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Volavano veloci, sfrecciavano tra le nuvole urlando versi sconnessi. Si erano presi un po' di tempo per loro per divertirsi, da quando erano diventati adulti non avevano più avuto molto tempo per giocare. Prima di recarsi sulle isole volanti Lo'ak infatti le aveva chiesto se avesse voluto fare un gioco sui loro Ikran. Lo'ak la inseguiva volando. I capelli sciolti dell'uomo volavano da tutte le parti e Sy'feya non lo perdeva d'occhio nemmeno un secondo, sia per guardarlo, sia per evitare di ritrovarselo troppo vicino. Era un gioco semplice, per bambini che avevano appena imparato a cavalcare il proprio Ikran, pensò Lo'ak, ma importava veramente? Era sicuro che Sy'feya non avesse mai partecipato a giochi simili, così aveva deciso di farla divertire. Recarsi al clan non avrebbe certo implicato una festa una volta arrivati lì. Sy'feya sarebbe stata emarginata e lui era figlio sì, di Toruk Makto, ma erano partiti anni prima per non tornare a casa, eppure lui era lì con quella donna così strana al suo fianco, pronta a fare quel passo per lui, a recarsi nel clan del fratello per salutarlo un'ultima volta prima di partire per il clan di Tonowari. Era successo così tanto in così poco tempo che si chiese se Eywa non avesse mandato in quella foresta Sy'feya solo per fargliela incontrare anni dopo. C'era qualcosa nell'aspetto della donna che però non tornava al Sully, le orecchie erano troppo basse, il volto più pieno, i capelli lisci e gli arti sottili e la coda come la sua, eppure aveva i segni di un Na'vi del mare, il volto pieno come loro e le orecchie identiche a quelle di Tsireya. Gliene avrebbe parlato una volta arrivati lì, a casa dalla sua famiglia, i Sully.

-SEI LENTO, FIGLIO DI TORUK MAKTO!- urlò lei sorridendo a trentadue denti guardando il compagno negli occhi. I canini brillavano di luce propria, gli occhi azzurri erano grandi e accesi alla luce del sole. Lo'ak fece girare al contrario il proprio Ikran e volò sopra la donna, accelerando l'andatura di volo. Le toccò il volto delicatamente e poi fece sfrecciare in avanti l'Ikran, facendolo girare nuovamente. -DICEVI?- Lo'ak era certo che se il padre avesse scoperto che si era trovato una compagna in così poco tempo e ci aveva stretto il legame alla stessa velocità, ne sarebbe rimasto così scioccato da avere un infarto, si era sempre raccomandato di attendere e vedere, di confermare e di instaurare un rapporto più serio prima di fare il passo più importante. Non osava immaginare, invece, le reazioni di sua madre Ney'tiri e delle sue sorelle, non sapeva che aspettarsi da loro, erano sempre state imprevedibili, soprattutto sua madre. Era l'unico della famiglia Sully ad avere cinque dita insieme a suo padre, infatti aveva spesso avuto problemi con le persone più bigotte, ma negli ultimi anni il clan ormai l'aveva riconosciuto come un abile guerriero da rispettare. Nessuno osava più andargli contro, nemmeno Ao'nung, che ormai era diventato suo amico, al massimo si sfidavano in qualche cosa. Era parte del clan, era un Metkayina. Scesero in picchiata una volta finito il gioco. Lo'ak sapeva che la cosa di cui Sy'feya avesse più bisogno era il sentirsi normale, non un alieno, o un mostro. Ci era passato così tante volte nei suoi panni che per lui era assolutamente la prassi più basica trattarla con rispetto, era una Na'vi, non un mostro. Era bellissima ai suoi occhi e sperava di farglielo capire alla donna. Risalirono poco dopo prendendo quota, era ora di andare al clan. Sy'feya era spaventata, non l'avrebbe certo fatto se non fosse stato per Lo'ak che l'aveva convinta. Voleva salutare suo fratello, questo era ovvio, ma non voleva incontrare il clan.

In poco arrivarono alle isole e Lo'ak la fece entrare in quella dove si nascondeva la casa ospitante tantissimi Na'vi. Corsero tutti a dove gli Ikran atterravano riconoscendo, sorpresi di quella visita inaspettata. Lo'ak fece dei versi acuti digrignando i denti prima di atterrare. Sy'feya esitò un po', poi fece atterrare anche Wayla accanto all'Ikran di Lo'ak. -Io ti vedo- -Io ti vedo, nonna- fece prima portando rispetto al capo clan e poi alla Tsahìk. La donna anziana corse verso l'uomo e lo squadrò per bene. -Lo'ak! Non ci posso credere- fece lei contenta. Tutti gli altri sguardi puntarono sulla donna albina di fianco al figlio di Toruk Makto. Sy'kanna fissò la ragazza e gli tremarono le mani a vederla in quel posto. La compagna di Sy'kanna gli tenne la mano, facendogli sentire la sua presenza e lui la guardò subito dopo, senza dire nulla si erano scambiati un'intera conversazione. Sy'feya trovò con lo sguardo il fratello e la sua compagna, gli sorrise debolmente sentendo tutti quegli occhi addosso. Improvvisamente due bambine sbucarono da dietro la coppia, la compagna del fratello le prese in braccio entrambe e l'albina le guardò scioccata, perché Sy'kanna non gliene aveva mai parlato? Guardò il fratello allibita, non sapeva se sentirsi piu tradita o arrabbiata o delusa. Sy'kanna le diede uno sguardo dispiaciuto, ma lei si girò portando lo guardo da tutt'altra parte. Lo'ak notando cosa fosse successo si portò davanti a Sy'feya, prendendola per mano per farla rimanere tranquilla. -Nonna, questa è la mia compagna- tutti guardarono scioccati l'uomo, tranne la donna a cui si era rivolto Lo'ak. -Sy'feya- sussurrò lei e la giovane si girò immediatamente verso la Tsahìk. Perché conosce il mio nome? -Tuo fratello ci ha parlato di te- accennò un sorriso. -Io ti vedo, Tsahìk- fece Sy'feya e la donna rispose con rispetto. Fu sorpresa, ma sorrise solo debolmente, non voleva far trasparire troppo le sue emozioni. -Siamo qui per salutare un'ultima volta questo posto ed il clan, torneremo a casa presto-  -Scommetto che tuo fratello desideri parlare con te, in privato- fece mostrandole dove andare con un cenno del capo. Lei esitò, ma Lo'ak la spinse in avanti. -Vai, non sai quando e se tornerai mai qui- lei lasciò la mano del compagno contro voglia, ma si incamminò dove le aveva indicato la nonna di Lo'ak. Sy'kanna si mosse attraverso la folla, guardando la sorella dirigersi verso di lui.

Arrivati ad un punto più isolato Sy'kanna guardò con sguardo serio la giovane. -Devo dirti delle cose- -Come l'avere due figlie? Quando pensavi di dirmelo?- soffiò lei arrabbiata. -Lo so, avrei dovuto parlartene, ma per favore ascoltami- lei guardando il suo sguardo serio non poté non obbedirgli. -Sapevo che prima o poi avrei dovuto parlartene... tempo fa, quando sono andato all'albero delle anime insieme a mia moglie, al posto di mostrarmi le mie figlie, motivo per cui c'ero andato, Eywa mi mostrò l'arrivo di Lo'ak e la tua partenza per la terra dei Metkayina. Ho sempre saputo che saresti partita insieme a lui- lei lo guardò allibita. -Perché non me ne hai mai parlato?- chiese lei. -Se avesse voluto fartelo vedere, Eywa te l'avrebbe mostrato, non credi?- lei ci pensò un attimo, il suo ragionamento non faceva una piega e lei sbuffò sonoramente in tono di protesta, odiava perdere le conversazioni con suo fratello. -Ok, ok, quindi sai già che ci siamo legati, immagino- a questo lui spalancò la bocca scioccato. -Ti ci sei legata già?! Sei impazzita, Sy'feya?! Pensavo foste solo innamorati!- fece lui sottovoce ma urlando comunque in tono stridulo per tenere la voce un po' più bassa. Lei non rispose. -E tu avresti dovuto dirmi che sono zia! Skxawng!- fece lei dandogli una schicchera sulla fronte. -AHI!- protestò. Si calmarono ridacchiando, era da tanto che non parlavano e il loro rapporto era rimasto sempre uguale.  -A proposito dell'essere zia... c'è un'altra cosa che non sai- sembrando più serio e cupo nel tono Sy'feya si preoccupò. -I nostri genitori... non sono gli stessi, sorellina- a questo lei alzò lo sguardo sui suoi occhi, scioccata. Soffocò una risata. -Mi prendi in giro- annuì. -No, sono serio, non lo vedi come siamo diversi? Tu sembri una Metkayina, Sy'feya, non l'hai mai notato quanto siamo diversi, quando sei diversa?- -E allora perché non ho la cosa piatta? Gli arti robusti dove sono?- -Tuo padre era un Metkayina, tua madre no, ti prego ascoltami- lei restò scioccata a quella rivelazione. Lo guardò in silenzio per minuti interi, troppo sorpresa per parlare ancora. Si riprese quando Sy'kanna le sfiorò il braccio. -Quindi perché sono qui se mio padre è un Metkayina?!- -Vivevano nel nostro vecchio clan, ma tua madre è morta di parto non appena ha partorito te e tuo padre è stato cacciato dal clan non appena lei è morta. Mi dispiace, Sy'feya. Avrei voluto dirtelo prima ma non sapevo come, ora che non tornerai più è giusto che tu sappia la verità sui tuoi genitori- -Quindi quelli che sono morti...- -Sono i miei genitori e tua madre- -Mi hai sempre mentito!- protestò lei. Stava elaborando troppe informazioni tutte insieme. Si era legata ad un uomo a vita, aveva deciso di andare a vivere con Lo'ak e suo fratello le aveva appena confessato di essere stata adottata! Non poteva crederci. -E allora perché i nostri nomi sono così simili se non siamo fratelli?- fece in un ultimo tentativo di negare la verità. -Perché ti ho dato io questo nome, i tuoi genitori... non hanno fatto in tempo- lei spalancò la bocca, se la coprì. Il cuore le si strinse nel petto e cadde sulle ginocchia. Tutto quello che aveva conosciuto e creduto fino quel momento era stato tutto una bugia. Non poteva credere che suo fratello, o almeno quello che credeva lo fosse, le avesse sempre mentito, su tutto! Tutti i pensieri nella testa iniziarono a girare, velocemente ed incessantemente. Era tutto confuso, il legame, i suoi genitori, l'essere una mezza Metkayina, l'essere albina e tutto il resto. Perché tutto questo a lei? Perché Eywa, perché?!

Feeling of acceptance | Lo'ak SullyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora