8.Sternwald

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 "Sternwald" diceva il cartello che superammo poco prima di parcheggiare davanti ad una piccola casetta di legno.

Tolsi le cuffie, scesi e mi guardai attorno.

Solo alberi, cespugli e fiori.

Non credevo potesse esistere un luogo cosi paradisiaco.

Il frastuono delle auto,le urla della gente e il caos della città erano stati sostituiti dal cinguettio degli uccelli e.. cosa era? Una cascata?

Il profumo di fiori riempiva l'aria.

Tutto metteva allegria e senza accorgermene mi ritrovai a sorridere.

"Ti faccio fare un giro novellina!" disse Mattia porgendomi la mano sorridente.

Sorrisi, se lui era cresciuto in un luogo cosi calmo e tranquillo, capivo benissimo perché non riusciva a sopportare il caos fatto persona, chiamato anche Davide.

Sopraffatta dalla serenità afferrai la sua mano ridendo.

Oltrepassata la porta di legno e rimasi stupita dalla grandezza della casa.

All'esterno sembrava la tipica casetta di campagna, stanze piccole e il minimo indispensabile in ogni locale, ma in realtà aveva tutti i requisiti per essere un' enorme villa.

Il salotto, collegato alla cucina, occupava gran parte del pian terreno. Tutti i mobili erano di legno e il pavimento era fatto esclusivamente di parquet.

Mr occhi verdi mi trascinò su per una scaletta di legno.

Nel secondo piano c'era un corridoio con molte porte chiuse.

Appeso su ognuna di esse c'era un cartellino, in legno anch'esso.

Sul quello della prima porta c'era disegnata una zampa di un animale, un cane o un lupo e il bordo era rigato di rosa.

"Quella è la stanza di mia sorella" disse poco prima di trascinarmi davanti alla seconda porta.

Il cartellino riportava due zampe, una poco più piccola e una poco più grande e si univano nella parte alta delle "Dita".

"Questa è dei miei genitori" spiegò sempre più impaziente, come un bambino che non vede l'ora di passare davanti al negozio di caramelle.

Le due porte successive non avevano nessuna targhetta, o meglio, la targhetta c'era, ma su di essa non era stato disegnato nulla.

"Stanze degli ospiti, le vostre, sono pressoché uguali.. " disse aprendo la porta della seconda.

All'interno c'erano tre letti, uno matrimoniale al centro e uno singolo poco più a destra.

A differenza del piano inferiore quella stanza era spoglia, non aveva quadri né foto sui comodini ma non ci pensai molto, dopo tutto era la stanza per gli ospiti.

Continuammo a camminare nel corridoio e con un colpo al cuore mi accorsi che eravamo ancora mano nella mano.

Sorrisi.

Dopo due bagni, uno con la doccia e l'altro con la vasca da bagno, arrivammo davanti all'ultima porta.

La targhetta riportava una piccola zampina, sempre di lupo, e sul bordo c'era incisa una "M".

"La tua stanza?" chiesi cautamente.

Non so perché mi comportai cosi, ma mi sembrava che qualsiasi movimento o parola di troppo avrebbe potuto rovinare l'atmosfera tranquilla che si era creata.

Sembrava tutto quasi.. dolce.

"Si!" rispose euforico aprendo la porta.

La stanza che si presentò davanti a me era tutt'altro che poco arredata.

Nel centro c'era un letto matrimoniale e ai suoi lati due comodini stracolmi di libri, con i segnalibri che sbucavano da ogni lato.

C'erano dei disegni sparsi per terra e sulla scrivania.

Il muro era tappezzato di vecchie foto.

Cominciai a guardarle.

Ne notai una con Mattia da piccolino, aveva l'aria colpevole, una mano sulla bocca, un pennarello nell'altra e, dietro di lui, un muro pieno di piccoli scarabocchi arancioni.

Sorrisi e passai alla seconda: sempre lui, con un enorme pesce tra le mani.

Mi soffermai davanti alla terza.

Una faccia pacioccona con due vispi occhietti verdi, una bocca più che sorridente e tantissimi riccioloni neri che ricadevano ovunque.

Mi girai verso di lui e vidi gli stessi occhi verdi, con la stessa allegria della foto.

Ci stavamo ancora tenendo per mano.

Il mio cuore batteva a mille.

Lui cominciò a sorridere e io non fui da meno.

Mi mise una mano sulla guancia e ridisegnò la mia bocca con il suo pollice.

Il mio cervello era ufficialmente andato in tilt.

"Ehi dove siete finiti!" urlò Davide dal piano di sotto.

Entrambi ci girammo di scatto verso le scale.

Le nostre mani si staccarono, il bel momento era finito.

Bentornata nella vita reale Lucinda!

Scesi le scale e trovai gli altri che chiacchieravano animatamente.

"Muovetevi su! Quanto ci vuole per fare un giro della casa!?" disse Silvia facendo la finta arrabbiata.

"Non fare lo scorfano brontolone.." le rispose Leo facendole un pizzicotto sulla guancia che la fece infuriare.

Uscimmo tutti sul retro.

Rimasi sorpresa e pensai che da quando ero arrivata non avevo fatto altro che restare a bocca aperta.

Invece del giardino, come in tutte le case normali, c'era un piccolo molo con una barchetta a remi armeggiata.

Davide si tolse immediatamente la maglietta e corse a tuffarsi in acqua urlando: "PIZZA PIZZA PIZZA PIZZA".

Appena riemerse ricominciò ad urlare: "Freddaaaaa"

Silvia ridendo si avvicinò a me:" Mi piace non essere la più stupida ogni tanto.." disse guardando Davide

E riscoppiammo a ridere.

#SPAZIOAUTRICE

Rieccomi Readers! 

Lucy e Mattia erano molto vicini a un bel bacio.. ma è arrivato Davideee ahaha



Il bacio della luna pienaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora