando tutti.
I ragazzi sospirarono e lo raggiunsero poco dopo, chiudendo la porta. «Kiran. Tutto questo sta diventando pericoloso» proferì Tom, passandosi una mano tra i capelli.
Lanciò un'occhiataccia a tutti. «Cosa dovrei fare? Far entrare quella merda nel mio locale?» urlò contro.
«Non sto dicendo questo. È solo che...».
«Dovresti denunciarlo!» lo interruppe Jean.
«No! Sarebbe una mossa troppo pericolosa» disse Philip, trovandosi in disaccordo.
«E cosa vorresti fare, allora?» gli chiese Paul, fissando il suo capo confuso.
«Se io lo denuncio, lui troverà il modo per vendicarsi non solo su di me» si passò una mano tra i capelli, esasperato «non posso mettervi in pericolo. Preferisco che si sfoghi solo su di me».
«Impediremo a lui e ai vermi come lui di mettere le mani sul locale. D'ora in poi, presteremo maggiore attenzione» esclamò Tom con convinzione.
«Se noteremo qualcosa di sospetto, chiameremo la polizia. Puoi contare sul nostro aiuto e sostegno, capo» aggiunse Paul.
Sospirò, passandosi le dita sulle tempie. «Voglio capire come ha fatto ad entrare...le guardie non sapevano che lui è bandito dal Karribean?».
«Non lo sappiamo, Kiran. Si sarà presentato con un documento falso e avrà ottenuto l'ingresso» ipotizzò Tom, sospirando.
«Ha cercato di rovinarti la serata dedicata a Matt. Ma tu sei più forte di lui. Non otterrà mai la tua sconfitta» aggiunse Jean.
Si accasciò su un divanetto. «Va bene, va bene» sospirò «tornate al lavoro, ragazzi» disse con più calma «io cerco di ritrovare la serenità e vi raggiungo».
Annuirono e si allontanarono da lì, tornando al loro lavoro. Isabel non lo vide tornare e sospirò, raggiungendo il privè. Aprì alcune porte, non sapendo dove fosse, e poi riuscì a trovarlo, guardandolo dispiaciuta.
«Lei sembra molto più giovane quando sorride, Mr Scott. Questo viso spento la rende un quarantacinquenne di bell'aspetto, ma troppo imbronciato» lo prese in giro, poggiandosi allo stipite e restando sulla soglia.
Si voltò verso lei e accennò un sorriso. «È per questo che preferisco isolarmi quando c'è qualcosa che non va».
«Per stasera ho un compito fondamentale, Mr Scott» richiuse la porta, andando ad accomodarsi accanto a lui «sono la tua ombra, ricordi? Quindi, preferisco somigliare ad una quarantacinquenne imbronciata anche io, piuttosto che saperti solo da qualche parte».
La guardò. «Quello era l'uomo che portò la droga nel mio locale tempo fa» sospirò «nonostante io glielo avessi proibito».
«Ho riconosciuto il suo volto, Kiran. Quando mi ritrovai ad assistere al vostro litigio, lo guardai attentamente. È impossibile dimenticare i suoi tratti somatici e il suo viso cattivo e il suo sguardo minaccioso» sospirò «dimmi la verità, ti prego... Io l'ho capito, ma vorrei che fossi tu a fidarti di me» fece una pausa «chi ti ha picchiato non lo ha fatto per derubarti, ma per vendicarsi vero?».
Si irrigidì. «Meno sai, meglio è» distolse lo sguardo.
«Hai appena risposto alla mia domanda, Kiran» sospirò «tu sei tornato qui il giorno dopo, per dimostrare a questa gente che non hai paura, che non riusciranno a fermarti. Ed è per questi motivi che non ho mai osato dire la mia a riguardo. Sai, Kiran...Ho trentasette anni e ho una maturità ed esperienza tali da notare qualsiasi cosa. Posso solo fingere di non captare la verità».
«Sono situazioni che risolverò da solo» si alzò e si sistemò il papillon e i capelli «sarà meglio tornare, o penseranno che ti sei finalmente concessa a me» le porse la mano.
Lo osservò attentamente e afferrò la sua mano, stringendola. Si alzò e si sistemò l'abito e il collier, uscendo con lui dal privè «potremmo fingere, se vuoi. Ne sarebbero tutti contenti, sai? Non fanno altro che guardarci e pensare che siamo bellissimi insieme»ridacchiò, toccandogli la punta del naso con l'indice «sorridi, Kiran...».
«Solo se mi dai un bacio» le porse la guancia «così mi lasci la macchia di rossetto e alimentiamo le voci».
Rise, prendendogli il viso con una mano e premendo le labbra sulla sua guancia, dandogli un bacio sonoro. «Hai due labbra stampate, Mr Scott. Ora puoi mescolarti tra gli ospiti, fingendo di non sapere» lo fissò divertita, arrivando nella sala principale.
«Ehi... Figliolo! Tutto bene?» Nathan arrivò da lui preoccupato, lanciando uno sguardo anche a Isabel.
«Sì, va tutto bene» sorrise con più serenità «avevamo voglia di scambiarci i contatti telefonici».
«Oh, sì. Riesco a vedere il suo numero di telefono sulla tua guancia destra, figlio mio»sogghignò e Isabel scoppiò a ridere.
«Da' a loro ciò che vogliono e avrai vinto» disse guardando Kiran, visibilmente divertita.
«Ok, lo ammetto. Sono riuscito a comprare un suo bacio, per farvi credere che abbiamo fatto scintille lì dentro. Ma non dirlo a nessuno» fece l'occhiolino a suo padre.
Nathan guardò suo figlio e scoppiò a ridere, scuotendo la testa rassegnato. «A tua madre farò credere il contrario, sta tranquillo»sogghignò, strizzando l'occhio anche a Isabel. A poco a poco, i presenti si avvicinarono a Kiran e vollero assicurarsi che stesse bene, comprendendo la sua rabbia verso Charles. Verso le 22.00 la festa si spostò in terrazza e i presenti si abbandonarono al divertimento, danzando al ritmo di musica dance e consumando vari drink al bar.
«Stiamo raccogliendo molto denaro, collega» disse Isabel al suo orecchio, per farsi sentire. Fece un ampio sorriso e sorseggiò il terzo Miami Beach, muovendo i fianchi al ritmo di musica.
«Tu sicuramente stai donando un sacco di soldi» le indicò il drink «non vorrai tornare a casa ubriaca, vero?».
«Non devo guidare, Mr Scott» fece spallucce e poggiò il bicchiere sul tavolino «ti stai preoccupando per la tua collega per caso?» lo osservò, prendendo una fragola ricoperta di cioccolato dal suo piattino, porgendogliela.
«Ovvio che mi preoccupo» addentò la fragola e le sfilò il drink, terminandolo lui «mi preoccupo per l'incolumità di una bella donna come te».
Lo guardò divertita, mordendone una anche lei. «Tu adori adularmi, collega» gli strizzò l'occhio, ripulendosi le dita con il tovagliolino. Si avvicinò a lui e gli accarezzò il papillon, disfando il fiocco e lasciando cadere il tessuto sul collo, aprendogli due bottoni della camicia «adesso hai un'aria decisamente meno impostata, Mr Scott».
Rise e le sfilò anche il piattino, posandolo su un tavolo. «Quindi, visto che sono meno impostato, adesso balli con me» la prese per mano e la portò al centro della pista. Avvolse i suoi fianchi con le braccia e iniziò a ondeggiare a ritmo di musica.
Scoppiò a ridere, poggiando la mano sulla sua spalla, seguendo i suoi passi. Fece una giravolta e tornò a toccare pericolosamente il suo corpo, ritrovandosi stretta a lui. I loro occhi si inchiodarono e Isabel smise di ridere, abbassando lo sguardo verso le labbra schiuse di Kiran. Sentì il respiro di lui sbattere contro il suo e deglutì a vuoto, riuscendo a staccarsi solo dopo qualche istante.
«Non sapevo che eri un ballerino nato, Kiran Scott» gli disse all'orecchio per farsi sentire, prendendo le sue mani e lasciandosi trasportare dalla musica dance.
«Adesso lo sai, Miss Moore» le fece fare un'altra giravolta con tanto di casquè. La riportò su e continuò a ballare, posando la guancia sulla sua «le tue gote si sono colorate. Sarà colpa dell'alcol, o c'è altro?».
«Per altro si intende la tua presenza, Mr Scott?» chiese, inalando il suo profumo dalle note intense e decise. Chiuse gli occhi per un attimo e respirò a fondo quella fragranza, sentendosi stranamente destabilizzata.
«Dimmelo tu!» i loro visi si ritrovarono ancora una volta così vicini, tanto da sfiorarsi. Lui la osservò e avvicinò pian piano le labbra alle sue. All'improvviso, la musica si interruppe. Si ritrasse, ritornando subito alla realtà.
Isabel tossì appena e si ricompose, sistemandosi l'abito. Lanciò uno sguardo a Kiran e prese un grande respiro, provando a riacquistare il controllo, senza riuscire a dare una spiegazione a quanto successo poco prima. «Sei... Sei molto bravo, sai?! Avrai fatto ballare molto donne, suppongo».
«Chissà...» le sorrise «bene! Sarà meglio che vada a ringraziare tutti. Ormai è notte inoltrata» si ricompose e si allontanò per prendere il microfono.
Lei lo osservò allontanarsi e si toccò le gote istintivamente, percependone il calore. Sorrise al pensiero di essere rossa in viso e raggiunse suo fratello, mettendosi accanto a lui, tornando a guardare Kiran.
Kiran richiamò ancora una volta l'attenzione dei presenti e pochi minuti dopo iniziò il suo discorso.
«Vorrei ringraziarvi per la partecipazione. È stato un vero piacere per me omaggiare il mio più grande amico...ed è stato un vero piacere avervi tutti qui questa sera. Volevo anche scusarmi per il piccolo inconveniente, ma spero vi siate divertiti nonostante tutto» sorrise «spero di rivedervi in altre occasioni qui al Karribean Blue. Nei prossimi giorni verrete a conoscenza di quanti soldi sono stati raccolti, attraverso un biglietto di ringraziamento firmato dal sottoscritto. Grazie ancora e buonanotte».
«È stato un vero piacere, Kiran» esclamò un suo fedele cliente a gran voce, battendo le mani e coinvolgendo gli altri.
«Potrai sempre contare su di noi, Mr Scott» aggiunse un altro, facendogli l'occhiolino.
Isabel si voltò nella loro direzione e sorrise teneramente, notando quanto affetto nutrivano per lui i suoi clienti. A turno lo salutarono tutti con una stretta di mano e un arrivederci, complimentandosi anche con Isabel per l'organizzazione. La ragazza dispensò sorrisi e li salutò, ringraziandoli per aver partecipato.
«Dovrei andare anche io, Mr Scott» gli disse una volta tornata dalla toilette, sorridendogli «una gran bella serata, collega! Felice di esserti stata d'aiuto anche stavolta» si portò una ciocca dietro l'orecchio, notando il locale ormai vuoto.
«Sei sicura di voler prendere un taxi a quest'ora? Posso riaccompagnarti io» le accarezzò il viso con le nocche.
«Sicurissima, Mr Scott!» seguì con lo sguardo quella mano sul viso, senza scansarsi «ci rivediamo al prossimo affare, ok?!» fissò i suoi occhi scuri e profondi, perdendosi in essi.
«Al prossimo affare...» sussurrò, avvicinandosi lentamente al suo viso «sei così pericolosa».
«Pericolosa...» sussurrò di conseguenza, non riuscendo a ritrarsi di fronte al suo potere magnetico. Gli sfiorò il naso con il suo e respirò contro quelle labbra sottili ma perfettamente disegnate, sentendo il cuore battere a mille.
Lui non riuscì più a trattenersi e le prese il viso con entrambe le mani, baciandola.
Isabel rispose immediatamente a quel contatto e poggiò le mani sui suoi polsi, abbandonandosi a quel bacio che sapeva di puro desidero, attrazione, passione. Le loro lingue si accarezzarono un po' dolcemente e un po' con decisione, catapultandoli in un vortice di sensazioni mai provate prima. I loro sapori si mescolarono prepotentemente e le loro labbra si cercarono con disperazione e bramosia, senza che potessero controllare tale desiderio. I respiri si fecero intensi e la voglia di non staccarsi diventò sempre più evidente, facendo sì che perdessero il controllo su tutto ciò che si erano negati prima di quell'istante.
Isabel dopo un po' riuscì a riacquistare la lucidità e aprì gli occhi, staccandosi quasi con violenza dalle sue labbra, fissandolo smarrita e confusa. «N-no!» proferì appena, toccandosi la bocca. Indietreggiò e scosse la testa più volte, voltandosi verso l'uscita e lasciando Kiran incapace di poterla fermare e di dirle qualsiasi cosa, affinché non scappasse via.

INSEGNAMI AD AMARE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora