Venti..

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«Stai zitta e baciami

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«Stai zitta e baciami.» le ultime parole famose prima di essere buttata in mezzo alle sue labbra, carnose, rosee, gonfie, mie.

Non riesco a emettere suono perché la forza e la potenza con cui mi bacia, con cui la sua lingua stuzzica la mia supera tutto e tutti.
Il tocco non é per nulla delicato, e il punto d'incrocio delle nostre labbra sembra di fuoco.

Sono convinta che se qualcuno in questo momento ci mettesse un dito in mezzo, si brucerebbe all'istante.
E quella che a breve si brucerà sono proprio io.
Con le mani vaga sul mio corpo, come se fossi la sua ancora di salvezza, troppo bella  e non invitante per non aggrapparsi.
Io faccio la stessa cosa con lui.
Con un dito traccio la linea dei suoi addominali, da sopra la felpa che indossa. Ormai conosco a memoria il suo corpo, non mi serve vederlo per capire dove vado a parare con le mie mani.

Afferra il mio labbro inferiore con i denti, come se volesse staccarlo da un momento all'altro, tirandolo verso di lui, con talmente tanta forza che inizio a sentire la pellicina del mio labbro togliersi per dare spazio al sangue di iniziare ad uscire poco alla volta.

Ma non ho tempo di sentirlo di sapore del sangue perché lui lo lecca via subito, come se avesse previsto che se sarebbe successo.

«Sangue del mio sangue no ?» ringhia al mio orecchio, mentre inizia a mordicchiarmi il lobo.
Io sorrido ma non rispondo, sono troppo presa da lui in questo momento per concentrarmi anche a fare uscire una frase con senso compiuto, dalla mia bella testolina.

Quando scende con le braccia, e mi afferra il sedere con veemenza, un gemito fuoriesce dalle mie labbra.
Non c'è nessun'altro in questo momento.
Solo io e lui.

Ma la favola finisce troppo presto, e il rumore di una persona che si schiarisce la voce alle mie spalle, mi fa ricordare che siamo davanti a tutti, e che non ci siamo solo io e lui, per un attimo ci ho sperato.

Porto le mani sul suo petto per allontanarlo, ma lui non lo fa, non ti indietreggia e il mio tocco a malapena lo sente.
In risposta si avvicina ancora di più a me, e ora posso anche sentire la sua lunghezza spingere sulla mia pancia, e non dove dovrebbe perché lui è molto più alto di me.

«Jack.» pronuncio il suo nome per richiamarlo, ma lo sento solo sorridere nell'incavo del mio collo.

«Che c'è ?» chiede in un sussurro.

«Ci stanno guardando tutti. Lasciami tornare a lavorare, ci vediamo dopo.» esclamo a malincuore, perché in realtà l'unica cosa che farei adesso é chiudermi anche in un bagno con lui, pur di averlo.

«Sai che cazzo me ne fotte, che ci stanno guardando tutti? Che guardino pure, si rifanno solo gli occhi. E sai cosa capiscono ?» porto gli occhi al cielo quando afferra un lembo di pelle del mio collo.

«Cosa ?» cerco di mantenere la calma nella mia voce.

«Che loro non potranno mai fare questo.» mi bacia «O questo.» afferra il mio sedere. «Oppure avere questo.» indica il mio cuore e per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva.

She's my weak point Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora