𝗟𝗶𝗸𝗲 𝗶𝘁 𝘄𝗼𝗻'𝘁 𝗲𝗻𝗱

376 18 12
                                    

Quattro e quaranta.

Fanculo, cazzo.

Non ce la faccio più ad aiutare Kinn con i documenti.

Porsche ha avuto da fare con l'Università, e dato che i miei bodyguard hanno avuto la brillante idea di seguirmi - di solito, li lascio sempre con Tankhun quando sto a casa - è stato facile convincermi a venire nel suo ufficio a mettere a posto la sua merda.

Che cazzo.

Non posso prendermi un giorno di pausa, neanche con l'Università. Con un cazzo.

Lancio un'occhiata verso al giardino.

C'è Macao che gioca vicino l'acqua, sta seduto a bordo della fontana dove ci sono i nuovi pesci di Tankhun. Lancia qualche sasso, ancora in tenuta da scuola sta tranquillo sotto la luce del sole.

Di fianco c'è Vegas con suo padre, che aspettano assieme qualcosa.

Forse, che papà esca dall'ufficio.

«Kim, che stai facendo?»

Sbuffo.

Indico il plico di fogli che tengo tra le mani.

Con una gamba che penzola dal ripiano mi rivolgo verso Kinn, che è seduto dietro la scrivania, di fianco a Big e ad altre guardie del corpo, che stanno chine verso ai fogli posati su tutta la superficie.

È ancora in divisa, anche lui.

So che dovrebbe andare a seguire qualche lezione, ma a quanto pare ha sacrificato del tempo per il lavoro.

«Sto aspettando che metti a posto la tua roba, così ci aggiungo la mia.»

«Vai via se devi stare lì a non -»

Gli punto un dito contro.

«Hai chiesto tu che venissi qui, eh!»

Kinn sorride, inclina la testa verso sinistra.

«Stronzo.»

«Bastardo.» Ridacchio con un sorriso.

Poso il plico sul tavolo sul fondo.

«Vado a prendermi qualcosa in cucina.»

Riesco a intravedere papà che parla con la Famiglia Minore.

Esco dall'uscita posteriore che dà sul giardino, ma sono costretto a bloccarmi sul posto appena noto una testa scura china su un ripiano della fontana, che legge un libro di fianco alla borsa appoggiata sulle piastrelle bagnate dalle gocce d'acqua.

Deglutisco piano.

Porschè è venuto un po' più spesso a giocare con me, la maggior parte delle volte è tornato in camera appena possibile. Ma credo che stia cominciando a fidarsi un po' di più, non mi chiama soltanto "bastardo", siamo passati ad un alto livello di conversazione.

«Perché mi guardi, stronzo?»

Accenno un sorriso.

Infilo le mani nelle tasche del pantalone nero.

«Potrei farti la stessa domanda. Questa fontana è di Tankhun, vuoi avvelenare i suoi pesci come ha fatto tuo fratello?»

Porschè alza la testa, chiude piano il libro con un sospiro.

I capelli neri sono legati dietro la nuca con un piccolo codino, quelli più corti gli ricadono sul collo.

Non indossa la divisa, non oggi.

Non è andato a scuola?

«Oggi non sono andato perché non avevo voglia, Porsche mi ha fatto stare a casa.»

☽ 𝗳𝗮𝗱𝗲 ᵏᶦᵐᶜʰᵃʸDove le storie prendono vita. Scoprilo ora