#2

116 15 0
                                    

Jungkook era alto. Questa era una delle cose che amavo molto di lui.
Non so il perché ma ogni volta che ne avevo l'opportunità mi fermavo vicino sono per calcolare la differenza d'altezza che c'era tra i nostri corpi.

Amava studiare. Nonostante avesse finito la scuola, lui continuava a vivere sui libri.
Leggeva, sottolineava, ripeteva le affermazioni che lo colpivano e alcune volte veniva da me e mi diceva: "Park tieni il libro devo ripeterti quello che ho studiato."
Ridevo sempre e lo prendevo in giro.

Le sue labbra. Le amavo. Ogni notte dormivamo assieme e passavamo il tempo a baciarci fino allo sfinimento.

I suoi capelli soffici. Amavo passare le mie dite tra di loro.

Giocava a pallavolo. La palla era la sua migliore amica.

È sempre stato un tipo popolare.
Circondato da tante persone. Amici ovunque. Ragazze che volevano frequentarlo.

Praticamente, era tutto perfetto per essere vero no?
Io, Park Jimin, il suo fidanzato.
Sembrava uno scherzo da parte del mondo.
Una piccola barzelletta.

Mi chiedevo: "come posso amare Jungkook se io non amo nemmeno me stesso?"
Ho chiesto a una psicologa e la sua risposta è stata: "Amare se stessi è facile."
Però io non l'ho trovato per niente facile.

Forse. Amare Jungkook era stato facile.
O almeno così credevo.
Che l'amore era facile.
Che lo sarebbe stato.
Che si sbagliavano.
E che io ero felice.
Volevo esserlo.
Ne avevo bisogno.

Mio caro e dolce amato Jeon Jungkook, amarti e darti ciò che non ho mai dato a me stesso, devi dire che è stata la cosa più facile che avessi mai fatti nei miei vent'anni di vita.

RACCONTAMI DI LUI (jikook) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora