Cap. 7

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«Hyung, è davvero necessario?» chiese il pulcino, fissando la sedia a rotelle come fosse un cane pronto a morderlo.

«Non voglio farti stancare.»

Mi guardò storto. «Dovrò comunque camminare fino alla macchina.»

«Per questo useremo la sedia fino alla hall.»

«Le mie meravigliose gambe sono ancora allenate» dichiarò, provando a battere le mani sulle cosce. Non ci riuscì per via del pancione e trattenni un sorriso con tutte le mie forze quando si diede delle pacche sui fianchi.

«Non lo metto in dubbio, ma preferirei evitarti sforzi inutili. Dài, nei drama lo fanno sempre!»

Sbuffò e si sedette, mantenendo il broncio. «Sappi però che non potrai impedirmi di fare ciò che voglio.»

«Certo, mio signore.» M'inchinai formale e feci il giro della sedia per iniziare a spingerlo.

«Non vedo l'ora di stendermi su un vero letto... Oh, no! Mi sono appena ricordato di quanto sia scomodo il materasso nella stanza degli ospiti» si lamentò.

«C'è una sorpresa, ricordi?»

«Dimmi che è un nuovo materasso» m'implorò, inclinando la testa per potermi guardare.

«Lo è» confermai, soddisfatto.

Si aprì in un enorme sorriso. «Davvero, hyung? Lo hai comprato apposta per me?»

«Ti sorprendi ancora del fatto che farei di tutto per il mio pulcino?»

Gli si illuminarono gli occhi e riabbassò la testa, probabilmente per nascondere quell'espressione felice e un po' imbarazzata sul suo viso. «Grazie» ribadì, per poi iniziare a brontolare per gli sguardi che attirava mentre percorrevamo il corridoio e di quanto gli mettessero soggezione e vergogna.

Con un ghigno divertito, iniziai ad accelerare il passo per prendere la rincorsa e feci forza sulle braccia per issarmi sulla sedia. «Wuuuuiiiii» gridai ridendo.

Anche Jimin scoppiò a ridere di cuore e sollevò le braccia, fingendo di stare sulle montagne russe e urlando insieme a me. La sua risata fu il suono più bello del mondo; mi ero reso conto di quanto mi fosse mancata quando avevo cenato da lui e mi ripromisi di impegnarmi per ascoltarla tutti i giorni.

Un dottore dall'aria severa ci guardò male e fece per sgridarci, ma un'infermiera gli sussurrò qualcosa e lui rinunciò, limitandosi a guardarci sfilare come due pazzi.

Ci fermammo davanti all'entrata, io a prender fiato e Jimin a cercare di smettere di ridere; mi sporsi oltre la sua testa e gli baciai il naso, troppo felice di condividere con lui quel momento. Prima che potessi rimettermi dritto, mi bloccò per la nuca e baciò sotto il mento, dandomi un brivido lungo la spina dorsale. Restammo a guardarci e immaginai di baciarlo come Spider-man aveva fatto con MJ in quella famosa scena del film.

«Suga, andiamo. Iniziano a fissarci di nuovo» brontolò.

Annuii e feci il giro per aiutarlo ad alzarsi; si mise sottobraccio e mi seguì fuori nell'aria gelida, verso il parcheggio ospiti. Rilasciò una grossa nuvola di vapore e la osservò volare, con un gran sorriso e le guanciotte già rosse.

«Sei bellissimo» mormorai, completamente assorto dal suo profilo.

Si voltò a guardarmi, con le labbra ancora più tese. «Se me lo ripeti così spesso, inizierò a crederci.»

Gli sistemai meglio la sciarpa sul collo e lo tirai a me per baciargli il naso freddo, poi coprii anche quello. «Dovresti guardarti con i miei occhi per vedere quanto bello sei. Ti basterebbero cinque secondi.»

Fuoco e Stelle [Yoonmin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora