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Sapete una cosa?
Noi siamo sempre di fretta.
Chi?
Noi tutti noi. Vogliamo che le cose si realizzino subito. Non abbiamo la pazienza di aspettare e sperare che il tempo le realizzi con calma.
Sapete anche un'altra cosa?
Sto parlando di me stesso.

La mattina Jungkook si era svegliato accanto a me e dopo essere rimasti nel letto a coccolarci e riempire la sua bellissima faccia di bacini, lui si alzò per tornare a casa, nella speranza che sua mamma avrebbe creduto al "ero a dormire dal nonno". E sapevo già che dopo avrebbe corso da suo nonno convincendolo a rispondere "sì" alla prima domanda che la figlia gli avrebbe chiesto.

Solo che quella mattina la mia mente non ne poteva più di avere una relazione segreta con Jungkook. Di venire a vederlo sotto il balcone. Di lunghe telefonate la sera solo perché non lo lasciavano uscire. Di svegliarmi la mattina con la paura che lui sia partito di nuovo in Australia da suo zio per lavorare.

Andai al negozio di abbigliamento dei suoi genitori e una volta davanti loro dissi quella frase per cui mi sono esercitato molto davanti allo specchio.
"Jungkook è il mio fidanzato."
Vedendo che loro non emanavano nessuna reazione continuai a parlare.
"Noi due ci amiamo. Perfavore. Io amo vostro figlio."
Avevo paura. Tremavo tutto dentro. Ma non dovevo anzi non potevo permettermi di mostrare una cosa del genere a loro.
E in quel momento Jungkook aprì la porta ed entrò e non appena i nostri occhi si incontrarono, lui sbiancò e io stavo quasi per avere una perdita e svenire.

"Jungkook-la voce di sua madre per poco non mi fece venire voglia di scappare-prendi questo ragazzo e buttalo fuori di qui. E tu Jimin-al pronunciare il mio nome mi venne la pelle d'oca-non osare mai più venire davanti a me e parlare di cose senza senso. Mio figlio non sarà mai gay."

E mentre venivo trascinato fuori da Jungkook, continuando a chiedere scusa senza fermarmi con le lacrime che scendevano correndo, mi resi conto però che l'amore della mia vita stava sorridendo.

Lui stava sorridendo.
"Jimin, cazzo, sto morendo come diamine ti è saltato in mente di fare una cosa del genere. Sei pazzo."
Mi prese il volto tra le sue mani stampando un bacio a stampo sulle mie labbra.

"Non sei arrabbiato?"
"Ora succederà l'inferno a casa Minnie, ma no amore. Sono felice. Ti amo".

Non sapevo il perché era così tranquillo, ma stringendo la sua mano in quel momento e camminando per strada con lui che rideva mi resi conto che forse non c'era bisogno di complicare le cose e preoccuparsi tanto.

Ma rimanevo comunque uno stupido che era frettoloso di vivere.

RACCONTAMI DI LUI (jikook) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora