𝗜 𝘄𝗼𝘂𝗹𝗱 𝗿𝗮𝘁𝗵𝗲𝗿 𝗻𝗼𝘁 𝗹𝗶𝘃𝗲

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Sono incazzato nero.

Merda.

Non può andare per il verso giusto... qualcosa?

Fanculo la mafia e i doveri. 

Io non volevo tutto questo.

Io non lo voglio, non se devo rinunciare a Porschè.

«Kim, rispondimi sinceramente.» Mormora Kinn, con voce più bassa del solito. «Che cosa c'è tra te e Porschè?»

«Pensi che lo stia prendendo in giro?»

Kinn sorride.

Poi ridacchia.

Con le dita indico la fondina della pistola.

«Per te, questa è abbastanza?»

Kinn annuisce.

«Non fare i miei errori, trattalo bene. Perché finiremo per essere divorati da loro se ci facciamo fottere da altri.»

«Non ho intenzione di fottere altri, te lo garantisco.»

Mi dirigo verso la porta di lato, lancio una rapida occhiata verso Porsche che urla nel mezzo del magazzino.

«Porschè! Porschè, dove sei?» Urlo d'istinto.

Calcio contro la porta, si spalanca di colpo.

Intravedo una figura alta di fianco...

Chè si lancia tra le mie braccia con un sorriso.

Lo stringo contro di me, ad occhi socchiusi mi lascio andare ad un sospiro di sollievo.

Sei qui, per fortuna.

Amore mio, sei...

Mi bacia la guancia.

Stringe la mia mano tra le sue, prima di spingermi verso al fratello poco distante da noi.

Mek sta dietro di noi, non dico nulla.

Non...

Noto alcuni strappi sulla sua divisa, i lividi freschi sul viso. Uno è al lato della bocca.

«Mi ha attaccato due volte e ha chiamato alcune persone per violentarmi.»

La voce mi esce da sola all'unisono con Porsche.

La mia stessa mano prende Mek per il colletto, ma è la voce di Porschè a riscuotere sia me che Porsche.

«Mek stava solo cercando di aiutare!» Aggiunge rapido.

«Se ti ha aiutato, perché sei in disordine e con quei lividi?» Ringhio ancora, ma rivolto verso Mek.

Fottuto bastardo.

Tu, il tuo fottuto fratello Tawan, le tue...

«Vieni con me, ti porto in ospedale.» Borbotto spazientito, con ancora la mano stretta nella sua.

Porschè accenna un lieve sorriso, si accosta al mio braccio in silenzio.

Anon ci segue, non dice nulla. Sa che non deve, non se sono in questo... stato pietoso. Sono un ragazzino viziato, e non credo che Porschè sia un mio giocattolo, ma appartiene a me, nessun'altro.

L'idea che...

Non voglio neanche pensarci, non ora.

Mi fa uscire di testa.

Porschè accarezza con un dito il dorso della mia mano, con la testa si appoggia contro alla mia spalla.

Non mi interessa sapere che cosa stia succedendo in quel fottuto magazzino. Non voglio immaginare che cosa potesse accadere a Porschè, senza di me, per colpa di Tawan.

☽ 𝗳𝗮𝗱𝗲 ᵏᶦᵐᶜʰᵃʸDove le storie prendono vita. Scoprilo ora