𝗧𝗼 𝗵𝗼𝗹𝗱 𝘆𝗼𝘂 𝗰𝗹𝗼𝘀𝗲 𝗷𝘂𝘀𝘁 𝗹𝗶𝗸𝗲 𝘄𝗲 𝗱𝗶𝗱

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Porschè sorride.

Mi scruta dal basso, con le dita incomincia ad aprire i bottoni della mia camicia.

Dovrei opporre resistenza, vero?

Queste cose dovrebbero avvenire con estrema calma, non nel pieno di un qualche colpo alla testa di Porschè che ha deciso di scavalcare i propri limiti per farmi impazzire.

Mi mordo le labbra.

Le sue si posano sul lobo del mio orecchio, scivolano verso l'alto per afferrarmi il piercing con i denti. Tira un po', prima di sussurrarmi contro l'orecchio quattro semplici parole che mi fanno ribollire il sangue nelle vene.

«Non mi scopi, Kim?»

Con le dita mi accarezza lo stomaco, fa scorrere una mano fin dietro al mio collo risalendo dal basso.

Il suo respiro caldo si infrange contro al mio orecchio, ancora una volta.

Inclino la testa verso al basso, per avvicinarmi maggiormente con un lieve sorriso sulle labbra.

Le mani le tengo strette ai lati della scrivania, per cercare di non fargli peso quando i suoi occhi incontrano ancora i miei.

«Mi stai sfidando?»

«Te lo sto chiedendo, P'.»

Deglutisco.

E lui sorride ancora di più.

Lo afferro dal retro delle cosce, la sua bocca si posa sulla mia appena mi abbasso un po'. Fonde il suo sapore con il mio, la lingua mi accarezza le labbra appena lo poso con la schiena sul materasso.

Si lascia sfuggire un piccolo gemito.

Ridacchio.

Con la mano libera gli abbasso i pantaloncini assieme ai boxer, gli bacio la guancia.

Porschè schiude le labbra, fa leva dal basso per cercare ancora la mia bocca. Mi morde le labbra, si aggrappa a me per cercare di aiutarmi quando lo spoglio con estrema facilità, lasciandolo con soltanto addosso la fottuta maglietta ancora umida.

Di cui accarezzo un punto preciso, con la punta delle dita.

All'altezza dei capezzoli.

«Che fai, Phi, che...»

«Non ti piace quello che ti sto facendo, mmh?»

Ha le guance arrossate.

I capelli scuri, da cui si intravedono le ciocche ancora colorate di blu gli ricadono sulla fronte, tra le guance che mi chino a baciare una ad una, con un piccolo sorriso sulle labbra.

«Phi...»

«Non vuoi più? Devo fermarmi?»

Ride.

«No, ma vorrei fare anche qualcosa anche io.»

Alzo un sopracciglio.

Lo spingo sul letto.

Si appoggia sui gomiti, mi scruta perplesso dal basso.

La mia camicia è completamente aperta, adesso. Ma non ho intenzione di levarla, perché so che il suo sguardo è fisso su di me, sul mio petto che si abbassa ed alza, appena mi inginocchio davanti al materasso per avere il suo bacino all'altezza del mio viso.

Mi alzo un po', lo tiro ancora dal retro delle cosce, che spalanco davanti alla mia stessa bocca.

«No, Phi, aspetta che stai – merda!»

Mi appogio una sua coscia contro la spalla, l'altra la tengo premuta sul materasso per darmi il maggiore accesso.

Cerco di stuzzicargli la punta del cazzo con le dita, con la bocca traccio una scia umida dal basso verso l'alto sulla sua apertura.

☽ 𝗳𝗮𝗱𝗲 ᵏᶦᵐᶜʰᵃʸDove le storie prendono vita. Scoprilo ora