CAPITOLO XXII : "Finalmente la Mappa è uscita allo Scoperto!"

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Sehun P.O.V

Salutai e augurai a tutti di nuovo un buon Natale. Luhan decise che mi avrebbe raggiunto in seguito. Indossai il medaglione che tolsi prima di entrare in doccia. Dalla prima volta che lo misi decisi che non lo avrei tolto mai più, se non in caso di necessità.
Eravamo tutti molto eccitati, chi per colpa del messaggio di Stella, chi perché era Natale, chi per entrambi, chi perché lo era sempre di suo per vari motivi sconosciuti al resto dell'universo.

Erano quasi le otto e mezza quando arrivai davanti alla grande chiesa che faceva da confine alla città. Con il panettone in mano comprato per darlo in regalo alla famiglia di Stella, mi fermai osservando il paesaggio: era tutto bianco, l'arietta gelida mi fece congelare poco a poco la punta del naso.
Alzai il cappuccio della giacca per poi cercare di ripararmi infilandomi le mani in tasca. Percorsi la strada ghiacciata in assenza di alcuna anima viva: tutti erano a casa al calduccio.
Ad alcuni minuti dal punto in cui mi avevano indicato i miei 'fratelli', un fiocco di neve si posò all'improvviso sul mio labbro inferiore facendomi rabbrividire all'istante.
A poco a poco i fiocchi di neve iniziarono a diventare sempre più grossi, a cadere più fitti ostruendomi quasi la vista. Era una cosa spettacolare.

"Dovrebbe essere questa.." mi dissi arrivando davanti ad una casa abbastanza grande, con un cancelletto color bianco platino che in quel momento mi impediva il passaggio.
Guardai la porta in lontananza cercando il numero civico: in bella vista si poteva scorgere accanto al campanello su una piastrina bianca contornata da varie decorazioni floreali, 185, il numero che effettivamente stavo cercando.

Dandomi forza feci un respiro profondo prima di aprire il piccolo cancelletto ed attraversare il vialetto.
Dopo aver superato la piccola scala, arrivai davanti alla porta. Lessi il nome della famiglia sulla piccola targhetta di carta posta sotto il pulsante del campanello.
Non sapendo il cognome della mia Dea, riuscii comunque ad accertarmi che fosse quella giusta grazie al nome e cognome della madre, Alissa Schneider. Sì, il nonno della mia Dea era tedesco.
Mi feci forza.
"Calmati cuoricino, calmati.." pensai portandomi la mano sul petto per poi allungarla verso il campanello. Alcuni secondi e notai la maniglia della porta abbassarsi.

***
Stella P.O.V

-Ho vinto.- dissi aggiungendo poi una risata malefica, purtroppo venuta male.

Io, Kai e i miei genitori, dopo aver finito di fare colazione, salutammo mio fratello e Lucy che sarebbero dovuti uscire per trascorrere una giornata a casa di amici. Rimasti in quattro decidemmo di giocare a Uno.
Facemmo quattro partite e guarda un po', le vinsi tutte io. Sono un fenomeno.

-Non è valido però. Hai barato.- disse Kai contrariato.
-Io non ho barato. Non lo farei mai.- esclamai facendogli il broncio e in seguito la linguaccia.
I miei si misero a ridere per colpa della mia reazione da bambina dell'asilo, trascinandosi dietro anche Kai subito dopo.
-Cosa avete da ridere? Sono indignata.- continuai io incrociando le braccia.
Mia mamma scosse la testa prima di alzarsi dalla sedia e andare al lavandino.
-Chi vuole un tè caldo?- chiese con in mano già la padellina piena d'acqua.
Acconsentimmo tutti.
Passarono alcuni attimi prima che una voce profonda tagliasse il silenzio creatosi.
-Allora Kai, Stella. Che mi raccontate? Come avete dormito questa notte?- iniziò mio papà nel mentre riordinava le carte per metterle via.
Entrambi ci guardammo per qualche secondo prima di scoppiare a ridere, io sbattendo la testa sul tavolo, un male cane, lo si poteva pure sentire abbaiare. Kai se avesse potuto si sarebbe buttato fuori dalla finestra.
-Benone direi. Ho dormito come un ghiro.- affermò Kai addentando un piccolo biscotto che mia mamma gli offrì non appena si risedette a tavola, cercando di non soffocare.
-Mi fa piacere figliolo.- disse mio padre alzandosi per andare a sistemare il mazzo di carte al suo posto in soggiorno.
Rimanemmo allibiti per un secondo. Io forse un po' di più di Kai. Era la seconda volta che succedeva in poche ore: prima mia mamma, ora anche mio papà. Non chiamavano mai qualcuno 'figliolo', a meno che non fosse una persona di famiglia. Quindi come si poteva spiegare questo essere così affettuosi con Kai, del quale fino al giorno prima non ne conoscevano nemmeno l'esistenza? Mi stavano nascondendo qualcosa? Ma io sapevo che non lo avrebbero mai fatto.
A meno che non lo considerassero un loro genero. Li conoscevo troppo bene, erano capaci di far diventare realtà anche una cosa del genere se avessero avuto la possibilità. Avete presente i matrimoni combinati? Ecco. Immaginatelo. Fatto? Molto bene. Ora potete capire che razza di genitori mi sono ritrovata. Fortuna che l'ho scampata negli ultimi diciannove anni.

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