Le sue orecchie catturarono dei rumore strani, perché un Palulukan stava cacciando a quell'ora? Di solito non si allontanava dai suoi piccoli, anzi, di solito a quell'ora dormiva vicino a loro. Si portò delle foglie al petto, incrociando il tutto in un piccolo tessuto che le copriva il seno quel poco che bastava, chi era quel Na'vi che si era addentrato nella foresta? Era un folle, tutti sapevano che questo fosse il suo territorio e quello del Palulukan.
Correva veloce tra i rami degli alberi della foresta con disperazione, falcate ampie e veloci. Nemmeno si era accorto di avere il corpo graffiato e le braccia sanguinanti per le ferite, non sentiva nulla, solo l'adrenalina in corpo che lo spingeva a correre come mai prima. C'era cresciuto in quel posto, ma Pandora sapeva essere crudele talvolta, la fauna e la flora erano spietate, ma allo stesso tempo magnifiche, uniche, Eywa era incredibile. I ringhi e il battito di denti dietro di sé gli facevano capire che era spacciato, non riusciva a fuggire da quel Palulukan, ormai sembrava esser passata un'eternità da quando aveva iniziato a braccarlo. In poco tempo si trovò a rallentare il passo per la fatica ed una forte zampa lo trascinò a terra, tramortito dal forte impatto con la terra restò al suolo. Il Palulukan gli piombò sopra e con più calma lo squadrò, sbavandogli addosso, sapendo ormai di avere il pasto sotto i denti per sé e per i suoi cuccioli. Lo'ak era finito inconsapevolmente nel territorio di quell'esemplare, una femmina. Il Palulukan avendo con sé i cuccioli si era sentito minacciato dalla presenza di quel Na'vi e aveva iniziato a cacciarlo fino a quel momento, la resa dei conti. Da lontano una Na'vi osservava la scena, curiosa, teneva l'arco in alto, proteso verso il maschio di Na'vi, sperava di dargli una morte veloce al posto di essere sbranato dal Palulukan. Perché era in quella parte della foresta quel Na'vi? Non se lo spiegava, erano anni che non vedeva nessuno se non suo fratello Sy'kanna. Nessuno aveva mai messo piede in quella parte della foresta da quando ci si era trasferita lei, quindi ormai da un bel po' di anni. Anche suo fratello non veniva più a trovarla da quando il Palulukan si era creato la tana in quella zona. Lei aveva sempre cercato di evitare qualsiasi contatto con i suoi simili, questo a causa della sua unicità fisica. Tutti l'avevano insultata dalla nascita, ripudiata ed odiata solo per il suo essere diversa. I suoi genitori erano morti poco dopo la sua nascita, in battaglia contro gli abitanti del cielo, e suo fratello aveva cambiato villaggio per seguire la sua compagna, conosciuta una volta nella foresta nel tragitto per arrivare a Sy'feya. Ora lui abitava sulle isole volanti, nel clan di Toruk Makto, anche se ormai era risaputo che Toruk Makto se ne fosse andato da anni dalla foresta per andare a vivere con i clan dell'acqua insieme alla sua famiglia. Quando decise di scoccare la freccia nel petto del Na'vi dei semi dell'albero sacro le volarono davanti, fermandosi sulle sue braccia. Eywa... osservò i semi roteare sulla sua pelle, volarono via poco dopo sotto lo sguardo stupito della giovane donna per andare a circondare il Na'vi ed il Paluluka. Era la prima volta che Eywa interveniva nella sua vita. Un segno. Guardò di nuovo il Na'vi e quando il Palulukan morse il fianco dell'uomo lei trasalì. I semi volarono via velocemente. Le urla di dolore fecero quasi tremare la terra. Lei si affacciò dal ramo su cui era ed iniziò a fare dei versi per richiamare l'attenzione del predatore. Il verso dei cuccioli feriti fece subito tornare alla tana la femmina, così Sy'feya ebbe la libertà di portare in salvo il Na'vi al suo nascondiglio. Era alto e robusto, più robusto di altri Na'vi che aveva visto e per questo ebbe un po' di difficoltà nel portarlo alla sua casa, per fortuna aveva ricevuto l'aiuto del suo Ikran, unica presenza costante nella sua vita da selvaggia nella foresta.
Era riuscita a sistemare tutte le ferite del Na'vi, tranne quella sul fianco, troppo grossa per essere curata nel modo in cui conosceva lei, così improvvisò un primo soccorso. Sperava che quell'uomo fosse abbastanza forte da resistere, o avrebbe dovuto portarlo all'albero delle anime, o peggio, avrebbe dovuto seppellire il suo cadavere. Aveva notato una cosa strana in quel Na'vi, le dita, non erano quattro per mano, ma cinque come quelle degli abitanti del cielo. Che fosse un avatar? O un mezzo sangue? Poco importava cosa fosse, quello che la preoccupava era cosa avrebbe fatto una volta sveglio, ma lei doveva rispondere al segno di Eywa, quel Na'vi doveva vivere e lei avrebbe cercato di salvarlo in tutti i modi. Confidava nella guida di Eywa e così non si lasciò per vinta. Per fortuna l'uomo non aveva subito danni ingenti agli organi, o sarebbe stato spacciato.
Il giorno seguente fu noioso come tutti gli altri, l'unica cosa che la tranquillizzava era quella insolita, ma silenziosa presenza. Lo guardava spesso anche se rimaneva sempre uguale, nella stessa posizione. Si sedeva di fianco a lui e lo guardava per decine di minuti. Non poteva fare a meno di guardarlo, era bellissimo. Le treccine erano rimaste sistemate e ben fatte nonostante la lotta col Palulukan. Gliele pettinò con le dita delicatamente. Le osservò, come si facevano? Era curiosa, lei girava sempre con i capelli lisci, al massimo legati da qualche fiore o strisce di pelle. Chissà chi è quest'uomo, è giovane, forse ha qualche anno in più di me, ma è veramente affascinante. Accarezzò la mascella dell'uomo e notò la sua temperatura elevata. Corse a prendere una ciotola di acqua fredda e un tessuto da imbevere d'acqua per poggiarglielo sulla fronte e pulirgli il sudore di dosso.
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Feeling of acceptance | Lo'ak Sully
FanficLo'ak incontra Sy'feya, un'emargita per la sua diversità, e instaura con lei un rapporto mai provato prima. Tanti misteri circondano la ragazza, come il suo aspetto e le sue origini. Lo'ak riuscirà a portarla via dalla foresta in cui si è rinchiusa...