5.La tana

437 31 5
                                    

Scattai a sedere sul letto e la macchinetta attaccata al mio braccio aumentò in numero di "Beep" al secondo.

Non riuscii a capire se fu più veloce la dottoressa ad entrare o mia madre ad alzarsi dalla poltrona, ma entrambe mi dissero di stare tranquilla e riposare.

"Io devo andare a casa!" protestai.

"Sei svenuta per un'oretta e hai battuto la testa, dobbiamo tenerti sotto osservazione per una notte"

spiegò la dottoressa.

Da una parte mi sentii sollevata, era passata solo un'ora dal funerale ma d'altra parte non potevo uscire per raggiungere la tana, e non potevo non andarci.

Dovevo trovare un modo.

La dottoressa controllò i miei valori poi uscì dalla stanza.

Mi misi a fare un cruciverba ma il tempo in quella stanzetta non passava mai.

"DIN" La schermata del mio telefono si illuminò.

CHAT CON ANDREA

* come stai mia svenuta preferita? *

CHAT CON VALERIA

* Hey *

* Cosa è successo? *

* rispondi *

* Ti PREGOO *

Risposi ad entrambi e mi misi a chattare con Valeria.

Decisi che era il momento per spiegarle tutto: la festa, il cappellino, Andrea, Mattia, la tana, i fiori..

La sua reazione non fu quella che mi aspettavo.

Mi scrisse semplicemente: "Non sono affari nostri, non dovremmo impicciarci".

Dove era finita la sua voglia di mistero?

Ero troppo stanca per mettere a litigare le risposi con un semplice * Okay * anche se nella mia testa nulla era più okay.

Stavo per bloccare lo schermo del telefono quando mi accorsi di una chat.

NUMERO SCONOSCIUTO

* Ti prego dimmi che stai bene *

Di chi poteva essere quel numero? Stavo impazzendo.

C'era un solo modo per chiarire tutto ed evitare di finire in manicomio: andare alla tana quella sera.

Cominciai a pensare una strategia per scappare da li.

Potevo calarmi dalla finestra oppure aspettare che arrivasse l'inserviente con la cena e infilarmi sotto al carrello oppure potevo far scattare l'allarme antincendio e scappare nel trambusto.

Vidi i miei vestiti sulla sedia, almeno non sarei uscita in camicia da notte..

Alle otto mia madre tornò a casa e mi lasciò sola.

Dovevo solo aspettare un'ora poi tutti sarebbero andati a dormire e l'ospedale sarebbe stato deserto.

Cominciai a cambiarmi.

Scattò l'ora x e tutte le luci si spensero.

Aprii la porta lentamente, attenta a non fare rumore. Scivolai nel corridoio a sinistra e presi le scale, quell'ospedale lo conoscevo e, fortunatamente, avevo un buon senso dell'orientamento.

Arrivai al punto di informazioni, di fronte alla porta della mia libertà.

Sfortunatamente nel gabbiotto c'era una donna, stava facendo un cruciverba.

Il bacio della luna pienaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora