Erano le sette del mattino e non era per niente piacevole sentire la voce roca di mio padre che mi faceva il cazziatone, ma non era colpa mia se la sua assistente non lo aveva avvertito del giorno di riposo che mi ero preso.
«Hai un album da seguire, per la miseria! Quel ragazzo conta su di te per il suo come back e sei l'unico di cui si fida! Porta qui il tuo cazzo di culo!»
Alzai gli occhi al cielo, sapendo di non dover rimaner male del suo tono. Si permetteva di usarlo solo quando era davvero incazzato e solo quando si trattava di lavoro, per il resto era sempre calmo e pacato.
«Ho già parlato con Taehyung e l'ho tranquillizzato sui compiti da svolgere. Ha piagnucolato un po' e mi ha fatto tenerezza vedere i suoi occhioni in videochiamata, ma se la caverà. Ha la stoffa per farcela, anche senza di me.»
«Posso almeno sapere il motivo per il quale stai trascurando il tuo lavoro come hai mai fatto prima?»
«Park Jimin è ricoverato in ospedale, lo sto andando a prendere per portarlo da me. Lo aiuterò per i prossimi mesi.» O almeno speravo che si fermasse per un po' dopo il parto. Volevo godermi i gemelli ed esser certo che si riprendesse.
«Si trasferisce da te? Cos'ha che non va? Possiamo pagargli una stanza privata in ospedale e le cure di cui ha bisogno.»
Non lo diceva per permettermi di concentrarmi sul lavoro, ma perché ci teneva all'amico di suo figlio. Lo aveva visto crescere, diventare uno splendido omega e a volte aveva persino suggerito un matrimonio combinato con l'appoggio sia di mia madre che dei suoi genitori.
«È incinta, papà, non sta morendo.»
Credevo di sentirlo come minimo urlare o disperarsi, invece non batté ciglio. «Lo so, ce lo ha detto Yu-Ra quando sei rimasto a cena da loro.»
«Quindi è con lei che ha messaggiato tutta la sera!»
Sospirò affranto. «Fino all'una di notte. Non hanno perso i contatti in questi mesi, ma sono due giorni che non fanno altro che chiacchierare.»
«Cos'ha detto la mamma della gravidanza?»
«Ne è rimasta delusa. Sai che in cuor suo...» Lasciò la frase a metà, ma sapevo bene dove sarebbe andato a parare.
«Vi darò comunque dei nipoti» sottolineai risentito. Ero io quello che doveva starci di merda, non loro.
«Tu sai chi è il padre? Yu non ne ha fatto parola ed è sembrata piuttosto in difficoltà.»
«Papà, non avrete pensato che ha avuto rapporti con più di un alpha e non sa chi è!» lo sgridai, arrabbiato.
«Figurati! Ho un'alta considerazione di Jimin. Temo solo che la sua ingenuità lo abbia fatto cadere nelle mani di un poco di buono.»
«Non è così. Conosco il padre dei gemelli, è un bravo ragazzo» dovetti ammettere.
«È il suo alpha?»
Sono io il suo alpha, avrei voluto rispondergli, ma non sarebbe stata la verità.
«No, sono soltanto amici, almeno per il momento. Vorrei si prendesse piene responsabilità, invece sembra fare il minimo indispensabile. Mi fa incazzare a morte e non posso neanche mettere bocca nel loro rapporto. Jimin è stato chiaro su questo e non voglio finire con il litigarci.»
«Ti animi sempre quando parli di quel ragazzo.»
«Sì, certo... Ci vediamo domani in studio.» Riagganciai, improvvisamente di malumore, e continuai a fare colazione.
Mi sarei recato in ospedale alle nove e avrei corrotto qualcuno per farmi entrare nella stanza di Jimin, che al momento era solo. Se la situazione lo avesse richiesto, avrei sfruttato il prestigio del mio cognome come non mi ero mai permesso di fare nei miei ventiquattro anni di vita.
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Fuoco e Stelle [Yoonmin]
FanfictionCARTACEO DISPONIBILE SU AMAZON, CON UN CAPITOLO INEDITO *** [COMPLETA] Attenzione: Omegaverse, Mpreg! *** Min Yoongi è un alpha discendente da una famiglia di alpha puri. Ha tutto nella vita: una carriera promettente come produttore musicale nell'e...