Mi risvegliai nel mio letto bianco, nella mia stanza bianca, dell'ospedale bianco.
Quell'assenza di colore mi dava sui nervi, ma sicuramente meno del fatto che Andrea mi aveva mentito.
Verso mezzogiorno mi dissero che potevo tornare a casa perché stavo bene.
Mia madre sprizzava gioia da tutti i pori perché "la sua Bambina" come diceva lei, era sana e non c'era da preoccuparsi. Io invece mi sentivo il cuore trafitto da un coltello, il coltello della menzogna, della bugia.
Mio padre venne a prendermi insieme a mio fratello. Mi portarono in mazzo di fiori e io mi dipinsi un finto sorriso.
Entrai in camera mia e quasi non la riconobbi.
Mia madre aveva pulito e ordinato tutto: i libri erano tutti in fila sulla mensola, i vestiti lavati e stirati erano nei cassetti, le mie borse tutte sull'attaccapanni, il cestino svuotato, la scrivania pulita..
Quell'ordine non sarebbe durato a lungo..
Mi sdraiai sul letto e presi un libro dal comodino, anche quello ordinato.
Lo aprii e trovai il biglietto che portava alla tana.
D'istinto portai una mano alla gola e riprovai quella sensazione orribile che era stata di essere strozzata da qualcosa che non riuscivo a vedere.
Accartocciai il foglietto.
Basta ero stanca di questa storia.
Scesi dal letto e andai da Andrea.
Bussai alla porta.
Con sorpresa mi aprì Davide e le mie intenzioni di raccontare tutto al proprietario di casa si sotterrarono.
"Lucyyy ciaooo" mi abbracciò di slancio appena mi vide.
"Ehi" risposi all'abbraccio facendo il primo vero sorriso in 24 ore.
"Entra su!" Mi invitò
Varcai la porta e vidi che c'erano tutti.
Andrea stava giocando alla playstation e accanto a lui c'era un joystick a terra, evidentemente Davide stava giocando con lui. Poco dietro loro, seduto sul tappeto c'era Matteo e in braccio a lui c'era Giulia: stavano ridendo come matti mentre mi salutavano con la mano.
Lontano da tutti, seduto sul divano a leggere un libro, c'era Mattia e naturalmente non mi degnò di uno sguardo.
"Asociale" pensai..
Lui alzò subito lo sguardo e mi lanciò un'occhiataccia, come se avesse sentito cosa avevo pensato ma ormai ero abituata al suo caratteraccio.
Davide tornò a giocare alla play con Andrea e io mi sedetti accanto a loro.
"Come mai sei venuta qui?" mi chiese Andrea continuando a fissare lo schermo.
"Ho inculato un pullman!!" urlò l'amico seduto accanto a lui, facendo una faccia sconvolta.
"Volevo parlarti.. ma fa niente.. te lo dico più tardi.." risposi sinceramente
"No! Una macchina mi supera.. Viaaaaa" intervenne di nuovo facendo sbattere la sua auto contro quella dell'avversario.
"Davide piantala sto cercando di leggere" ordinò Mattia spazientito
"Ah, e di cosa parla quel libro cosi interessante?" chiese mentre metteva in pausa il gioco
"Vorrei scoprirlo anche io" rispose l'asociale
"Va bene ho capito" sbottò pochi secondi dopo "me ne vado" e uscì sbattendo la porta.
STAI LEGGENDO
Il bacio della luna piena
WerewolfSe ci pensi, un momento può cambiare la tua vita per sempre. Io sono Lucinda. Prima ero una normale adolescente: uscivo con gli amici, mi divertivo, vivevo alla giornata e l'unica cosa di cui dovevo preoccuparmi erano i compiti. Poi è bastato un att...