Avevo gli occhi chiusi, la pelle d'oca ed ero pronta ad urlare: già immaginavo la plastica del paraurti conficcarsi nelle mie ginocchia, la vista offuscarsi e infine quel buio più totale che avevo provato poche ore prima, al funerale quando ero svenuta.
Ma non accadde nulla di tutto ciò.
Ci fu una frenata, Niente scontro, niente plastica, niente metallo, niente urla.
Abbassai la testa e piano piano aprii gli occhi.
Vidi le mie Allstar blue jeans, alzai lo sguardo e tirai un sospiro di sollievo quando realizzai che l'auto si era fermata in tempo.
Guardai Mattia, aveva la bocca aperta.
Mi avvicinai al finestrino tremante e senza fiato.
Lui lo abbasso con riluttanza.
"Devo parlarti" gli dissi cercando di tenere la voce ferma con tutto il coraggio che mi era rimasto in corpo.
"Ho un appuntamento" rispose, girandosi dall'altra parte
"Per strangolare altre persone?" chiesi in fretta.
Il suo sguardo mi gelò il sangue e mi pentii subito della domanda ma ormai era tardi.
Spostò lo sguardo sul volante "Sali" disse.
Non me lo feci ripetere due volte.
Appena chiusi la portiera del passeggero ingranò la marcia, la macchina sgommò lasciandosi dietro un mare di polvere e mie certezze.
Non disse una parola per tutto il viaggio.
Parcheggiò davanti ad una casa che conoscevo bene: quella di Andrea.
Sbuffò, alzo gli occhi al cielo e scese dall'auto.
"Resta li" urlò.
Naturalmente non lo ascoltai.
Appena chiusi la portiera si girò "Ci avrei scommesso" disse
"Finché non mi spieghi cosa è successo nel bosco non farò nulla di quello che dirai" risposi con aria di sfida
"Allora seguimi e mi raccomando fai un sacco di domande perché sicuramente risponderò a tutte!"
"La simpatia in persona.. comunque.. se lo hai detto tu lo farò!"
"Sei impossibile!" .
Non feci in tempo a ribattere che la porta si aprì e Andrea usci sul portico.
"Grazie al cielo! Io non la sopporto più" Gli disse Mattia tirando un sospiro di sollievo.
"Sentimento ricambiato" feci una smorfia e alzai gli occhi al cielo.
"Smettetela voi due! Non avete tre anni!"
Andrea e Mattia si guardarono negli occhi per qualche secondo poi il primo sbuffò e disse" Ho capito, ci penso io.."
Come faceva a sapere cosa era successo? Nessuno aveva aperto bocca.
Li guardai e corrugai la fronte, pensando ad un possibile momento in cui mi ero persa la spiegazione.
Prima che me ne rendessi conto Andrea mi aveva preso per mano e mi aveva tirata dentro casa, sbattendo la porta in faccia all'amico.
"Ma cosa..?" non feci nemmeno in tempo a finire la frase che sentii uno sparo.
"Va in camera mia e nasconditi nell'armadio!"
"Ma.."
"Niente Ma e Niente Se! Fa come ti ho detto o non sarà solo la tua vita a essere messa a repentaglio!"
"Ci hanno seguiti!" urlò Mattia rientrando velocemente in casa con aria spaventata.
"Vai Lucy! Ora!"
Ero spaventata e cominciai a correre verso camera sua.
"Lui lo ascolti eh!"
"Non mi sembra il momento adatto per parlarne Mattia, che dici? Eh?"rispose l'amico
Un altro sparo.
"Forse hai ragione" e corsero fuori dalla casa.
La stanza di Andrea era buia ma la conoscevo bene, andai sicura verso destra e, come previsto, trovai l'armadio.
Aprii l'anta e mi ci nascosi all'interno.
Pochi minuti dopo entrò qualcuno nella camera.
Mi avvicinai alla fessura tra le due ante per vedere chi era.
Non era "Qualcuno" ma "Qualcosa".
Vidi un enorme cane con il pelo folto, liscio e nero. Aveva delle zampe grandi quanto le mie mani, una di esse era insanguinata.
Si girò verso l'armadio con aria possente e due enormi occhi verde smeraldo si incatenarono ai miei.
Non abbassai lo sguardo, non avevo paura.
Qualsiasi cosa di quella situazione mi diceva che dovevo averne ma l'unica cosa che provavo era curiosità e attrazione. Volevo uscire dall'armadio e mettere una mano in quel pelo che sembrava tanto morbido.
L'animale non era un cane, non poteva esserlo, ero troppo grande, troppo bello, troppo.. umano.
Il contatto visivo non durò a lungo, girò il muso e uscì dalla stanza.
Mi accasciai sul fondo dell'armadio con gli occhi spalancati.
Cosa poteva essere? Un lupo? Era folle anche solo pensarlo..
Cosa ci faceva un animale come quello in una città? Come poteva essere reale?
Queste domande continuavano ad affollarmi la mente.
Restai in quella posizione per una decina di minuti poi qualcuno accese la luce della camera.
"Lucy? Vieni fuori!" era la voce di Andrea
Aprii l'armadio e con fatica mi districai dall'intreccio di vestiti in cui ero finita.
"Eccomi"
"Ti riporto a casa andiamo!"
Solo in quel momento mi ricordai dell'ospedale. Dovevo tornare in temo o si sarebbero accorti della mia assenza!
"Ehm.. io veramente dovrei essere in ospedale.." gli confidai arrossendo.
"E cosa ci facevi nel bosco?" mi chiese con voce alterata.
Stavo per raccontargli tutto: del biglietto, del cappellino, dei fiori.. quando disse "Lascia stare! Sali nell' auto di Mattia che ti riporto là"
Quando sentii il suo nome, notai che non c'era.
"Dove è Mattia?" chiesi
"Sono qui" disse uscendo dal bagno.
Aveva una mano coperta da uno straccio.
"Come vedi non può guidare" rispose Andrea sbadigliando.
Nello straccio si notava del sangue.. e lui sbadigliava?
"Cosa si è fatto?" chiesi con la bocca aperta.
"Mentre.. stavamo andando a vedere cosa era successo fuori.. lui è caduto.. è si è fatto male."
"Ora andiamo" tagliò corto.
Uscii da casa e salii in macchina senza più fare domande.
Perché mi aveva mentito su ciò che era successo?
Era il mio migliore amico, perché non si fidava?
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Il bacio della luna piena
WerewolfSe ci pensi, un momento può cambiare la tua vita per sempre. Io sono Lucinda. Prima ero una normale adolescente: uscivo con gli amici, mi divertivo, vivevo alla giornata e l'unica cosa di cui dovevo preoccuparmi erano i compiti. Poi è bastato un att...