New Moon (capitolo 1)
schizofrenica
13 settembre. È il giorno in cui Isabella Swan compie 18 anni. Papà è in fermento. Spera ancora che diventiamo amiche. Ho avuto diverse occasioni per incontrarla, ma non ci sono mai riuscita, o meglio sono io che non voglio. Avevo una carissima amica che mi ha tradito nella maniera più bassa possibile. Non voglio che la cosa si ripeta. Ora non credo più che esista il vero amore e l'amicizia, almeno per me. Preferisco stare da sola, nessuno che ti spezza il cuore. Ma poi guardo mio padre e mi pento subito. In fin dei conti mi chiede così poco.
Devo trovare un regalo per quella ragazza. Non conosco i suoi gusti, l'unica cosa che so, è che ama leggere i classici. Pensavo di regalarle un libro come Romeo e Giulietta, Orgoglio e Pregiudizio, ma probabilmente ha già letto questi. Osservo quelli che ho in camera per farmi un'idea. Alla fine opto per -Canti e Poesie degli Indiani d'America-. È tra i miei preferiti e credo possa piacere anche a lei. Spero.
La riserva non è munita di librerie, ma bancarelle e quella dei libri è poco provvista, senza contare che sono tutti usati. A me vanno anche bene, ma non credo sia una buona idea regalarle un libro mezzo rovinato.
Dovrò per forza andare a Seattle. Forks ne ha una, ma anche quella non è il massimo. Senza contare che ha solo qualche libretto sui Nativi Americani. In compenso i libri sul legno e come fare lavori manuali con esso non mancano di certo. Papà compra lì i manuali sul fai-da-te. Ha costruito la nostra casetta e fatto tutto l'arredamento. Mamma è stata fortunata a innamorarsi di lui. E lui di lei.
Osservo i miei. Sono seduti sul divano tenendosi per mano. Si vogliono molto bene. Ha volte li invidio. Ingoio la cattiveria che ho appena pensato e chiedo loro il permesso di andare. Non hanno problemi ad accordarmelo soprattutto mia madre. Tireranno un sospiro di sollievo almeno per qualche ora. In questi giorni sono molto nervosa. Non so nemmeno io il perché. Mi saltano i nervi con niente.
Seattle è così diversa dalla riserva e da Forks. Più viva. No, non più viva, solo più caotica. Ho una piantina della città, ma non credo mi perderò. Questo posto è grande, ma non è una metropoli. Trovo una libreria New Age. Entro e mi viene subito la nausea. Il posto ha uno strano odore pungente e dolciastro. Mi ricorda molto un sentore che ho sentito qualche settimana fa nel bosco. Dentro c'è solo qualche ragazzina alle prese con libri sugli angeli custodi, il potere dell'anima... e scemenze del genere. Non credo ci sia quello che cerco, ma chiedo ugualmente alla commessa, una donna sulla sessantina, capelli bianchi e ingioiellata come una statua votiva. Mi guarda sconsolata perché non tiene volumi di quel genere. Buffo perché il mondo New Age ha fatto entrare la cultura dei nativi, o meglio la loro spiritualità, tra le sue file. La signora che ho davanti non demorde e tenta di vendermi qualcos'altro. "Questo", mi dice, "È perfetto per far si che la ragazza dei tuoi sogni si innamori di te". Rimango davvero male, mi ha scambiato per un maschio. Da quando Sam mi ha lasciato ho incominciato a trascurarmi. L'unica cosa che porto a termine per la mia persona è l'igiene. Ma per il resto niente. Vesto anche di una taglia più grande e porto i capelli lunghi, scomposti di fronte al viso. Forse dovrei tagliarli. Anzi radermi la testa e recitare la parte del ragazzo per tutta la vita.
Respiro profondamente per cercare di trattenere la rabbia che comincia a montare. Alla fine mi dico che questa donna è solo una povera vecchietta rimbambita, assuefatta all'incenso e alle altre strane -sostanze- che vende.
Esco per respirare un po'. Alla fine trovo quello che cerco, una normalissima libreria. Il commesso è occupato e io incomincio a curiosare un po'. Anche qui trovo volumi New Age, manuali sul fai-da-te e su come apparire al meglio. Mi soffermo un attimo su questi ultimi. Non mi è mai importato molto del mio aspetto, non mi trovavo carina, ma nemmeno ci pensavo. Solo quando mi sono innamorata di Sam ho cominciato a tenermi più curata. Capelli in ordine, abiti più femminili. Per il trucco ho aspettato. Non volevo assomigliare a un pagliaccio. La prima volta che l'ho messo è stato il giorno in cui mi ha lasciato. Mi aveva truccato Emily e aveva fatto anche un buon lavoro. Probabilmente aveva capito che non sarebbe servito a niente. Lei lo aveva già circuito. Mia cugina era quella davvero bella, quella femminile. Avrei dovuto capire che non sarebbe durata, che prima o poi mi avrebbe lasciata per lei o per qualcun'altra. Stupida ragazza.
Alla fine il commesso si libera e chiedo se hanno il libro. Fortunatamente si. Me lo impacchetta ed esco. Ripensare a loro due mi ha fatto star male. Tremo persino. Ho paura, questi attacchi d'ira, i tremori... Ho qualcosa che non va, forse sono schizofrenica. Chiudo gli occhi e mi concentro per riprendere il controllo. Ho ancora un po' di tempo prima che arrivi la corriera e mi riporti a Forks. Cerco un bigliettino augurale, ma li trovo tutti ridicoli. Decido di prenderne uno totalmente bianco e anziché mettere il classico tanti auguri opto per una delle poesie del libro:
"Grande Spirito,
Sfiorala con il Tuo Respiro!
Tu che gli hai donato la vita.
Donagli una lunga vita.
Per questo Ti preghiamo, Padre!"
Papà mi aspetta alla fermata per riaccompagnarmi a casa, ma prima faremo una sosta da Charlie. Finalmente vedrò Bella. Sfortunatamente o fortunatamente non c'è. Le lascio il pacchetto dentro un sacchetto di plastica che lego al cancello. La cassetta postale è troppo piccola per contenere il libro. Mio padre borbotta un po', sperava che glielo consegnassi di persona. Mi dispiace per lui, ma non credo che diventeremo mai amiche. Non penso proprio di poterle piacere. E come fa se nemmeno io mi piaccio.
* Canto Pawnee.
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The Twilight Saga: LEAH (fan fiction) di Uffachefatica
Fiksi PenggemarLa storia di Twilight vista con gli occhi di LEAH.